Madonna dei Martiri
Madonna dei Martiri

Il Presidente del Comitato feste patronali, Siragusa: «Molfetta città pilota per questo tipo di eventi»

Anche quest’anno “speciale” non sono mancate le polemiche

L'eco degli ultimi tre colpi dei fuochi d'artificio è oramai lontano. Le luminarie sulla facciata della Basilica sono state smontate. Non c'è stata la sagra a mare, non ci sono state le bancarelle e nemmeno le giostre. Ma il 7 e l'8 settembre 2020 a Molfetta è stata comunque festa. Non sono mancati, anche se in forma diversa, i festeggiamenti in onore della Regina dei Martiri.

Ad alcuni giorni di distanza abbiamo incontrato il presidente del Comitato feste patronali, Leonardo Siragusa, che è ancora incredulo per tutto quello che hanno fatto, «perché era tutto nuovo, non c'erano dei precedenti a cui rifarsi. Possiamo dire che la nostra città è stata una città pilota per l'organizzazione di questa tipologia di eventi».

Già nel nostro primo incontro qualche mese fa il presidente aveva parlato di sfida nell'organizzazione della festa patronale.

Ed proprio il presidente Siragusa a ribadire: «è stata una grande sfida per la situazione sanitaria che stiamo vivendo, in una situazione diversa la festa sarebbe andata da sola. Negli altri casi un Comitato è più bravo di un altro a livello del folclore e della coreografia, dalle luminarie ai fuochi d'artificio, in base agli investimenti che si fanno. In questa circostanza è entrato in gioco il coraggio di un Comitato che ha voluto cogliere la sfida e onorare la Madonna.
E' bene ricordare che in capo al presidente del Comitato ci sono responsabilità economiche, ma anche civili e penali.

Per questo reputo che sia un bilancio sicuramente positivo, anche dal riscontro che ho avuto attraverso i nostri canali social, in tantissimi hanno seguito le dirette dell'Incoronazione e del Pontificale, oltre ai tanti che hanno potuto seguire le celebrazioni attraverso le dirette di Teledehon. Abbiamo adottato tutti i sistemi tecnologici per la più ampia partecipazione agli eventi religiosi».

E' proprio in questa ottica della più ampia partecipazione di fedeli che il presidente del Comitato ci spiega che si è fatto in modo di usufruire non solo della Basilica, che può contenere con le norme Covid-19 200 posti a sedere, ma anche dell'Atrio dei Pellegrini, dove è stato allestito per il giorno dell'Incoronazione un maxi schermo che dava la possibilità ad altre 800 persone di poter partecipare alle celebrazioni. Lo stesso maxi schermo è stato spostato per il Pontificale in Basilica. «Il monitor non è stato posizionato fuori per evitare assembramenti».

Come ogni festa patronale che si rispetti non sono mancate le polemiche, ovviamente quest'anno non sono state sulle luminarie, come è accaduto negli anni scorsi, ma sull'organizzazione dell'evento che per alcuni è stato considerato "elitario".

Il presidente Siragusa difende l'operato del Comitato e ribatte punto per punto le "critiche" mosse, da subito premette e ribadisce: «è bene anche precisare che tutti gli eventi sono limitati a 1000 posti a sedere, per le norme anti Covid presenti in questo momento. Abbiamo dovuto rispettare tutte le leggi e le normative in vigore, anche a noi sarebbe piaciuto fare la classica festa, ma quest'anno non è stato possibile. Per questo ci siamo mossi nel rispetto delle leggi cercando di garantire la massima partecipazione».

Inoltre, ci tiene a precisare che «i pass per accedere alle due funzioni non sono stati dati ad una elite di persone, ma sono stati distribuiti presso le parrocchie e in alcuni giorni è stato possibile ritirarli anche presso la sede del Comitato, insomma. si è fatto in modo che i fedeli potessero partecipare alle celebrazioni. Infine, voglio sottolineare che, come presidente, ho vietato i componenti del Comitato di sedersi sulle sedie, bensì a lavorare in quelle due giornate per garantire la massima sicurezza dei fedeli».

Aggiunge: «le celebrazioni non si sono potute fare sul sagrato perché c'è un decreto della Conferenza episcopale che vieta l'uscita del simulacro nell'area antistante la Basilica, abbiamo potuto realizzare le celebrazioni all'esterno, solo perché quell'area fa parte della struttura stessa della Chiesa.

Non solo abbiamo dovuto chiedere tutti i permessi, ma durante tutto il periodo di realizzazione dell'evento abbiamo avuto un ingegnere responsabile della sicurezza (Giovanni Bufi) che ha seguito i lavori passo passo, dalla realizzazione del palco, al posizionamento delle sedie. Infatti, tutti i posti a sedere erano distanziati di un metro gli uni dagli altri».

Chiude ogni polemica dicendo: «a non tutti può piacere quello che si fa, ed è nell'ordine naturale delle cose, la critica costruttiva può essere anche di aiuto per migliorarci. Le polemiche lasciano il tempo che trovano».

Quale è stato il momento più emozionante?
«Non c'è un momento particolare è stata tutta un' emozione dall'inizio alla fine di questa avventura. Avendo vissuto questa festa più in intimità, è stato vissuto tutto in maniera diversa.

E' stato emozionate vedere che tutti quelli che ci hanno aiutato a realizzare queste celebrazioni dal Ser Molfetta, alle Forze dell'Ordine, tutte le associazioni di volontariato intervenute, abbiano collaborato con un unico spirito, ossia l'amore per la Madonna. Stessa cosa vale anche per coloro che hanno lavorato per l'allestimento del palco, piuttosto che della scenografia, con turni estenuanti, nonostante tutto, tutti hanno lavorato con entusiasmo.


Si è creata un'atmosfera che a parole non si può descrivere. C'è tanto lavoro che non si vede, giusto per dirne una, durante il Pontificale era stato allestito un centro di primo intervento da parte del SerMolfetta con i propri medici. Il tutto è stato possibile perché c'è un' organizzazione che consente di poter arrivare ad un risultato nel rispetto delle norme previste ora».

Archiviata l'edizione speciale del 2020, il Comitato feste patronali è già a lavoro per l'organizzazione della prossima festa.
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