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Cronaca

Da vittima a carnefice, il gioco perverso delle parole

Quando l’intolleranza è eletta a sistema

"Cambiando l'ordine degli addendi la somma non cambia". È una piccola regola aritmetica che però non si può applicare alla lingua italiana. Altrimenti il senso delle frasi, dei discorsi, delle affermazioni, può cambiare e di molto. Eppure c'è chi scambiando parole, periodi, frasi, ha volutamente (?) applicato questa regola alla nostra lingua, stravolgendo così il senso delle cose.

Succede così, è il caso che citiamo, che le vittime diventino carnefici e i carnefici diventano vittime. L'episodio è quello di un fatto di cronaca nera, accaduto a Molfetta nei giorni scorsi, di cui abbiamo dato notizia attraverso il nostro sito domenica scorsa, ripreso nello stesso giorno anche dal quotidiano "Il Giornale", quello diretto da Alessandro Sallusti. Un bullo molfettese di 16 anni, questo il fatto, pur di ottenere gratis cibo e bibite, picchia il commesso di un fast food, un 26enne pakistano. «Arrestato bullo sedicenne. Pretendeva cibo e bevande gratis. Con pugni al volto il bullo ha ferito un commesso pachistano», il nostro titolo che, per "Il Giornale", diventa «Dammi cibo e bibite gratis. Immigrato picchia il commesso». Con il Fornelli, dove il 16enne molfettese è stato condotto in stato di arresto, che secondo l'articolo de "Il Giornale" da carcere minorile diventa, un centro di prima accoglienza.

Un errore del titolista? O forse è la linea editoriale da caccia alle streghe adottata da Sallusti, utile a seminare odio e intolleranza? In effetti è bastato quel titolo per scatenare sul sito web del quotidiano una ridda di commenti indignati. Italiani benpensanti che si scagliano contro gli stranieri, con toni più che mai razzisti. Un "dagli allo straniero" ripreso anche dalla pagina facebook di Matteo Salvini, e non poteva essere che così, dove i commenti sono a dir poco impronunciabili.

Sconcertante anche la chiosa che il redattore ha voluto dare alla notizia. «Intanto – si legge nel pezzo - mentre gli immigrati sono liberi di seminare terrore, proseguono gli sbarchi». E già perché l'equazione è sempre la stessa: immigrato uguale a criminale. È sufficiente cambiare l'ordine delle parole e il gioco è fatto.
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