Ripresi i lavori al nuovo stadio dell'atletica a Molfetta

Dopo il lockdown causato dall'emergenza Coronavirus, sono ripresi i lavori per la realizzazione del nuovo stadio di atletica leggera a Molfetta, dotato di pista a otto corsie e pianificato addirittura dal 1988 nella zona 167. Grazie a una struttura moderna e innovativa, questo impianto risulterà tra i più funzionali del Meridione, costituendo un'altra importante vetrina per la città.

Nei mesi scorsi è stato approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica per una cifra che si aggira attorno ai 450 mila euro, mentre negli ultimi giorni il cantiere ha ripreso la sua marcia: per la prima volta, inoltre, la pista è stata illuminata dal nuovo impianto delle luci, a conferma di una struttura che prende sempre di più forma, soprattutto per quanto si potrà tornare a vivere lo sport in maniera normale, come era previsto prima dello scoppio dell'epidemia.

Infatti si prevede la realizzazione di ulteriore spazi, da adibire a uso pubblico, come parco sportivo, suscettibile poi in futuro di un ulteriore completamento attraverso attrezzature per il fitness e campi sportivi. Così facendo, secondo le intenzioni del Comune, l'immobile potrà ancora di più servire lo sport locale, essere maggiormente struttura di riferimento per la Regione e non solo, legittimando l'importanza già rivestita per Molfetta in termini urbanistici.

«La pista di atletica sarà pronta entro un paio di mesi quindi per la fine di giugno - spiega l'assessore Mariano Caputo - ma a questi lavori andranno aggiunti quelli adiacenti l'impianto sportivo dove verrà allestito uno spazio verde con un'area ludica per bambini. Orientativamente, il cantiere potrà essere completo fra fine luglio e inizio agosto, perché restano da aggiungere solo le forniture e le verniciature. Verrà installato anche un grande schermo che sarà di supporto alla visione degli eventi sportivi che si terranno nello stadio. L'inaugurazione si terrà quando sarà tutto pronto in maniera definitiva, probabilmente nel mese di settembre».