Progetto SAVE
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Sanità

Si conclude il progetto SAVE: coinvolto anche l'istituto san Giovanni Bosco di Molfetta

7 scuole e 900 studenti resi partecipi dal Dipartimento di Prevenzione ASL Bari

Conoscere e prevenire ogni forma di violenza: fisica, economica, psicologica, sessuale, di genere. È il senso profondo del Progetto SAVE - Scudo Alla Violenza Etica, realizzato dal Gruppo Interistituzionale Aziendale della ASL Bari in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Bari con un obiettivo preciso: rendere consapevoli e responsabili gli studenti sul tema della violenza.

Un percorso intenso che stamane ha vissuto il suo epilogo nell'auditorium "Arcobaleno" della Direzione generale ASL Bari. L'evento finale ha messo insieme diverse istituzioni, con la partecipazione del direttore generale facente funzioni ASL Bari Luigi Fruscio, del direttore del Dipartimento di Prevenzione Fulvio Longo, del prof Giuseppe Dimichino dell'Ufficio Scolastico Regionale (USR) e del coordinatore del Gruppo per l'inclusione territoriale (GTI) e rapporti con USR, Pasquale Pedote, assieme a Maria Grazia Forte, referente scientifica del progetto e coordinatrice del GIA (gruppo interdisciplinare aziendale).

E naturalmente una rappresentanza di scuole e ragazzi, premiati per aver aderito al progetto con entusiasmo così come un riconoscimento è andato al CPO dell'Ordine degli avvocati di Bari, per l'impegno e la professionalità dimostrati.

«Ogni volta che la ASL, assieme ad associazioni ed istituzioni, riesce ad entrare nelle scuole – ha sottolineato Fruscio – vuol dire che stiamo seminando bene per il futuro della società. Ogni giorno in sanità siamo impegnati nel curare e salvare vite umane, ma facciamo bene il nostro lavoro anche quando riusciamo a trasmettere e comunicare a questi ragazzi e ragazze, con un linguaggio semplice e diretto, valori universali come l'essere contro la violenza, ogni tipo di violenza: per questo dobbiamo continuare su questa strada e credere in questo nuovo tipo di formazione che implica la collaborazione tra diversi attori».

Il progetto è stato presentato per la prima volta, come progetto pilota provinciale, nel catalogo per la promozione della salute della Regione Puglia per l'anno scolastico 2023-2024, riuscendo a coinvolgere circa 900 studenti e studentesse di 7 diversi istituti di I e II grado di Bari e provincia: Liceo Scientifico E. Fermi Bari, Istituto Marco Polo Bari, ITET Monopoli, I. P. De Nora Lorusso Altamura, IC San Giovanni Bosco Polignano, Istituto Gorjux-Tridente-Vivante Bari e IC San Giovanni Bosco Molfetta.

Fondamentale anche la formazione di circa 40 docenti, che hanno partecipato agli incontri previsti nella fase successiva. La verifica sul campo, infatti, è avvenuta in ogni scuola, con due incontri della durante di due ore con gli alunni, gli avvocati del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Bari e la psicologa ASL Angela Lacalamita. Durante gli incontri con gli alunni, preceduti dalla compilazione anonima di questionari sul tema della violenza nelle sue varie forme, le modalità su come poterla identificare ed eventualmente trattare (sia per la vittima sia per il maltrattante), sono stati evidenziati alcuni aspetti legati alla violenza di genere, domestica, bullismo, stalking, violenza economica e psicologica, ma sono stati anche forniti alcuni numeri o app per poter denunciare. Soprattutto sono stati affrontati con i ragazzi alcuni aspetti sconosciuti sia dal punto di vista giuridico sia per i risvolti psicologici. Nei secondi incontri gli alunni (sempre affiancati dai docenti formati e referenti del progetto) hanno potuto raccontare quanto appreso o riflettere su questioni ancora da chiarire.

Con risultati emersi nell'evento conclusivo, occasione per dare la parola agli alunni che hanno partecipato al progetto di promozione della salute e hanno potuto esprimersi attraverso la recitazione di alcune poesie e o canzoni collegate ai temi della violenza.

Emozionante, infine, la testimonianza della dott.ssa Francesca Nifosi, intervistata in video-collegamento dall'avvocato Domenico D'Alessandro. La sua è la storia di una donna orfana di madre vittima di femminicidio: da bambina, all'età di cinque anni, ha assistito all'uccisione della mamma per mano del papà. Una delle tante vittime secondarie di violenza di genere, la cui vicenda personale è stata raccontata nel docufilm "Un altro Domani" di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi e sulla quale studenti e studentesse hanno potuto riflettere anche tra i banchi di scuola.
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