Il porto di Molfetta
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Cronaca

Inchiesta porto, le intercettazioni: «Non esiste la roba bianca, qua è tutta terra»

«Stanno esagerando e succede il terremoto», dicevano due dipendenti al telefono: «Il mare è diventato tutto rosso»

Sulla carta il molo di sopraflutto del porto di Molfetta doveva essere realizzato con i materiali previsti dal capitolato, ovvero tout venant e rocce. In realtà sarebbe stato usato materiale «mischiato», come ordina l'imprenditore Giuseppe Dell'Erba ad un autotrasportatore: «Carica mischiato, carica mischiato il primo viaggio».

Di materiale «mischiato» parlano anche Emanuele Tatulli e Domenico Calvi: «Almeno mischiate un poco, che c…». La frode, per gli inquirenti, «è ben nota» anche a Marcello Calandrini («Di terra? Me lo immaginavo! Della porcheria!») e a Marck Bravaccini: «Il materiale che fa cagare quello rosso». Ed è proprio quest'ultimo, al telefono con Dell'Erba, «a contestare l'illecito al fornitore», si legge agli atti: «Ho visto che è il triplo la terza categoria... hai portato, dopo rompono il c… a me!».

E sempre per gli inquirenti «le conseguenze della frode» sono ben note anche a Tatulli e a Calvi, «i quali, tuttavia non desistono dal concorrere con Dell'Erba nella consumazione delle condotte delittuose» contestate. «Stanno esagerando e succede il terremoto», la preoccupazione di Calvi. «Non esiste la roba bianca (il tout venant, previsto dal capitolato speciale), qua è tutta terra», la risposta di Tatulli. Entrambi pensavano già a difendersi in quanto «il mare è diventato tutto rosso».

E difatti «la conversazione - si legge nella misura cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Carmen Anna Lidia Corvino -, riscontra le videoriprese e le foto» dei finanzieri «da cui si evince che le acque hanno assunto un colorito rossastro». E «se queste condotte perdurano da un anno, Calandrini e Calvi, su Dell'Erba, dicono che «ha il coltello dalla parte del manico… è così! È un anno, non un giorno… un anno. Purtroppo è così, ma ormai non gli fai niente».

Secondo Corvino «nella consapevolezza di quanto stesse avvenendo e nell'assenza di controlli, le condotte criminose continuavano senza pudore». Emblematica è la conversazione tra Calvi e Tatulli, «dimostrativa della conoscenza del fatto che Dell'Erba» dia ordine di trasportare «merda micidiale nera», nella quale «non ci sta un pezzo di pietra in mezzo», preoccupato di «passare i guai» perché arriva «la terra nera», situazione davanti alla quale botta: «Mi sono schifato veramente».

Non solo materiale misto, «mischiato», anche «erba», è scritto agli atti dell'inchiesta («Sono andati due, tre viaggi in quella maniera! Tutta erba sotto, terra rossa! Non si capisce! Il macello!») e persino «asfalto». Il 16 febbraio 2022, quando i militari, retti dai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello e Francesco Tosto, acquisirono i documenti, le intercettazioni hanno consentito agli inquirenti di «percepire anche l'agitazione degli indagati».

Di Calvi, ad esempio: «La prima sopra la bolla mette la terza! E questi mo stanno vedendo tutto». Oppure del suo collega Calandrini: «Ha portato sti camion, c'era, c'è la Finanza e hanno detto "cosa stai portando… io non lo faccio più"». È proprio Calandrini ad avvertire Calvi dell'arrivo dei militari: «Ho la Finanza in cantiere». E lui: «Quello lo mettiamo caso mai, lo spostiamo da quest'altra parte». Parlavano senza sapere di essere intercettati dagli uomini del capitano Salvatore Mercone.

È sempre Calandrini ad attivarsi («Falli fermare»), preoccupandosi di avvertire Dell'Erba («Dillo anche a Giuseppe») e adoperandosi per falsificare i documenti di trasporto: «Sta arrivando un camion, non ricordo… gli fai una correzione e gli metti "prima" per favore. Vedi che ha una "terza", gli fai un appunto e scrivi "prima"».
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