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Scuola e Lavoro

Trenta anni della Comunità Casa "don Tonino Bello"

Numero speciale di Luce e Vita, S. Messa presieduta dal Vescovo e manifestazione teatrale.

Esattamente 30 anni fa' don Tonino Bello inaugurava la comunità C.A.S.A. per il recupero dei tossicodipendenti, oggi a lui intitolata. «Punto di arrivo di un grosso impegno di coscientizzazione popolare. Incontri, dibattiti, ricerche, sacrifici finanziari, aggregazioni di simpatie…». Così egli stesso ricordava quell'8 dicembre 1984, data importante anche per la ricorrenza della sua ordinazione sacerdotale. Prima in una villa generosamente concessa da un costruttore, poi nell'attuale sede del Parco del Conte, agro ruvese, la comunità è stata una possibile risposta alla domanda di vita di centinaia di ragazzi sprofondati nella voragine della tossicodipendenza. Una settimana dopo l'inaugurazione don Tonino ne spiegava le ragioni, riportando i dati allarmanti del fenomeno e individuando le cause che travolgevano il mondo giovanile: l'emarginazione sociale, la frammentarietà, l'azzeramento del potenziale innovativo proprio dell'età. Così con immensi sacrifici non inaugurava, ma apriva la comunità «con l'unica grande speranza che possa presto venire il giorno in cui accompagneremo l'ultimo fratello drogato al cancello, per restituirlo alla libertà interiore e potergli dire insieme che vivere è bello!».

«Sin dall'inizio – sostiene don Michele Stragapede, attuale responsabile della Comunità - si è voluto mantenere una dimensione "formato famiglia" e per questo la struttura è stata chiamata "C.A.S.A.", ossia "Comunità-Accoglienza-Solidarietà-Apulia (poi trasformata in Amicizia)". Il nome spiega la dimensione educativa e lo scopo perseguito. Agli ospiti della C.A.S.A. sono proposti valori e moduli portanti non poggiati sul calcolo, sull'interesse, sulla carriera o sulla riuscita, quanto sulla gratuità, sulla donazione, sul servizio, sulla gioia di vivere, sullo stupore: tutte finalità che rendono possibile una vera alternativa, una vita veramente da vivere».

Trenta anni non sono pochi e molteplici sono state le vicende tra gli inevitabili alti e bassi. Ma a prevalere nel cuore dei due vescovi succeduti, Mons. Donato Negro e Mons. Luigi Martella, e in quello di quanti hanno portato avanti a vario titolo la responsabilità gestionale della CASA, è prevalso l'impegno a non venire meno alla sua vocazione. Quanto bene abbia fatto lo si può chiedere ai tanti ospiti ritornati alla vita, alla famiglia, al lavoro, non senza le difficoltà di un reinserimento reso più complicato dal pregiudizio e dalle oggettive difficoltà lavorative ed economiche del nostro tempo. Così come non sono mancati i fallimenti per quanti non hanno portato a termine il progetto terapeutico.
Oggi la Comunità è ancora più aperta al territorio, interagisce con altre istituzioni, associazioni, parrocchie, ed è meta per le centinaia di pellegrini che giungono in diocesi sui passi di don Tonino.

«Ora, però, c'è da pensare al futuro – scrive Mons. Martella sul settimanale "Luce e Vita" dedicato all'evento. - La volontà non manca, ma non nascondiamo neppure le difficoltà. Se lo stesso don Tonino già lamentava "il venir meno del supporto
del volontariato" e lo "sfaldarsi del mito della gratuità", oggi, a questi problemi, dobbiamo aggiungerne altri, non ultimi quelli legati agli aspetti finanziari e quelli che riguardano l'adeguamento alle vigenti normative sempre più esigenti.». Per questo la diocesi è impegnata in una straordinaria sensibilizzazione per raccogliere fondi necessari a importanti lavori strutturali della Comunità. È una sfida per la quale osiamo chiedere il coinvolgimento concreto di tutti coloro, anche fuori diocesi che si riconoscono in don Tonino.
Per sostenere questo progetto: ccp 11741709 intestato a Curia Vescovile, Piazza Giovene 4 – 70056 Molfetta, Causale: pro-CASA. Iban IT 93 O 01030 41700 000000066075

Diversi gli eventi programmati per questa ricorrenza, tra i quali segnaliamo:
- il numero speciale del settimanale "Luce e Vita", 12 pagine in cui si racconta la Comunità, con un importante discorso tenuto da don Tonino una settimana dopo l'apertura della Casa: "La droga non uccide la speranza";
- ampio spazio sulla pagina di "Avvenire" del 7 dicembre;
- la S. Messa in Comunità, presieduta da Mons. Martella, lunedì 8 dicembre alle ore 10,30;
- lo spettacolo Croce e fisarmonica. Se passi da casa mia fermati, il 12 dicembre a Molfetta, all'Auditorium Regina Pacis, promosso da la Meridiana, Mosaico di Pace, Linea d'Onda, Teatro dei Cipis e Armamaxa, col Patrocinio del Comune di Molfetta. Dopo lo spettacolo ci sarà un intervento di Padre Alex Zanotelli. Ingresso (gratuito) alle 18,30. Sipario alle 19,00.

(Luigi Sparapano - direttore ucs)
  • Don Tonino Bello
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