Basket
Pallacanestro Molfetta, parla il play Azzollini: «Promozione dedicata ai nostri tifosi»
Il giocatore dei biancorossi commenta la stagione conclusa
Molfetta - sabato 18 maggio 2019
Con la Pallacanestro Molfetta ha da poco conquistato la promozione in Serie C Gold, dopo la vittoria nello spareggio giocato sabato scorso contro la New Basket Mola. Paolo Azzollini, playmaker dei biancorossi dalla stagione 2014/15 ha vissuto la scalata dalla Serie D alle categorie superiori e ci ha raccontato la stagione da lui vissuta nella squadra allenata da coach Carolillo.
Partiamo dalla fine: che emozione è stata la promozione in C Gold? «Una sensazione fantastica, soprattutto perché arrivata a sei giorni di distanza dalla sconfitta di Manfredonia. Abbiamo fatto una grande stagione e meritavamo anche noi la C Gold, purtroppo non siamo riusciti a vincere la finale play-off ma questa stagione non poteva concludersi senza il lieto fine. È stato bellissimo, tanti molfettesi sono venuti a bisceglie a sostenerci, soprattutto tantissimi bambini, quindi vincere davanti a loro e festeggiare con loro è stato il massimo. Sono emozioni che non dimenticherò». C'è mai stato un momento dello spareggio in cui hai pensato di vedere il sogno sfumare? «Mentirei se dicessi di no. Ovviamente mi riferisco all'ultimo quarto quando il Mola è tornata a -6 con un tiro da 3 da 8 metri dopo essere stata anche a -20. Avevamo fatto un secondo tempo perfetto, poi c è stato un blackout a 4-5 minuti dalla fine che poteva costarci caro. Siamo stati bravi a reagire e a chiuderla definitivamente grazie a un paio di ottime difese e qualche fallo conquistato, con conseguenti tiri liberi che hanno chiuso la partita».
Qual è stato il momento più bello della stagione? «Secondo me ci sono stati due momenti chiave della stagione e sono stati la vittoria nel derby prima di Natale e la vittoria a Taranto alla penultima di regular season. Il derby d'andata è stato speciale perché noi venivamo da 2 sconfitte consecutive mentre la Virtus era ancora imbattuta, quindi il pronostico era tutto a loro favore. Abbiamo giocato una partita quasi perfetta e quella vittoria ci ha dato una grande spinta emotiva. La vittoria di Taranto invece perché arrivavamo a pari punti e chi vinceva andava primo. Loro venivano dalla vittoria a Manfredonia e credo che in casa non avessero mai perso: abbiamo fatto un'impresa che secondo me ci ha dato la consapevolezza di poter arrivare davvero fino in fondo». E il momento più difficile da mandare giù? «Fortunatamente non abbiamo avuto scivoloni durante la regular season, quindi il momento più amaro è stato sicuramente la sconfitta a Manfredonia in gara 3 della finale. Una serie in perfetta parità e decisa a gara 3 con soli due punti di scarto non può che far male. Sono le regole dello sport, anche se entrambe meritavano la vittoria purtroppo solo una squadra può vincere, e in quel caso non siamo stati noi. Ma poi ci siamo rifatti nello spareggio...».
Il pubblico molfettese è stato molto presente in casa e in trasferta: quanto può aver inciso sul vostro cammino? «Il nostro pubblico è stato fantastico, sensazionale. Ci hanno seguiti ovunque, da Taranto a Foggia, che fosse di domenica, sabato o giovedì. Tante famiglie e bambini sugli spalti sono uno spettacolo. Penso ad esempio alla serie giocata con la Virtus in semifinale o a gara 2 con Manfredonia. Essendo poi molfettese, sono stato felice di sapere che sugli spalti ci fossero sempre amici e persone che mi sostengono da anni. Un ringraziamento particolare ai nostri ultras dei Bravi ragazzi che hanno cantato ogni minuto di ogni partita. Quest'anno tra noi, pubblico e tifosi si è creato un rapporto particolare che sicuramente ci è stato di grande supporto». Passiamo al livello personale: sei soddisfatto della tua stagione? «A livello personale ho avuto una stagione con alti e bassi. Sicuramente avrei potuto fare di più, ma fortunatamente il basket è uno sport di squadra quindi le vittorie del gruppo contavano più delle mie prestazioni». Che emozione ti ha dato aver vissuto l'intera scalata di categoria delle ultime stagioni? «Sono in questa società dal primo giorno, e ricordo ancora quando giocavamo in Serie D davanti a 20 persone che venivano al PalaPoli. La scalata in Serie C ha avvicinato tantissime persone al basket: gente che magari non aveva mai visto una partita si è appassionata vedendoci giocare, gente di tutte le età. Questa è forse l'emozione più bella della risalita, ossia riempire il palazzetto sempre di più. Giocare davanti a tanta gente ti dà una grande carica rende lo spettacolo ancora più bello». Hai obiettivi per il futuro cestistico o è troppo presto per fare programmi? «Adesso è presto per parlare del futuro, dobbiamo ancora finire di festeggiare la promozione. Sicuramente il mio obiettivo sarà vestire ancora questa maglia e giocare nela categoria che ci siamo guadagnati, ma ci penseremo tra qualche giorno».
Partiamo dalla fine: che emozione è stata la promozione in C Gold? «Una sensazione fantastica, soprattutto perché arrivata a sei giorni di distanza dalla sconfitta di Manfredonia. Abbiamo fatto una grande stagione e meritavamo anche noi la C Gold, purtroppo non siamo riusciti a vincere la finale play-off ma questa stagione non poteva concludersi senza il lieto fine. È stato bellissimo, tanti molfettesi sono venuti a bisceglie a sostenerci, soprattutto tantissimi bambini, quindi vincere davanti a loro e festeggiare con loro è stato il massimo. Sono emozioni che non dimenticherò». C'è mai stato un momento dello spareggio in cui hai pensato di vedere il sogno sfumare? «Mentirei se dicessi di no. Ovviamente mi riferisco all'ultimo quarto quando il Mola è tornata a -6 con un tiro da 3 da 8 metri dopo essere stata anche a -20. Avevamo fatto un secondo tempo perfetto, poi c è stato un blackout a 4-5 minuti dalla fine che poteva costarci caro. Siamo stati bravi a reagire e a chiuderla definitivamente grazie a un paio di ottime difese e qualche fallo conquistato, con conseguenti tiri liberi che hanno chiuso la partita».
Qual è stato il momento più bello della stagione? «Secondo me ci sono stati due momenti chiave della stagione e sono stati la vittoria nel derby prima di Natale e la vittoria a Taranto alla penultima di regular season. Il derby d'andata è stato speciale perché noi venivamo da 2 sconfitte consecutive mentre la Virtus era ancora imbattuta, quindi il pronostico era tutto a loro favore. Abbiamo giocato una partita quasi perfetta e quella vittoria ci ha dato una grande spinta emotiva. La vittoria di Taranto invece perché arrivavamo a pari punti e chi vinceva andava primo. Loro venivano dalla vittoria a Manfredonia e credo che in casa non avessero mai perso: abbiamo fatto un'impresa che secondo me ci ha dato la consapevolezza di poter arrivare davvero fino in fondo». E il momento più difficile da mandare giù? «Fortunatamente non abbiamo avuto scivoloni durante la regular season, quindi il momento più amaro è stato sicuramente la sconfitta a Manfredonia in gara 3 della finale. Una serie in perfetta parità e decisa a gara 3 con soli due punti di scarto non può che far male. Sono le regole dello sport, anche se entrambe meritavano la vittoria purtroppo solo una squadra può vincere, e in quel caso non siamo stati noi. Ma poi ci siamo rifatti nello spareggio...».
Il pubblico molfettese è stato molto presente in casa e in trasferta: quanto può aver inciso sul vostro cammino? «Il nostro pubblico è stato fantastico, sensazionale. Ci hanno seguiti ovunque, da Taranto a Foggia, che fosse di domenica, sabato o giovedì. Tante famiglie e bambini sugli spalti sono uno spettacolo. Penso ad esempio alla serie giocata con la Virtus in semifinale o a gara 2 con Manfredonia. Essendo poi molfettese, sono stato felice di sapere che sugli spalti ci fossero sempre amici e persone che mi sostengono da anni. Un ringraziamento particolare ai nostri ultras dei Bravi ragazzi che hanno cantato ogni minuto di ogni partita. Quest'anno tra noi, pubblico e tifosi si è creato un rapporto particolare che sicuramente ci è stato di grande supporto». Passiamo al livello personale: sei soddisfatto della tua stagione? «A livello personale ho avuto una stagione con alti e bassi. Sicuramente avrei potuto fare di più, ma fortunatamente il basket è uno sport di squadra quindi le vittorie del gruppo contavano più delle mie prestazioni». Che emozione ti ha dato aver vissuto l'intera scalata di categoria delle ultime stagioni? «Sono in questa società dal primo giorno, e ricordo ancora quando giocavamo in Serie D davanti a 20 persone che venivano al PalaPoli. La scalata in Serie C ha avvicinato tantissime persone al basket: gente che magari non aveva mai visto una partita si è appassionata vedendoci giocare, gente di tutte le età. Questa è forse l'emozione più bella della risalita, ossia riempire il palazzetto sempre di più. Giocare davanti a tanta gente ti dà una grande carica rende lo spettacolo ancora più bello». Hai obiettivi per il futuro cestistico o è troppo presto per fare programmi? «Adesso è presto per parlare del futuro, dobbiamo ancora finire di festeggiare la promozione. Sicuramente il mio obiettivo sarà vestire ancora questa maglia e giocare nela categoria che ci siamo guadagnati, ma ci penseremo tra qualche giorno».