
Minervini: «A Molfetta nessun caso di Coronavirus. Chi diffonde false notizie verrà punito»
Il Sindaco si esprime sugli allarmismi emersi sui social nelle ultime ore
Molfetta - domenica 23 febbraio 2020
19.37
Nel tardo pomeriggio di oggi, il Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini ha incontrato la stampa per fornire delle comunicazioni riguardanti la diffusione incontrollata e inattendibile di notizie relative al Coronavirus: è stato seccamente demonizzato l'uso dei social network come mezzo improprio per diffondere aggiornamenti su questo delicato tema di sanità pubblica.
Il primo cittadino molfettese, anche come maggiore autorità sanitaria, si è così espresso al riguardo: «Il nostro obiettivo principale dell'incontro odierno è quello di spezzare sul nascere ogni tipo di psicosi da social network che nelle ultime ore sta creando panico nella città. A Molfetta non ci sono casi sospetti e stiamo soltanto attuando un'attività di monitoraggio come si sta facendo nel resto d'Italia, applicando protocolli che preventivamente devono essere attuati per il principio di cautela. Prego vivamente di porre la massima attenzione su come viene veicolata questa tematica perché si tratta di una situazione seria e chi andrà fuori dalle righe ne risponderà penalmente perché esiste il reato di procurato allarme. Bisogna attendere solo le fonti ufficiali per ogni tipo di novità in merito. Non sono ammesse deroghe o fantasie di alcun tipo. Stiamo agendo in pieno coordinamento con i Carabinieri, con la Polizia, con l'Ufficio d'Igiene e con tutti i medici impegnati in città. Il dovere, anche della stampa, è quello di fornire solo corrette informazioni evitando qualsiasi propagazione di false notizie come quelle messe in circolo nelle ultime ore sui alcuni social. Noi siamo da giorni sul pezzo su questo fronte e per questo chiediamo massima trasparenza sul flusso d'informazione».
A seguire, ha preso la parola il Dott. Drago dell'Ufficio Tecnico per l'Igiene: «I coronavirus non rappresentano di per sé una novità perché già in passato, in diverse aree del mondo, si sono manifestati creando situazioni non molto diverse da quella attuale. Questo nuovo agente patogeno, la cui diffusione tiene banco a livello internazionale già da alcune settimane, è mutato adattandosi all'uomo e per questo adesso è capace di trasmettersi per via aerea anche se fondamentalmente non è diverso dal tradizionale virus influenzale. Non è un caso, infatti, che nella maggioranza dei casi sospetti si prenda atto di questo tipo di confusione. Questo virus può avere conseguenze più preoccupanti solo laddove vi siano già situazioni a rischio. L'unica via che ora occorre seguire è quella della prevenzione, lavandosi le mani con frequenza e avendo cura in caso di colpi di tosse o starnuti. L'uso delle mascherine è fine a se stesso perché è utile solo per chi sappia di essere malato o per chi deve assistere una persona affetta dalla patologia. In Puglia, fin qui, non è stato previsto alcun tampone ma aspettiamo il vertice di domani in Regione per capire se ci saranno novità. Per smorzare ogni tipo di allarmismo, dobbiamo distinguere il contatto, il caso sospetto e quello accertato. I primi sono coloro che hanno in qualche modo stanziato nelle aree a rischio in tempi recenti, soggetti ritenuti sani e che devono solo sottoporsi ad una procedura di incubazione volontaria di quattordici giorni in caso di sintomi. Allo stato attuale, in Puglia, sono in corso operazioni di monitoraggio solo per i contatti, soprattutto studenti e lavoratori provenienti dalle zone della Lombardia e del Veneto».
In ogni caso, chi pensa di avere condizioni sanitarie sospette dovrà rivolgersi ai numeri indicati, quello ministeriale 1500, il 112 e il 118, oltre ai contatti delle forze dell'ordine locale. Inoltre, è doveroso richiedere assistenza solo per via telefonica e dunque senza presentarsi di persona presso il Pronto Soccorso o negli studi pediatrici, per evitare possibili contatti con altri pazienti. Per la prevenzione generale, si suggerisce infine di far sempre riferimento al decalogo diffuso dal Ministero della Salute.
Il primo cittadino molfettese, anche come maggiore autorità sanitaria, si è così espresso al riguardo: «Il nostro obiettivo principale dell'incontro odierno è quello di spezzare sul nascere ogni tipo di psicosi da social network che nelle ultime ore sta creando panico nella città. A Molfetta non ci sono casi sospetti e stiamo soltanto attuando un'attività di monitoraggio come si sta facendo nel resto d'Italia, applicando protocolli che preventivamente devono essere attuati per il principio di cautela. Prego vivamente di porre la massima attenzione su come viene veicolata questa tematica perché si tratta di una situazione seria e chi andrà fuori dalle righe ne risponderà penalmente perché esiste il reato di procurato allarme. Bisogna attendere solo le fonti ufficiali per ogni tipo di novità in merito. Non sono ammesse deroghe o fantasie di alcun tipo. Stiamo agendo in pieno coordinamento con i Carabinieri, con la Polizia, con l'Ufficio d'Igiene e con tutti i medici impegnati in città. Il dovere, anche della stampa, è quello di fornire solo corrette informazioni evitando qualsiasi propagazione di false notizie come quelle messe in circolo nelle ultime ore sui alcuni social. Noi siamo da giorni sul pezzo su questo fronte e per questo chiediamo massima trasparenza sul flusso d'informazione».
A seguire, ha preso la parola il Dott. Drago dell'Ufficio Tecnico per l'Igiene: «I coronavirus non rappresentano di per sé una novità perché già in passato, in diverse aree del mondo, si sono manifestati creando situazioni non molto diverse da quella attuale. Questo nuovo agente patogeno, la cui diffusione tiene banco a livello internazionale già da alcune settimane, è mutato adattandosi all'uomo e per questo adesso è capace di trasmettersi per via aerea anche se fondamentalmente non è diverso dal tradizionale virus influenzale. Non è un caso, infatti, che nella maggioranza dei casi sospetti si prenda atto di questo tipo di confusione. Questo virus può avere conseguenze più preoccupanti solo laddove vi siano già situazioni a rischio. L'unica via che ora occorre seguire è quella della prevenzione, lavandosi le mani con frequenza e avendo cura in caso di colpi di tosse o starnuti. L'uso delle mascherine è fine a se stesso perché è utile solo per chi sappia di essere malato o per chi deve assistere una persona affetta dalla patologia. In Puglia, fin qui, non è stato previsto alcun tampone ma aspettiamo il vertice di domani in Regione per capire se ci saranno novità. Per smorzare ogni tipo di allarmismo, dobbiamo distinguere il contatto, il caso sospetto e quello accertato. I primi sono coloro che hanno in qualche modo stanziato nelle aree a rischio in tempi recenti, soggetti ritenuti sani e che devono solo sottoporsi ad una procedura di incubazione volontaria di quattordici giorni in caso di sintomi. Allo stato attuale, in Puglia, sono in corso operazioni di monitoraggio solo per i contatti, soprattutto studenti e lavoratori provenienti dalle zone della Lombardia e del Veneto».
In ogni caso, chi pensa di avere condizioni sanitarie sospette dovrà rivolgersi ai numeri indicati, quello ministeriale 1500, il 112 e il 118, oltre ai contatti delle forze dell'ordine locale. Inoltre, è doveroso richiedere assistenza solo per via telefonica e dunque senza presentarsi di persona presso il Pronto Soccorso o negli studi pediatrici, per evitare possibili contatti con altri pazienti. Per la prevenzione generale, si suggerisce infine di far sempre riferimento al decalogo diffuso dal Ministero della Salute.