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Moby Prince, 30 anni dopo la tragedia il Consiglio comunale di Molfetta chiede giustizia e verità

Minervini: «Un dovere nel rispetto di concittadini e vittime di quel dramma»

Le fiamme alte, poi la morte. Tra un mese saranno trascorsi trent'anni esatti dalla tragedia del traghetto Moby Prince che, il 10 aprile del 1991, in seguito alla collisione nel porto di Livorno con la petroliera Agip Abruzzo, prese fuoco. A bordo c'erano 141 persone. In 140 persero la vita. Fra loro 4 molfettesi: Giovanni Abbattista (46 anni), Natale Amato (53), Giuseppe de Gennaro (29) e Nicola Salvemini (36).

Ad oggi nessuno di loro ha ottenuto giustizia. Di qui la decisione assunta, all'unanimità, dal Consiglio comunale di Molfetta, con delibera numero 11 del 10 marzo 2021, di chiedere, per tramite del primo cittadino, Tommaso Minervini, presso le sedi parlamentari, sia l'istituzione di una nuova Commissione parlamentare d'inchiesta per giungere alla verità sia la costituzione di un fondo ad hoc per sostenere le attività di ricerca della verità e per risarcire le famiglie delle vittime; organizzazione di una delegazione istituzionale, con la presenza dei familiari delle vittime molfettesi.

«Per noi è un obbligo morale ricordare questi lavoratori del mare che hanno pagato con la vita il loro diritto al lavoro - commenta il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini – abbiamo bisogno di verità e di giustizia per una vicenda che presenta ancora aspetti non chiariti e le determinazioni a cui era giunta la prima commissione parlamentare di inchiesta non possono finire nell'oblio facendo appello alla prescrizione. Anzi, chiediamo, a gran voce che si ricominci proprio partendo da quelle risultanze. I nostri concittadini, tutta la marineria e tutte le altre vittime di quella assurda tragedia devono vedere riconosciuti i loro diritti e la tutela del loro lavoro».

Come si ricorderà a gennaio del 2018 la Commissione parlamentare di inchiesta ribaltò gli esiti dei processi di primo e secondo grado non concordando con le risultanze a cui erano pervenuti e, proprio sulla base di queste nuove conclusioni i familiari delle vittime, ad aprile del 2019, citarono lo Stato per presunte inadempienze legate al mancato controllo dell'area portuale di Livorno e all'assenza di soccorsi. L'istanza è, però, stata rigettata, lo scorso 2 novembre, per intervenuta prescrizione, dalla Sezione civile del Tribunale di Firenze.

Alla seduta consiliare, in video conferenza, ha preso parte anche il senatore Francesco Bruni, componente dell'allora Commissione parlamentare di inchiesta che indagò sulle cause della tragedia del traghetto Moby Prince. La massima assise cittadina ha impegnato il Sindaco Minervini a dare sostegno ai familiari della vittime, per prendere parte alle commemorazioni che si terranno a Livorno in occasione del 30esimo anniversario della tragedia, ed ha contestualmente impegnato il Sindaco Minervini e il presidente del Consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, a sollecitare i parlamentari del territorio e della Regione ad adoperarsi presso gli organi competenti.
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