
Politica
Mastropasqua e i consiglieri di opposizione lanciano un appello alla responsabilità politica
Le loro parole: «Il nostro unico interesse è la difesa di Molfetta»
Molfetta - lunedì 26 maggio 2025
11.42 Comunicato Stampa
«Non chiediamo manette, chiediamo uno stop. Arrestatevi, per rispetto della città, delle istituzioni, dei cittadini. Fermatevi per dignità». È un passaggio centrale dell'intervento con cui Pietro Mastropasqua, affiancato dai consiglieri di opposizione ha chiuso l'incontro con i cittadini e con la stampa dal titolo inequivocabilmente provocatorio quanto simbolico: «Fermatevi per il bene di Molfetta e riflettete sull'interesse della Città, che non può essere interdetta e arrestata e il cui destino non può essere legato a doppio filo a quello del Sindaco», tenutosi sabato scorso. Hanno partecipato alla conferenza i giornalisti delle testate nazionali e di quelle locali. Ha destato attenzione la presenza di altri consiglieri comunali di opposizione, dei rappresentanti di alcuni movimenti politici cittadini di diversa estrazione, e dell'ex consigliere della Multiservizi Leonardo Siragusa che, in rottura con i metodi gestionali dell'amministrazione, si dimise dall'incarico. Un incontro che non ha mancato digenerare un risvolto politico anche per le reazioni dal Palazzo di governo con dichiarazioni a dir poco farneticanti e prive di qualsiasi logica politica e, soprattutto, con un linguaggio vecchio. Ancora un volta il Palazzo dimostra l'incapacità di leggere le situazioni in corso e di fare una severa autocritica. Per l'orgoglio di qualcuno (oramai siamo ad una "tenera" arroganza) la Città viene colpita nel cuore, così come vengono colpiti tutti coloro che sono lì attorno all'uomo solo al comando. Uno per uno. Inesorabilmente! E nessuno si rende conto che la legislatura è agli ultimi vagiti e che occorre rilanciare un idea nuova per Molfetta. Quella dell'opposizione è un'esortazione civile, non certo una sentenza penale. «Siamo garantisti. Lo siamo per convinzione profonda, non per convenienza. E proprio per questo – ha detto Mastropasqua – oggi non una parola sulle indagini in corso. Non facciamo sciacallaggio, non ci interessa sparare su un primo cittadino che speriamo sempre non abbia smarrito il senso delle istituzioni, e per il quale non proviamo odio, e su una maggioranza deragliata. C'è un giudice che sta decidendo sulle richieste di custodia cautelari emesse dalla Procura della Repubblica nei confronti del sindaco, di dirigenti e di imprenditori, e non è certo mia intenzione influenzare la sua decisione. E mia volontà ribadire che il sistema del Palazzo è, da tempo, entrato in crisi ed è oramai collassato. E non ci sono soluzioni, non ci sono "magie" che possano salvare la vita a questa amministrazione a prescindere da ciò che avverrà nei prossimi giorni. Sarebbe stato facile, per me, per noi, venire qui oggi e sparare (come si dice) sulla "croce rossa" ed evidenziare ancora una volta le "gestioni", a nostro dire opache, di un sistema di governo della Città che abbiamo sempre contestato. Anche qualche nota di colore pruriginosa, che pare emersa sulla stampa, non ci appassiona. Siamo ormai ai titoli di coda. Ci siamo ritrovati: un gruppo di cittadini che con impegno e lealtà combattono contro un sistema avvitato su se stesso. Il tempo s'incaricherà di restituire la verità alla Città, che è sempre più abbandonata a se stessa e colpita tutt'ora dalla più becera propaganda». «Ma se il garantismo impone il silenzio sulle inchieste – è un successivo passaggio dell'intervento di Mastropasqua – non può e non deve zittire certo la denuncia politica. Fatevene una ragione, la Città è stanca di certi comportamenti. È sotto gli occhi di tutti – ha aggiunto Pietro Mastropasqua – il disastro amministrativo. Qualcuno ha forse pensato che il Comune sia una sorta di "Srl unipersonale", con effetti devastanti sulla trasparenza, sull'efficienza e sulla fiducia dei cittadini. In questi anni sono emersi con troppa chiarezza rapporti per lo meno "sconsigliati" per chi vuole guidare la Città con trasparenza e nel solo interesse dei molfettesi. E questi sono i frutti che oggi raccogliamo come comunità. Una città impantanata». Per poi proseguire su un caso emblematico che riguarda le opere pubbliche: quello del porto. «Quale azienda, nelle condizioni che si sono venute a creare, oserebbe presentarsi a una gara d'appalto per la sua costruzione o gestione? Il rischio di farsi male senza volerlo sarebbe altissimo! E a risentirne è ovviamente il tessuto economico, industriale e imprenditoriale di Molfetta». Mastropasqua ha parlato apertamente di un "blocco amministrativo totale", con una città "senza guida, senza impulso, senza futuro". E ha elencato le ferite aperte di Molfetta: «Opere incompiute da terminare con enorme esborso di denaro, lavori pubblici con perizie di variante (più soldi!), case popolari da sbloccare con urgenza, aree PIP e ASI paralizzate, spiagge pubbliche attrezzate inesistenti, emergenze sociali sempre più gravi. E ora? Si moltiplicano i comunicati stampa e la propaganda nella speranza vana di convincere i molfettesi che va tutto bene. Ci piace Battiti a Molfetta per 5 giorni, ma – al netto della procedura che potremmo attenzionare – non basta per risolvere i problemi che abbiamo in Città». L'avvocato Mastropasqua ha poi rilanciato una proposta politica per l'immediato futuro: «Serve una pausa. Un atto di consapevolezza. E una riflessione da parte di tutti: politici e cittadini impegnati. E poi serve un'"Alleanza di volontari": una rete di energie sane, di cittadini, comitati, associazioni, imprese responsabili, con idee e progettualità per la città. Oltre il cemento ed il ferro di questi anni! Chi ha resistito alla sbornia del potere comunale in questi anni, o si è appena ripreso o intende riprendersi, ha il dovere di esserci. Per Molfetta». Durante l'incontro sono intervenuti anche i consiglieri Mauro Binetti, Ippolita Germinario e Girolamo Lanza, che rappresentano il nuovo corso di rappresentanza istituzionale a testimonianza della capacità di restare alternativi ad un sistema di governo dannoso per la città. Binetti ha ricordato come le nostre denunce politiche non siano una novità dell'ultima ora: «La nostra attività politica è stata attenta in questi anni, ma siamo pronti a combattere su tutti i campi per difendereMolfetta. Da anni mettiamo nero su bianco tutte le storture di questa amministrazione e siamo pronti ad intensificare la nostra azione se dovesse servire». Germinario ha invece puntato l'attenzione sullo sguardo miope della giunta verso le generazioni future: «Molfetta ha bisogno di una visione che guardi avanti, non di scelte miopi. La città è ferma e chiede un cambio di rotta. Il dissenso contro Minervini è percepibile da ogni cittadino che incontriamo». Infine Lanza, che dagli scranni della maggioranza è passato all'opposizione proprio per uscire da questo clima asfissiante, ha ricordato i motivi della sua scelta: «Quando ho percepito che non sempre si stava tutelando il bene collettivo, ho fatto un passo indietro e ho deciso di difendere Molfetta. Oggi paghiamo le conseguenze di questa amministrazione e del brutto lavoro degli ultimi anni». La conferenza stampa ha segnato un nuovo scenario politico un rimescolamento di prospettiva su cui la maggioranza (maggioranza?), che risulta spaesata, afona e interdetta, dovrebbe ragionare. Così hanno concluso, all'unisono, i quattro consiglieri di opposizione: «Il nostro unico interesse è la difesa di Molfetta. E da oggi chiunque voglia davvero cambiare le cose sa da che parte stare per la costruzione di questo progetto politico: l'"Alleanza dei volontari".