Petrone
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42 anni fa moriva Benedetto Petrone. Lo ricorda l'Anpi Molfetta

Il giovane molfettese fu assassinato in Piazza Prefettura a Bari

L'Anpi Molfetta ricorda Benedetto Petrone attraverso questa nota che riceviamo e pubblichiamo integralmente.


"Il 28 novembre del 1977, Benedetto Petrone fu barbaramente assassinato in
piazza Prefettura a Bari. Il diciottenne militante comunista cadde vittima
di un agguato fascista e - stabilì la giustizia- di una coltellata mortale
infertagli da Pino Piccolo, unico colpevole riconosciuto, che nel 1984, a
sentenza definitiva, si suicidò in carcere.

Cerchiamo di ricostruire i fatti:

* Nel '77 la città di Bari è teatro della **contrapposizione accesa tra
comunisti e fascisti, una città divisa in due da un clima arroventato** di
violenze .*

*Nella settimana che precede il 28 novembre si susseguono le aggressioni e
le provocazioni da parte delle ronde nere: un ragazzo quattordicenne viene
ricoverato il 26 novembre dopo essere stato aggredito da un gruppo di
uomini armati e mascherati. Il pomeriggio del 28 novembre, un militante
della FGCI viene aggredito da un gruppo di missini e, nella serata dello
stesso giorno, attorno alle 20:00, si ripete un tentativo di aggressione,
in piazza Chiurlia, ai danni di un gruppo di militanti della locale sezione
della FGCI. Dalla sede escono una quindicina di militanti, i quali si
dividono per un giro di perlustrazione. Un gruppetto di quattro persone,
tra i quali ci sono Benedetto Petrone, 18 anni e Franco Intranò, 16 anni,
sta attraversando piazza Massari, dirigendosi verso piazza Prefettura. Di
fronte alla prefettura, all'angolo tra via Cairoli e corso Vittorio
Emanuele, sostano una ventina di missini, che avvistando i giovani
comunisti, inviano due di loro a chiamare i rinforzi nella vicina
Federazione provinciale del MSI in via Piccinni, al cui interno ha sede
anche il **Fronte della Gioventù*
*,
organizzazione giovanile del partito. A questo punto, un branco di circa
quaranta neofascisti si incammina verso il gruppetto che sosta ancora in
piazza Massari. Dal branco si sganciano cinque missini che si scagliano
contro i comunisti, tre dei quali iniziano a scappare attraversando la
piazza ,disperdendosi nei vicoli della città vecchia, mentre Benedetto
Petrone, rallentato nella deambulazione a causa dei postumi di una
poliomielite, resta indietro, venendo raggiunto dagli aggressori che si
avventano su di lui con catene e bastoni. Franco Intranò torna indietro per
aiutare il compagno, ma viene gettato a terra e ferito da un'arma da taglio
che gli penetra l'ascella, mentre Petrone viene accoltellato all'addome,
colpo che gli risulta fatale e poi poco sotto alla clavicola.*

*Soccorsi qualche decina di minuti più tardi, Petrone giunge in ospedale
già morto, mentre Intranò, seppur ferito, riesce a raccontare l'accaduto e
a descrivere gli aggressori.*

Dopo 42 anni si cerca di rimettere insieme i pezzi di una verità scritta
soltanto in parte: che tracce restano della genesi, degli ideatori, dei
mandanti diretti di un crimine così traumatico? Domande a cui forse darà
risposte la Magistratura, che ha riaperto il caso ipotizzando il reato di
concorso in omicidio.

Ricordando gli avvenimenti di quei giorni, l'ANPI di Molfetta invita a
tenere alta la guardia sui fenomeni di neofascismo, razzismo, antisemitismo
che non si limitano più solo a serpeggiare in forma inconfessata, ma
cominciano a traboccare, in modo talora eclatante, in atti individuali e
collettivi"
  • Benedetto Petrone
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