
A Molfetta riparte la cultura. Minervini: «Settore vessato dal Covid. Ora il rilancio»
Le parole del primo cittadino
Molfetta - sabato 19 febbraio 2022
9.22
Dopo due anni di chiusure alternate a brevi e occasionali aperture, ora più che mai prova a ripartire il comparto della cultura a Molfetta. A tal proposito, ha voluto esprimere un pensiero il sindaco Tommaso Minervini condividendo sulla propria pagina Facebook un collage con i vari punti d'interesse della nostra città quali il Torrione Passari, il Pulo, la Sala dei Templari e non solo.
"È una immagine emblematica che segna la rinascita di luoghi dimenticati, abbandonati. Ma cela anche una certa mestizia, perché le cose non sono andate come ci aspettavamo. Per nostra sfortuna. Ce l'abbiamo messa tutta nel riprendere e recuperare i luoghi della cultura chiusi e abbandonati per anni. Ce l'abbiamo messa tutta, con tanta passione e amore per la città. Eppure, non è bastato".
"È inutile nasconderci, la cultura sta soffrendo molto, questi ultimi due anni sono stati una vera sciagura per gli operatori culturali. L'isolamento forzato ha prodotto un autoisolamento nei comportamenti sociali che nei mesi meno gravi della pandemia non hanno mai fatto segnare un vero rilancio del comparto. Certo abbiamo vissuto degli eventi con molta partecipazione e non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno, ma ad onor del vero la cultura non ha mai registrato un vero e proprio rilancio a livello nazionale. Ogni giorno i nostri talenti, i tanti operatori culturali me lo raccontano".
"Un potenziale enorme di cultura e vitalità costretto ed obbligato alle sporadiche e sole situazioni in cui il Covid ci ha dato tregua. Ma nonostante tutto, nonostante il Covid, questa immagine conserva una emozione bellissima per me. Quella degli sguardi coraggiosi dei tanti talenti e operatori culturali che incontro e che non hanno mai smesso di crederci. La cultura è vita. E alla vita non ci si può rassegnare, alla vita bisogna gioire. Per questo invito tutti a non temere la cultura ma a vivere di cultura".
"È una immagine emblematica che segna la rinascita di luoghi dimenticati, abbandonati. Ma cela anche una certa mestizia, perché le cose non sono andate come ci aspettavamo. Per nostra sfortuna. Ce l'abbiamo messa tutta nel riprendere e recuperare i luoghi della cultura chiusi e abbandonati per anni. Ce l'abbiamo messa tutta, con tanta passione e amore per la città. Eppure, non è bastato".
"È inutile nasconderci, la cultura sta soffrendo molto, questi ultimi due anni sono stati una vera sciagura per gli operatori culturali. L'isolamento forzato ha prodotto un autoisolamento nei comportamenti sociali che nei mesi meno gravi della pandemia non hanno mai fatto segnare un vero rilancio del comparto. Certo abbiamo vissuto degli eventi con molta partecipazione e non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno, ma ad onor del vero la cultura non ha mai registrato un vero e proprio rilancio a livello nazionale. Ogni giorno i nostri talenti, i tanti operatori culturali me lo raccontano".
"Un potenziale enorme di cultura e vitalità costretto ed obbligato alle sporadiche e sole situazioni in cui il Covid ci ha dato tregua. Ma nonostante tutto, nonostante il Covid, questa immagine conserva una emozione bellissima per me. Quella degli sguardi coraggiosi dei tanti talenti e operatori culturali che incontro e che non hanno mai smesso di crederci. La cultura è vita. E alla vita non ci si può rassegnare, alla vita bisogna gioire. Per questo invito tutti a non temere la cultura ma a vivere di cultura".