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Politica

Mariano Caputo fa le pulci all’amministrazione Natalicchio

«Quella che viene raccontata è una città che non esiste»

Ci sono anche gli scontrini di supermercati, di negozi di giocattoli, di ristoranti, i cosiddetti "buoni economali", che non passano attraverso le dirigenziali, acquisti di panettoni, ma per Mariano Caputo, capogruppo in consiglio comunale di Molfetta Futura, quelli sono solo da contorno, il fulcro della conferenza stampa, che si è tenuta ieri sera, nella sala Finocchiaro della Fabbrica di san Domenico, è un altro: dimostrare, carte alla mano, che il "palazzo di vetro", celebrato in campagna elettorale dall'attuale amministrazione, non è così trasparente a due anni e mezzo di amministrazione.

Per Caputo: «sono un fallimento complessivo, manca di programmazione, e nessuna delle promesse elettorali è stata mantenuta».

Documenti alla mano il consigliere di opposizione fa rilevare che già all'indomani dell'insediamento il 3 luglio 2013 in un primo momento «l'incarico di dirigente del settore territorio doveva essere affidato a Nicola Berlen, già sindaco di Mola di Bari e grande elettore di Guglielmo Minervini nel 2010, ma questo incarico non poteva essere affidato perché l'art. 7 del Decreto legislativo n.39 del 2013 "non consente affidamenti di incarichi dirigenziali a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio comunale". Ed allora» - continua Caputo - «viene nominata per quell'incarico Sabina Lenoci, l'unica a possedere un requisito aggiunto nell'avviso e non presente nella delibera di giunta. Con evidente presa in giro dei tanti professionisti locali e non che avevano partecipato a questo concorso».

Ma come dichiara e dimostra Caputo con le delibere e le dirigenziali «il nome di Berlen ricompare sottoforma di presidente della Cooperativa "Punto di vista" per l'affidamento "per vie brevi" di un incarico di consulenza.

Facendo riferimento sempre a quanto detto in campagna elettorale in merito alle consulenza fa ancora notare Caputo «il sindaco aveva più volte dichiarato che per queste consulenze d'oro sono stati spesi milioni di euro senza passare dalla gara d'appalti, ma anche l'attuale amministrazione fa spesso ricorso alle consulenze esterne per qualsiasi cosa, non è in grado di assumersi delle responsabilità».

Anche sulla costruzione della pista di atletica il consigliere di opposizione evidenzia delle irregolarità, una su tutte «l'anticipo di circa 900 mila euro per lavori che sono sospesi e quelli effettivamente eseguiti ammontano a qualche centinaia di migliaia di euro. Anticipo non dovuto perché la gara è stata bandita prima dell'emanazione della Legge 98/2013».

Nella documentazione esibita da Mariano Caputo ci sarebbero palesi irregolarità per l'appalto della fornitura di apparecchiature tecnologiche di regia e post produzione alla Cittadella degli artisti, la base d'asta di detta gara veniva stimata in circa 114 mila euro oltre Iva, la scadenza della gara era fissato per il 14 agosto 2013, partecipa una sola ditta che si aggiudica la gara con un ribasso del 2%. Ma la firma del contratto avviene il 31 luglio 2014, per legge dice Caputo: «il contratto deve essere stipulato dopo 35 giorni dall'aggiudicazione definitiva. Ma questa gara presenta dei vizi e delle irregolarità in quanto al momento della presentazione dell'offerta l'azienda non era in regola con i versamenti contributivi e previdenziali, quindi avrebbero dovuto revocare l'aggiudicazione provvisoria e indire una nuova gara d'appalto. Inoltre anche a questa ditta viene riconosciuta l'anticipazione del 10% non dovuta».

Anche per la redazione del piano urbano di mobilità sostenibile, ci sono delle cose poco chiare, come dimostra Caputo. «Detto piano prevedeva quattro attività principali, due vengono affidate direttamente ad una società di Perugia, perché sotto il tetto dei 40 mila euro e le altre a un ingegnere, riconducibile alla stessa società o meglio è socio fondatore, il tutto per non fare la gare».

Mariano Caputo è un fiume in piena non tralascia nulla e ad inizio incontro precisa che le spese da lui sostenute quando era assessore erano per corsi di formazione per l'espletamento del suo ruolo, corsi che risultano da atti pubblici. E conclude riferendosi alla comunicazione istituzionale, quella che arriva da Palazzo: «quella che viene raccontata è una città che non esiste».
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