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"Molfetta Shopping" e "Molfetta in Centro" lanciano l’allarme: «Corso Umberto sta morendo»
La nota congiunta: «Un tempo era il cuore pulsante del commercio locale, oggi è desolante»
Molfetta - mercoledì 6 agosto 2025
Le associazioni "Molfetta Shopping" e "Molfetta in Centro" alzano la voce contro il progressivo svuotamento del centro cittadino. Un grido d'allarme nato non da una polemica sterile, ma da anni di impegno quotidiano, di proposte ignorate, di incontri inconcludenti. Il malcontento cresce, alimentato dall'indifferenza delle istituzioni, da decisioni calate dall'alto e da un declino che non è più possibile nascondere dietro i cartelloni della promozione turistica.
Il commercio di prossimità, le botteghe storiche, i presìdi culturali stanno lasciando spazio a un deserto fatto di bazar indistinti, minimarket h24 e locali abbandonati. Nel frattempo, chi dovrebbe occuparsi della riqualificazione urbana è in ferie da mesi, mentre il centro si spegne, nell'apatia generale.
Per questo, le due associazioni hanno deciso di unire la propria voce in una nota congiunta, indirizzata a politica, istituzioni e cittadini: «Corso Umberto un tempo era il cuore pulsante del commercio locale. Oggi è un susseguirsi di serrande abbassate, vetrine vuote e locali senz'anima. Al posto delle attività storiche aprono solo bazar indistinti, cloni di cloni, capaci di sostenere affitti che il commercio tradizionale non può più permettersi».
«L'assenza di una visione chiara per il centro è sotto gli occhi di tutti. Nessun evento, nessuna proposta, solo decisioni imposte, riunioni vuote, e un silenzio assordante da parte di chi dovrebbe ascoltare. Il centro è trattato come un bancomat fiscale, spremuto con tasse e multe, ma abbandonato a se stesso. Noi resistiamo, ma da soli non basta più. Serve un cambio di passo vero, coraggioso, condiviso. Chiediamo alla politica di riconoscere il commercio locale come leva culturale e sociale, non solo economica».
«Chiediamo alla cittadinanza di non essere spettatrice del degrado. Sostenere il commercio di prossimità significa tenere viva l'anima della città. O adesso, o mai più».
Il commercio di prossimità, le botteghe storiche, i presìdi culturali stanno lasciando spazio a un deserto fatto di bazar indistinti, minimarket h24 e locali abbandonati. Nel frattempo, chi dovrebbe occuparsi della riqualificazione urbana è in ferie da mesi, mentre il centro si spegne, nell'apatia generale.
Per questo, le due associazioni hanno deciso di unire la propria voce in una nota congiunta, indirizzata a politica, istituzioni e cittadini: «Corso Umberto un tempo era il cuore pulsante del commercio locale. Oggi è un susseguirsi di serrande abbassate, vetrine vuote e locali senz'anima. Al posto delle attività storiche aprono solo bazar indistinti, cloni di cloni, capaci di sostenere affitti che il commercio tradizionale non può più permettersi».
«L'assenza di una visione chiara per il centro è sotto gli occhi di tutti. Nessun evento, nessuna proposta, solo decisioni imposte, riunioni vuote, e un silenzio assordante da parte di chi dovrebbe ascoltare. Il centro è trattato come un bancomat fiscale, spremuto con tasse e multe, ma abbandonato a se stesso. Noi resistiamo, ma da soli non basta più. Serve un cambio di passo vero, coraggioso, condiviso. Chiediamo alla politica di riconoscere il commercio locale come leva culturale e sociale, non solo economica».
«Chiediamo alla cittadinanza di non essere spettatrice del degrado. Sostenere il commercio di prossimità significa tenere viva l'anima della città. O adesso, o mai più».