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Venezia in ginocchio, il racconto di una studentessa di Molfetta

Resoconto a distanza in questi giorni di apprensione per la città lagunare

Sono stati giorni molto difficili per la città di Venezia, messa in difficoltà dall'acqua alta causata da una serie di vari e complessi fattori (quali ad esempio l'intensità dei venti) uniti a condizioni meteorologiche avverse. La nostra penisola è stata colta in una morsa di maltempo che sembra non avere fine. Temporali e raffiche forti di vento stanno creando disagi, allagamenti e mareggiate, soprattutto nelle regioni in cui la Protezione civile ha diramato allerta rossa, dove la situazione è diventata molto dura da affrontare.

Proprio Venezia è balzata tristemente agli onori della cronaca negli ultimi giorni per l'alta marea che ha allagato la città lagunare, bloccando le attività, creando danni di ogni tipo e imponendo, nei momenti di maggiore pericolo, anche la chiusura al pubblico di luoghi simbolici della Serenissima come Piazza San Marco, la basilica e il Palazzo Ducale. I 187 centimetri registrati martedì 12 novembre si sono avvicinati alla quota più alta mai registrata cioè i 194 centimetri dell'alluvione avvenuta nel 1966. Nei giorni successivi la marea si è progressivamente abbassata, rimanendo comunque abbondantemente sopra al metro. I negozianti nel frattempo hanno cercato di ripulire le vie della città, insieme a diversi volontari che hanno messo al riparo i libri antichi nel Conservatorio e nelle librerie.

Oltre ad essere uno dei luoghi più particolari e belli al mondo, Venezia è anche un importante snodo internazionale per studenti universitari e ricercatori presso le Università Ca' Foscari e Iuav (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) aventi sede in città. Proprio da qui è partita l'avventura universitaria della molfettese Melania Patimo, studentessa che ha vissuto nella città lagunare per cinque anni frequentando il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea all'Università Ca' Foscari. Dopo la Laurea Magistrale ha scelto di proseguire i suoi studi a Londra, pur conservando un legame profondo con Venezia. Per tale ragione, inevitabilmente anche per lei non sono stati giorni semplici: «Sto vivendo con ansia questo momento difficile per la città perché ormai la sento come la mia seconda casa. Durante la scorsa settimana ho parlato quotidianamente con le mie compagne ancora impegnate in università per avere gli aggiornamenti in merito a una situazione di grande disagio per tutti. Ero molto preoccupata per le mie amiche e per quanti ho conosciuto lì e che continuano a viverci. Diversamente da quello che si potrebbe credere, Venezia non era per niente pronta a questa conseguenza del maltempo, come non lo era l'anno scorso quando ero lì e ci furono altrettanti problemi pur non raggiungendo lo stesso livello di acqua alta. Ricordo che già i 165 cm del 2018 rappresentarono un notevole ostacolo per i cittadini, immaginate cosa possa succedere con circa 20 centimetri di marea in più».

Melania racconta l'atmosfera che si respira in città in momenti come quello attuale: «Il clima a Venezia diventa surreale quando il maltempo causa questo disagio e sempre di più ci si rende conto di come il cambiamento climatico sia un problema concreto che ha conseguenze distruttive anche se spesso non ci si pensa. Ho visto video incredibili di case allagate e purtroppo invivibili in queste condizioni, con l'acqua sgorgante addirittura dai gabinetti e dalle prese di corrente, con tutti i rischi che ne conseguono per chi si trova quasi in gabbia nella propria abitazione. Per fortuna ci sono tante iniziative in città per cercare di portare aiuto a chi ne ha bisogno, con numerosi volontari che agiscono in progetti come "Venice Calls" in cui si utilizzando i social per coordinare queste azioni di solidarietà soprattutto in case e negozi al piano terra e quindi in maggiore pericolo. Ciò che più mi fa dispiacere, pur vivendo ora a distanza fisicamente, è la prospettiva di una città che nel tempo possa finire in uno stato di abbandono a causa di questa fragilità a cui serve trovare rimedi con urgenza, per il benessere dei veneziani e di quanti lo diventano affettivamente come me».

Foto di Serena Marin, Alberto Marin e Divya Gatti.
8 fotoVenezia in difficoltà per l'acqua alta
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