
Vaccini, ai guariti dal Covid una sola dose: ok dal ministero della Salute
Circolare firmata dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza
Molfetta - venerdì 5 marzo 2021
Il ministero della Salute ha dato il via libera per la gestione dei vaccini anti-Covid sui pazienti che hanno già contratto il virus: riceveranno un'unica dose in base al momento della guarigione. L'ok è stato comunicato in una circolare dal titolo "Vaccinazione dei soggetti che hanno avuto un'infezione da SARS-CoV-2", firmata dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza.
Viene specificato che la possibilità di somministrare un'unica dose di vaccino "non è da intendersi applicabile ai soggetti guariti che presentino condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici". In questi soggetti, si legge nel documento, "non essendo prevedibile la protezione immunologica conferita dall'infezione da SARS-CoV-2 e la durata della stessa, si raccomanda di proseguire con la schedula vaccinale proposta (doppia dose per i tre vaccini a oggi disponibili)".
Il documento spiega inoltre che "è possibile considerare la somministrazione di un'unica dose di vaccino" anti-Covid-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2, decorsa in maniera sintomatica o asintomatica. La somministrazione di un'unica dose di vaccino nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 è possibile, "purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa".
Questa modalità di gestione dei vaccini era stata già anticipata nei giorni scorsi da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che aveva commentato così la decisione: "L'infezione sostanzialmente svolge un ruolo di priming che viene svolto dalla prima dose. E quindi la sola somministrazione farà l'effetto boost che invece nei vaccinati, senza pregressa storia d'infezione, viene svolto dalla seconda dose".
Queste indicazioni fornite dal ministero della Salute sull'unica dose per i guariti potrebbero essere oggetto di rivisitazione qualora dovessero emergere e diffondersi varianti" del Coronavirus. In particolare viene sottolineato che "la circolare potrebbe essere modificata per la diffusione di varianti "connotate da un particolare rischio di reinfezione".
Viene specificato che la possibilità di somministrare un'unica dose di vaccino "non è da intendersi applicabile ai soggetti guariti che presentino condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici". In questi soggetti, si legge nel documento, "non essendo prevedibile la protezione immunologica conferita dall'infezione da SARS-CoV-2 e la durata della stessa, si raccomanda di proseguire con la schedula vaccinale proposta (doppia dose per i tre vaccini a oggi disponibili)".
Il documento spiega inoltre che "è possibile considerare la somministrazione di un'unica dose di vaccino" anti-Covid-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2, decorsa in maniera sintomatica o asintomatica. La somministrazione di un'unica dose di vaccino nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 è possibile, "purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa".
Questa modalità di gestione dei vaccini era stata già anticipata nei giorni scorsi da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che aveva commentato così la decisione: "L'infezione sostanzialmente svolge un ruolo di priming che viene svolto dalla prima dose. E quindi la sola somministrazione farà l'effetto boost che invece nei vaccinati, senza pregressa storia d'infezione, viene svolto dalla seconda dose".
Queste indicazioni fornite dal ministero della Salute sull'unica dose per i guariti potrebbero essere oggetto di rivisitazione qualora dovessero emergere e diffondersi varianti" del Coronavirus. In particolare viene sottolineato che "la circolare potrebbe essere modificata per la diffusione di varianti "connotate da un particolare rischio di reinfezione".