
Cronaca
«Gli arresti di Molfetta grazie al gruppo "Piazze di spaccio" della Procura»
L'ha detto il procuratore capo di Trani, Renato Nitti: «Molfetta è stata tra le prime a raccogliere questa sfida mettendosi a lavoro sulla città»
Molfetta - venerdì 23 maggio 2025
22.27
«I 14 arresti eseguiti dai Carabinieri a Molfetta nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Trani contro lo spaccio di droga, sono stati resi possibili anche grazie al gruppo "Piazze di spaccio", interno alla Procura, e che consente di monitorare le zone in cui si concentra la vendita al dettaglio di stupefacenti».
È quanto ha affermato il procuratore capo di Trani, Renato Nitti, secondo il quale «da qui deriva una sorta di mappatura delle aree di smercio ed è così possibile reperire informazioni e dati utili che, ovviamente, sono a disposizione di tutti i magistrati che svolgono le indagini sullo spaccio». Il gruppo di lavoro, «nato tre anni fa - ha detto ancora il procuratore -, si basa sulle attività di Carabinieri e Polizia di Stato, ma nel monitoraggio abbiamo voluto coinvolgere pure le Polizie Locali».
E «Molfetta è stata tra le prime a raccogliere questa sfida mettendosi a lavoro sulla città» ha proseguito Nitti evidenziando che «è un modo per dare le risposte in tempi stretti ad uno dei fenomeni criminali che crea allarme sociale: lo spaccio di droga». Le indagini hanno accertato che i 19 indagati usavano anche dei nomi criptici per indicare la droga. «Attraverso le mappature delle varie città, in modo periodico, riusciamo a colpire le singole piazze e chi opera», ha proseguito Nitti.
Nel caso dell'operazione che si è concentrata in particolare su Molfetta, «non abbiamo raccolto elementi per dire che c'è un'associazione tra gli indagati - ha detto -, ma non possiamo escluderlo soprattutto perché, statisticamente, è probabile che dietro a singoli episodi di spaccio ci siano gruppi criminali ben strutturati».
È quanto ha affermato il procuratore capo di Trani, Renato Nitti, secondo il quale «da qui deriva una sorta di mappatura delle aree di smercio ed è così possibile reperire informazioni e dati utili che, ovviamente, sono a disposizione di tutti i magistrati che svolgono le indagini sullo spaccio». Il gruppo di lavoro, «nato tre anni fa - ha detto ancora il procuratore -, si basa sulle attività di Carabinieri e Polizia di Stato, ma nel monitoraggio abbiamo voluto coinvolgere pure le Polizie Locali».
E «Molfetta è stata tra le prime a raccogliere questa sfida mettendosi a lavoro sulla città» ha proseguito Nitti evidenziando che «è un modo per dare le risposte in tempi stretti ad uno dei fenomeni criminali che crea allarme sociale: lo spaccio di droga». Le indagini hanno accertato che i 19 indagati usavano anche dei nomi criptici per indicare la droga. «Attraverso le mappature delle varie città, in modo periodico, riusciamo a colpire le singole piazze e chi opera», ha proseguito Nitti.
Nel caso dell'operazione che si è concentrata in particolare su Molfetta, «non abbiamo raccolto elementi per dire che c'è un'associazione tra gli indagati - ha detto -, ma non possiamo escluderlo soprattutto perché, statisticamente, è probabile che dietro a singoli episodi di spaccio ci siano gruppi criminali ben strutturati».