
Rapina sventata a Molfetta, Carlo Piazzolla commenta il suo atto di coraggio: «Non mi sento un eroe»
Le sue parole dal letto del Policlinico di Bari: «Ho solo fatto quello che mi veniva naturale»
Molfetta - sabato 27 settembre 2025
15.13
Non sempre l'eroismo ha il tempo di essere pensato: spesso nasce in un attimo, dall'istinto. È quanto accaduto a Molfetta, nel parcheggio del Gran Shopping, quando una rapina armata si è trasformata in un conflitto a fuoco. A cambiare il corso degli eventi è stato Carlo Piazzolla, 65 anni, luogotenente dei Carabinieri in pensione, che ieri si trovava al centro commerciale solo per un caffè.
Secondo quanto riportato dal TGR Puglia, Piazzolla si trovava casualmente nel centro commerciale quando ha percepito il trambusto. Informato che un uomo armato stava rapinando una gioielleria, ha deciso di non restare a guardare, nonostante i tentativi della sorella di fermarlo. Ha seguito il malvivente fino al parcheggio, dove l'ha affrontato. Il rapinatore, armato di Kalashnikov AK-47, ha reagito sparando una decina di colpi. Piazzolla ha riconosciuto subito l'arma e, pur colpito a una gamba, è riuscito a deviare la canna del fucile.
«Senza una reazione, mi avrebbe sparato nello stomaco», ha raccontato dal letto del Policlinico di Bari. Il suo gesto ha evitato che i colpi potessero raggiungere i passanti. Il criminale è stato infine bloccato, anche grazie al supporto di un altro carabiniere in servizio, e arrestato con le accuse di rapina, lesioni e porto d'arma da guerra.
Dal ricovero, Piazzolla mostra lucidità e umiltà: «Ho fatto il carabiniere per quarant'anni. Non l'ho fatto per medaglie o riconoscimenti, ma perché è qualcosa che resta dentro». E alla parola "eroe" scuote la testa: «Assolutamente no, non mi sento un eroe. Ho solo fatto quello che mi veniva naturale. Quando l'ho visto a terra inerme, ho persino provato pietà per lui: ho pensato, poveraccio».
Un gesto istintivo, dunque, che ha impedito una tragedia. Un atto di coraggio che, come sottolinea il TGR Puglia, dimostra come certi valori restino impressi per sempre, anche una volta tolta la divisa.
Secondo quanto riportato dal TGR Puglia, Piazzolla si trovava casualmente nel centro commerciale quando ha percepito il trambusto. Informato che un uomo armato stava rapinando una gioielleria, ha deciso di non restare a guardare, nonostante i tentativi della sorella di fermarlo. Ha seguito il malvivente fino al parcheggio, dove l'ha affrontato. Il rapinatore, armato di Kalashnikov AK-47, ha reagito sparando una decina di colpi. Piazzolla ha riconosciuto subito l'arma e, pur colpito a una gamba, è riuscito a deviare la canna del fucile.
«Senza una reazione, mi avrebbe sparato nello stomaco», ha raccontato dal letto del Policlinico di Bari. Il suo gesto ha evitato che i colpi potessero raggiungere i passanti. Il criminale è stato infine bloccato, anche grazie al supporto di un altro carabiniere in servizio, e arrestato con le accuse di rapina, lesioni e porto d'arma da guerra.
Dal ricovero, Piazzolla mostra lucidità e umiltà: «Ho fatto il carabiniere per quarant'anni. Non l'ho fatto per medaglie o riconoscimenti, ma perché è qualcosa che resta dentro». E alla parola "eroe" scuote la testa: «Assolutamente no, non mi sento un eroe. Ho solo fatto quello che mi veniva naturale. Quando l'ho visto a terra inerme, ho persino provato pietà per lui: ho pensato, poveraccio».
Un gesto istintivo, dunque, che ha impedito una tragedia. Un atto di coraggio che, come sottolinea il TGR Puglia, dimostra come certi valori restino impressi per sempre, anche una volta tolta la divisa.