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Spesa per Natale, i consigli della Coldiretti a Molfetta
Il presidente De Ruvo: «Comprare sempre prodotti ortofrutticoli di stagione»
Molfetta - lunedì 23 dicembre 2019
9.20
Nei prossimi giorni sulle nostre tavole la verdura non mancherà, regine indiscusse saranno: le rape. In buona compagnia dei finocchi, delle carote, del sedano, della cicoria puntarella molfettese per "sciacquarsi la bocca" dopo le frittelle e il capitone.
Oltre questi giorni, i prodotti ortofrutticoli sono quotidianamente sulle nostre tavole ma è anche importante capire quanto siano fresche, come vadano conservate e in quanto tempo devono essere consumate. Per questo viaggio ci siamo fatti accompagnare dal presidente della sezione molfettese della Coldiretti, Mauro De Ruvo, che subito precisa: «la freschezza della verdura la si può constatare dall'ossidazione (imbrunimento) dei tagli, più vira verso il marroncino più giorni ha quel prodotto. Altro consiglio che posso dare è comprare la verdura fresca, di stagione e consumarla subito, qualche giorno di frigo sicuramente ne altera il sapore».
Le rape, o più in generale la verdura, che andremo a comprare in questi giorni è tutta produzione molfettese?
«A Molfetta abbiamo tre colture che si stanno diffondendo: le cicorie, i finocchi e il cavolo, a noi note come cime. Le rape se ne stanno mettendo sempre meno, perché l'agricoltore deve pensare anche a fare reddito e siccome quella produzione sviluppa pochi quintali ad ettaro, quelle che troveremo sono insieme a quelle molfettesi, quelle della zona di Altamura che sono comunque molto sane e qualitativamente valide».
Sulle nostre tavole non mancheranno, oltre alla frutta di stagione mele, mandarini, arance, anche la frutta esotica che il presidente De Ruvo consiglia di mangiare «con ponderazione». Alla fine anche quello fa Natale.
Ci siamo soffermati sull'ortofrutta tipica del periodo natalizio, ma la spesa di verdura e frutta la si fa quotidianamente, per questo è importante capire come acquistare al meglio questi prodotti, che tra l'altro hanno deteriorabilità molto veloce. Per capire la provenienza del prodotto il presidente della Coldiretti suggerisce «di fare attenzione all'etichetta che per regola normativa deve indicare il paese di origine e di chiedere sempre al proprio fruttivendolo».
Negli ultimi anni è aumentato anche il numero di ortolani in città?
«Hanno sì produzioni locali, ma se vedete tanto assortimento potrebbe non essere tutta produzione propria.
Altro consiglio che si può dare ai consumatori, per quanto banale, è quello di comprare i prodotti di stagione, quello vi garantisce freschezza, sapore e certezza che sia una produzione locale. Per esempio, la cicoria puntarella molfettese, caratterizza la sua produzione principalmente nei mesi di dicembre-gennaio, fuori da questo periodo occorrono trattamenti fitosanitari specifici. Se si acquista una verdura destagionalizzata si deve mettere in conto che qualche forzatura c'è».
Per comodità, per velocità, per praticità sempre più spesso si acquista la verdura in busta nei supermercati, possiamo ritenerli prodotti qualitativamente validi?
«Le grandi catene hanno un sistema di controllo qualità capillare, infatti, possono giustificare anche i costi di analisi del prodotto, che deve corrispondere a quanto certificato dal produttore, altrimenti si è soggetti a sanzioni o alla revoca della fornitura. Per questo posso garantire che fanno controlli specifici ed accurati, garantendo così anche il consumatore finale e al contempo "costringono" i produttori a lavorare utilizzando standard elevati».
Coldiretti per antonomasia difende i produttori agricoli, i consumatori come possono valutare se una verdura è prodotta nei nostri territori o altrove?
«Coldiretti tramite "Fondazione Campagna Amica", sin dall'anno 2008, promuove sul territorio gli interessi che legano i produttori agricoli con i consumatori. I temi legati alla sana alimentazione tutelano e promuovono la valorizzazione dei territori e dell'ambiente diffondendo la corretta educazione alimentare; il "villaggio Coldiretti", che è la rappresentazione itinerante dell'incontro tra il mondo agricolo e la società civile è un grande mercato dove vengono esposte tutte le eccellenze locali. Questa esperienza è stata fatta in tante province italiane, non ultima Bari l'anno scorso, e ha dimostrato che la gente è molto attenta a queste eccellenze e alla qualità.
Eccellenza e qualità sono certamente aggettivi complementari anche la freschezza, la genuinità sono tutte cose tipiche dei prodotti della nostra terra.
Il consumatore ha un'unica arma a sua difesa è interloquire con il rivenditore che gli garantisce la provenienza. Oggi noi produttori e poi i nostri venditori si trovano di fronte a consumatori sempre più informati per questo anche noi dovremmo fare la nostra parte garantendo prodotti genuini e di provenienza locale.
Le statistiche dicono che negli ultimi tre anni la ricerca di prodotti biologici è arrivata al 20%, mentre gli anni precedenti si attestava sull'1%. Nell'aumento del biologico c'è anche una scelta precisa del consumatore che vira verso la qualità».
Quali sono le caratteristiche del prodotto biologico?
«E' bene precisare che un prodotto biologico esce fuori da una azienda che ha questo tipo di produzione, ed un' azienda per essere certificata biologica ha bisogno di un iter che dura due/tre anni, deve ottenere tutta una serie di certificazioni, di controlli e di adeguamenti. Ottenuta la certificazione deve attenersi a tutta una serie di regole disciplinari molto restrittive, che fanno sì che la merce che produce sia definita biologica».
Oltre questi giorni, i prodotti ortofrutticoli sono quotidianamente sulle nostre tavole ma è anche importante capire quanto siano fresche, come vadano conservate e in quanto tempo devono essere consumate. Per questo viaggio ci siamo fatti accompagnare dal presidente della sezione molfettese della Coldiretti, Mauro De Ruvo, che subito precisa: «la freschezza della verdura la si può constatare dall'ossidazione (imbrunimento) dei tagli, più vira verso il marroncino più giorni ha quel prodotto. Altro consiglio che posso dare è comprare la verdura fresca, di stagione e consumarla subito, qualche giorno di frigo sicuramente ne altera il sapore».
Le rape, o più in generale la verdura, che andremo a comprare in questi giorni è tutta produzione molfettese?
«A Molfetta abbiamo tre colture che si stanno diffondendo: le cicorie, i finocchi e il cavolo, a noi note come cime. Le rape se ne stanno mettendo sempre meno, perché l'agricoltore deve pensare anche a fare reddito e siccome quella produzione sviluppa pochi quintali ad ettaro, quelle che troveremo sono insieme a quelle molfettesi, quelle della zona di Altamura che sono comunque molto sane e qualitativamente valide».
Sulle nostre tavole non mancheranno, oltre alla frutta di stagione mele, mandarini, arance, anche la frutta esotica che il presidente De Ruvo consiglia di mangiare «con ponderazione». Alla fine anche quello fa Natale.
Ci siamo soffermati sull'ortofrutta tipica del periodo natalizio, ma la spesa di verdura e frutta la si fa quotidianamente, per questo è importante capire come acquistare al meglio questi prodotti, che tra l'altro hanno deteriorabilità molto veloce. Per capire la provenienza del prodotto il presidente della Coldiretti suggerisce «di fare attenzione all'etichetta che per regola normativa deve indicare il paese di origine e di chiedere sempre al proprio fruttivendolo».
Negli ultimi anni è aumentato anche il numero di ortolani in città?
«Hanno sì produzioni locali, ma se vedete tanto assortimento potrebbe non essere tutta produzione propria.
Altro consiglio che si può dare ai consumatori, per quanto banale, è quello di comprare i prodotti di stagione, quello vi garantisce freschezza, sapore e certezza che sia una produzione locale. Per esempio, la cicoria puntarella molfettese, caratterizza la sua produzione principalmente nei mesi di dicembre-gennaio, fuori da questo periodo occorrono trattamenti fitosanitari specifici. Se si acquista una verdura destagionalizzata si deve mettere in conto che qualche forzatura c'è».
Per comodità, per velocità, per praticità sempre più spesso si acquista la verdura in busta nei supermercati, possiamo ritenerli prodotti qualitativamente validi?
«Le grandi catene hanno un sistema di controllo qualità capillare, infatti, possono giustificare anche i costi di analisi del prodotto, che deve corrispondere a quanto certificato dal produttore, altrimenti si è soggetti a sanzioni o alla revoca della fornitura. Per questo posso garantire che fanno controlli specifici ed accurati, garantendo così anche il consumatore finale e al contempo "costringono" i produttori a lavorare utilizzando standard elevati».
Coldiretti per antonomasia difende i produttori agricoli, i consumatori come possono valutare se una verdura è prodotta nei nostri territori o altrove?
«Coldiretti tramite "Fondazione Campagna Amica", sin dall'anno 2008, promuove sul territorio gli interessi che legano i produttori agricoli con i consumatori. I temi legati alla sana alimentazione tutelano e promuovono la valorizzazione dei territori e dell'ambiente diffondendo la corretta educazione alimentare; il "villaggio Coldiretti", che è la rappresentazione itinerante dell'incontro tra il mondo agricolo e la società civile è un grande mercato dove vengono esposte tutte le eccellenze locali. Questa esperienza è stata fatta in tante province italiane, non ultima Bari l'anno scorso, e ha dimostrato che la gente è molto attenta a queste eccellenze e alla qualità.
Eccellenza e qualità sono certamente aggettivi complementari anche la freschezza, la genuinità sono tutte cose tipiche dei prodotti della nostra terra.
Il consumatore ha un'unica arma a sua difesa è interloquire con il rivenditore che gli garantisce la provenienza. Oggi noi produttori e poi i nostri venditori si trovano di fronte a consumatori sempre più informati per questo anche noi dovremmo fare la nostra parte garantendo prodotti genuini e di provenienza locale.
Le statistiche dicono che negli ultimi tre anni la ricerca di prodotti biologici è arrivata al 20%, mentre gli anni precedenti si attestava sull'1%. Nell'aumento del biologico c'è anche una scelta precisa del consumatore che vira verso la qualità».
Quali sono le caratteristiche del prodotto biologico?
«E' bene precisare che un prodotto biologico esce fuori da una azienda che ha questo tipo di produzione, ed un' azienda per essere certificata biologica ha bisogno di un iter che dura due/tre anni, deve ottenere tutta una serie di certificazioni, di controlli e di adeguamenti. Ottenuta la certificazione deve attenersi a tutta una serie di regole disciplinari molto restrittive, che fanno sì che la merce che produce sia definita biologica».