Viva la storia di Molfetta!
Molfetta celebra Sant'Antonio. Le origini della festa in città
Dal Duomo alla chiesette nel centro storico, storia di una antica devozione
giovedì 13 giugno 2019
10.07
Assai popolare a Molfetta è la festa in onore di S. Antonio, che ricorre il 13 giugno di ogni anno.
S. Antonio da Padova (Lisbona 1195 c.- Arcella, Padova 1231), frate e minore teologo, fu nominato da Papa Pio XII dottore della Chiesa universale. Divenne famoso predicatore, e per la sua straordinaria conoscenza della Sacra Scrittura, fu chiamato "Arca del Testamento".
Gode di una devozione popolare che difficilmente trova riscontro in altri santi, ed è universalmente noto, amato ed invocato.
A Molfetta, nella chiesetta di S. Andrea (nel centro storico), a cura della Confraternita di S. Antonio, è venerata la statua lignea seicentesca del Santo, di autore ignoto, scolpita sotto il priorato di Gian Alfonso Calò.
Anticamente il culto di S. Antonio si svolgeva nell'antico Duomo. Infatti, il notaio Matteo de Cocuzzellis fondò la cappellania, con l'obbligo che tre sacerdoti celebrassero giornalmente la Santa Messa all'altare di S. Antonio.
La statua viene ogni anno portata in processione dai confratelli chiamati in vernacolo le biénche, perché il loro vestiario (camice, cappuccio, mozzetta e cingolo con fiocco) è tutto bianco. Sulla mozzetta portano una piastra in metallo riproducente il Santo.
Questa festa era annoverata tra "le feste grandi" e costituiva un richiamo di gente anche dai paesi limitrofi per lo splendore delle luminarie, per la partecipazione di rinomate bande musicali, e per i fragorosi fuochi pirotecnici che concludevano i festeggiamenti.
Un proverbio molfettese lo ricorda così: "Sénde Èndoneie de re trìdece grazeie" ovvero Sant'Antonio dalle tredici grazie. Il detto probabilmente trae origine dall'antica tredicina in onore del Santo, dove si commemorano le tredici grazie da lui compiute.
Un altro detto famoso molfettese è: "Troppa graezie S. Èndoneie", ovvero troppa grazia S. Antonio. Si narra queste parole furono pronunciate per la prima volta da un vecchierello, il quale voleva salire sul suo asino alquanto testardo. Ma per quanto tentasse di farlo, pur stando sopra un mucchio di arena, non riusciva nell'impresa. Allora si raccomandò al Santo di Padova esclamando:"Sant'Antonio mio, se mi fai salire sull'asino, ti porterò un bel dono!". Così tento di risalire a dorso dell'asino, ma tanto fu lo slancio che dette alle sue gambe, che passò dalla parte opposta, andando a finire per terra. "Ahi! Ahi! Troppa grazia S. Antonio" disse il poveretto, che si dimenava dal dolore subito alle mani.
La festa di S. Antonio è preceduta dalla celebrazione della tredicina che ha inizio a fine maggio e che vede la partecipazione di molti devoti. Per l'occasione, sulla "Porta della Terra" viene posta una luminaria recante il nome del Santo e lungo la via principale viene allestita una piccola illuminazione, quasi a voler accompagnare il visitatore fino all'ingresso della vecchia chiesetta di Sant'Andrea.
Fonti bibliografiche:
"Feste, ricorrenze e memorie a Molfetta" di Cosmo Tridente
"Molfetta tra passato e presente" di Gerardo de Marco
"Almanacco illustrato di Molfetta per il 1928" Stab. Tip. Stefano de Bari, Molfetta, 1927.