
Il Coronavirus ferma il commercio. Molfetta in Centro: «Resisteremo e torneremo»
L'intervista a Giuseppe Andriani, presidente dell'associazione
Molfetta - domenica 15 marzo 2020
10.23
Sono giorni difficili per Molfetta e l'Italia. Giorni di preoccupazione e angoscia nei quali ormai l'appello è solo quello di restare tutti a casa per evitare il diffondersi del contagio.
È da ormai circa una settimana che a Molfetta le serrande sono abbassate. I commercianti, prima ancora che arrivasse il Decreto del 9 marzo, lo hanno deciso spontaneamente. Senso di responsabilità verso i clienti, sè stessi e le proprie famiglie.
«È davvero dura vedere le strade deserte, le serrande abbassate, ascoltare per le vie di Molfetta un'inquietante silenzio. Questo virus ha fatto della nostra bellissima e viva città, una città fantasma, ci ha costretti a restare a casa, per noi commercianti direi la nostra "seconda casa" perché la nostra casa sono le nostre attività, la nostra casa è il centro città nel quale trascorriamo la nostra vita, chiusi nei nostri negozi, a lavorare, a cercare di soddisfare con dedizione le vostre richieste, a cercare di offrirvi sempre il meglio, sempre con il sorriso, anche nonostante le critiche e le difficoltà», racconta
Giuseppe Andriani presidente dell'associazione Molfetta in Centro.
Andriani parla a nome di tutti gli associati ovvero dei commercianti di Corso Umberto e zone limitrofe, colpiti come tutti.
Una quotidianità completamente capovolta, cambiata per chi è abituato ogni giorno a incontrare gente.
«Ci manca il poter incontrare i nostri clienti, potergli stringere la mano in segno di saluto, poter ridere e scherzare senza doverci preoccupare di sconfinare il metro di distanza che questo virus ci ha imposto, ci manca anche l'ormai consueto contrattare con i clienti più tenaci e parsimoniosi, che poi si rivelano essere i nostri più affezionati frequentatori, ci manca la nostra vita, la nostra vocazione!», continua Andriani.
«Non so come e quando finirà questa triste situazione e non ci importa dove andrete a fare i vostri acquisti quando sarà tutto passato, ma ci auguriamo di rivederci presto in centro, ci auguriamo di tornare a vedere la gente ridere e chiacchierare per le nostre strade, davanti alle attività, ci auguriamo di sentire nuovamente le risate o i pianti dei più piccoli, ci auguriamo che possiate tornare ad uscire e ad andare ovuque voi vogliate, noi torneremo e resteremo sempre lì dove ci avete lasciato, il vostro negozio di fiducia, il vostro amico in centro!», è l'accorato messaggio rivolto a tutta Molfetta.
È da ormai circa una settimana che a Molfetta le serrande sono abbassate. I commercianti, prima ancora che arrivasse il Decreto del 9 marzo, lo hanno deciso spontaneamente. Senso di responsabilità verso i clienti, sè stessi e le proprie famiglie.
«È davvero dura vedere le strade deserte, le serrande abbassate, ascoltare per le vie di Molfetta un'inquietante silenzio. Questo virus ha fatto della nostra bellissima e viva città, una città fantasma, ci ha costretti a restare a casa, per noi commercianti direi la nostra "seconda casa" perché la nostra casa sono le nostre attività, la nostra casa è il centro città nel quale trascorriamo la nostra vita, chiusi nei nostri negozi, a lavorare, a cercare di soddisfare con dedizione le vostre richieste, a cercare di offrirvi sempre il meglio, sempre con il sorriso, anche nonostante le critiche e le difficoltà», racconta
Giuseppe Andriani presidente dell'associazione Molfetta in Centro.
Andriani parla a nome di tutti gli associati ovvero dei commercianti di Corso Umberto e zone limitrofe, colpiti come tutti.
Una quotidianità completamente capovolta, cambiata per chi è abituato ogni giorno a incontrare gente.
«Ci manca il poter incontrare i nostri clienti, potergli stringere la mano in segno di saluto, poter ridere e scherzare senza doverci preoccupare di sconfinare il metro di distanza che questo virus ci ha imposto, ci manca anche l'ormai consueto contrattare con i clienti più tenaci e parsimoniosi, che poi si rivelano essere i nostri più affezionati frequentatori, ci manca la nostra vita, la nostra vocazione!», continua Andriani.
«Non so come e quando finirà questa triste situazione e non ci importa dove andrete a fare i vostri acquisti quando sarà tutto passato, ma ci auguriamo di rivederci presto in centro, ci auguriamo di tornare a vedere la gente ridere e chiacchierare per le nostre strade, davanti alle attività, ci auguriamo di sentire nuovamente le risate o i pianti dei più piccoli, ci auguriamo che possiate tornare ad uscire e ad andare ovuque voi vogliate, noi torneremo e resteremo sempre lì dove ci avete lasciato, il vostro negozio di fiducia, il vostro amico in centro!», è l'accorato messaggio rivolto a tutta Molfetta.