Gianni de Ceglia
Gianni de Ceglia
Calcio

Calcio, parla Gianni de Ceglia: «Cuore, rispetto e passione per il Borgorosso»

Il direttore dell'area tecnica racconta la sua carriera all'interno del club biancorosso, iniziata nel 2014

Per rendere l'idea: è come se - dopo stagioni di gavetta e nozioni, un'annata in prestito e colpi dati e presi - quello che anni fa era il "regista degli esordienti" diventasse titolare della prima squadra. Del Borgorosso. Regista Gianni de Ceglia lo è stato davvero e il percorso da quell'estate 2014 ad oggi lo ha portato alla direzione dell'area tecnica. Ascesa. Completamento. E responsabilità, che adesso si tramuteranno nel mercato che verrà. Per "rifare un grande Borgorosso", come dice il presidente Felice la Padula.

de Ceglia e il Borgorosso quando e come s'incontrano?
«Estate 2014, nasce tra le solite chiacchierate tra amici di una vita. Ma questa volta nell'aria si respirava qualcosa di diverso».

Il colpo da ricordare più degli altri?
«Mi viene per forza da dire Piero de Nicolo, visto quello che oggi Piero rappresenta per questa società. Ma sono molto legato a tutti, perché so quanto è stato difficile arrivare dove siamo adesso. Ma è da Piero, e grazie a Piero che per me è cominciato tutto».

Dice Murolo e ripensa a...?
«Penso al nostro bomber, alle vittorie e ai gol. Ma penso anche a tutti quei giovani come lui, tutti bravi ragazzi e ottimi professionisti, che non sono riusciti sfortunatamente ad arrivare lì, nel calcio che conta. Purtroppo il calcio è anche questo... Ma nonostante ciò non dimentico i suoi 26 goal nella passata stagione».

Il colpo sfuggito?
«Il mercato è strano. Strano e difficile. Ma a prescindere da questo, avendo uno staff societario solido e determinato, abbiamo sempre raggiunto i nostri obiettivi e stiamo continuando a lavorare» .

Un giocatore al quale è stato vicinissimo?
«Non mi va di fare nomi. Sarebbe inutile. Ma non ricordo colpi sfumati, visto sempre il nostro tipo di mercato ragionato che ci ha permesso di mettere a segno colpi ben studiati».

Con la Padula vi dividevate i compiti, fra scouting, incontri di mercato, presenza al fianco della squadra. Ora lei camminerà da solo o sarà spalleggiato da qualcuno?
«Quando leggi il nome di Gianni de Ceglia stai leggendo anche quello di Felice la Padula. E viceversa...Il binomio c'è e resterà».

E Patruno? Si è ipotizzato un ampliamento della sua figura, stile manager...
«Patruno è la mente di questa squadra, continuerà ad esserlo con il supporto di una figura ben nota al panorama calcistico molfettese come Nicola Altieri, senza mai dimenticare l'ottimo supporto dei preparatori atletici Gianni Bufi e Alessandro Altamura» .

Il presidente la Padula ha definito Patruno un pilastro del Borgorosso, pure per il futuro: anche se per una serie di coincidenze negative dovesse fallire l'obiettivo stagionale?
«Assolutamente si. Confermo le parole del presidente la Padula. Oltre che essere un grande tecnico sta portando i risultati richiesti e siamo sicuri che continuerà a farlo».

Veniamo al mercato: cosa cercate ancora?
«A prescindere dai ruoli e da eventuali nuovi tasselli da regalare al mister abbiamo già una rosa abbastanza competitiva e rimaniamo alla finestra per ulteriori innesti. Noi siamo sempre vigili, 365 giorni su 365».

Nonostante le richieste Lopez rimarrà, giusto?
«Assolutamente si. Ad avercene di ragazzi come lui, fedeli alla maglia, affidabili e uomini spogliatoio».

E Murolo?
«Stesso discorso di Daniele Lopez, ma con la differenza che Giuseppe Murolo è stato uno dei primi acquisti della nostra gestione in quell'estate del 2014».

Conferma che al Borgorosso si gioca a titolo gratuito o è stato stabilito un tetto ben preciso.
«È stato stabilito il tetto massimo, ma di valori: come il cuore, il rispetto, la passione e dunque l'amore per questo sport e questa città. Spero di essere stato chiaro...» .

A proposito di Corrado Uva: una cosa che l'ha colpita?
«Mi ha colpito la persona, il Corrado "uomo", che già conoscevo da circa 30 anni. La disponibilità, l'impegno e la voglia, sono i valori che l'hanno portato ad aderire alla nostra causa, sposando il nostro progetto è snobbando richieste di categoria superiore. Questo è Corrado Uva e questo mi ha colpito di lui».
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