
Niente processione dei Cinque Misteri a Molfetta ma Casa Poli espone il suo drappo
Giuseppe Saverio Poli spiega la sua scelta: «Un omaggio alla tradizione»
Molfetta - venerdì 10 aprile 2020
07.00
Senza l'emergenza Coronavirus, la notte appena trascorsa avrebbe rappresentato, come sempre, uno dei momenti più intensi dell'anno per Molfetta, con la processione dei Cinque Misteri a caratterizzare le prime ore di questo Venerdì Santo. La situazione attuale ha impedito, purtroppo, di dar vita a una tradizione che rappresenta al meglio la cultura della nostra città.
Nonostante l'atmosfera surreale che si respira in queste ore, come accade ormai da settimane a Molfetta, c'è comunque un luogo che ha aderito alla propria personalissima tradizione: parliamo di Casa Poli, casa-museo del XVIII secolo situata in via San Domenico e affacciata sul nostro mare. Custodisce antichi cimeli risalenti all'epoca borbonica, conservati con maniacale attenzione dal suo proprietario, Giuseppe Saverio Poli.
Come ogni anno, Giuseppe ha voluto esporre al balcone della propria abitazione il consueto drappo che, da più di vent'anni, accompagna silenziosamente il passaggio della fatidica processione: «Ho scelto di proseguire comunque in questa mia tradizione in omaggio alla storia. Ho ereditato da mio padre questo drappo, che riporta il simbolo di Santo Stefano con il cielo stellato che ricopre il Cristo Morto. Lo ritengo un segno di sopravvivenza, perché questo evento andrà comunque ricordato anche se non potremo viverlo in prima persona».
Giuseppe Poli conclude con un pizzico di ironia: «Esponendo il drappo è come se Cristo Morto passi ugualmente per me. La Vergine Addolorata, invece, dovrà aspettare». Chiaro il riferimento al rinvio della processione dell'Addolorata al mese di settembre.
Nonostante l'atmosfera surreale che si respira in queste ore, come accade ormai da settimane a Molfetta, c'è comunque un luogo che ha aderito alla propria personalissima tradizione: parliamo di Casa Poli, casa-museo del XVIII secolo situata in via San Domenico e affacciata sul nostro mare. Custodisce antichi cimeli risalenti all'epoca borbonica, conservati con maniacale attenzione dal suo proprietario, Giuseppe Saverio Poli.
Come ogni anno, Giuseppe ha voluto esporre al balcone della propria abitazione il consueto drappo che, da più di vent'anni, accompagna silenziosamente il passaggio della fatidica processione: «Ho scelto di proseguire comunque in questa mia tradizione in omaggio alla storia. Ho ereditato da mio padre questo drappo, che riporta il simbolo di Santo Stefano con il cielo stellato che ricopre il Cristo Morto. Lo ritengo un segno di sopravvivenza, perché questo evento andrà comunque ricordato anche se non potremo viverlo in prima persona».
Giuseppe Poli conclude con un pizzico di ironia: «Esponendo il drappo è come se Cristo Morto passi ugualmente per me. La Vergine Addolorata, invece, dovrà aspettare». Chiaro il riferimento al rinvio della processione dell'Addolorata al mese di settembre.