
Crisi del commercio, le associazioni di categoria scrivono al sindaco di Molfetta
Messaggio chiaro: «Molte piccole imprese rischiano di non arrivare alla fase 2»
Molfetta - mercoledì 29 aprile 2020
18.03
Nel tentativo di affrontare nel migliore dei modi l'inevitabile crisi economica creata dall'emergenza Coronavirus, le associazioni di categoria hanno scritto una lettera al sindaco di Molfetta Tommaso Minervini e all'assessore al Commercio nonché presidente del DUC Molfetta Antonio Ancona. La lettera è il risultato dell'iniziativa congiunta di tutte le associazioni del commercio cittadino dopo aver ascoltato preventivamente un'ampia base di riflessioni in merito. Riportiamo qui alcuni stralci del messaggio, presente in versione integrale in allegato a questo articolo.
«Egregio Sig. Sindaco,
facendo seguito alla richiesta espressa durante l Assemblea dei soci del DUC Molfetta, tenutasi in data 24 aprile 2020 presso la sede comunale di Lama Scotella, di fornire proposte concrete di misure eccezionali per contrastare gli effetti dell emergenza Covid-19 Le sottoponiamo una riflessione unitaria, condivisa da una vastissima platea di commercianti e artigiani. Tutte le precedenti richieste, quindi, vengano considerate superate dalla presente, che costituisce una sintesi ufficiale delle istanze rivolte al DUC e all'Amministrazione in materia di misure straordinarie per il commercio, approvata e condivisa da tutte le associazioni di categoria aderenti al DUC e da tutte le organizzazioni locali del commercio urbano aderenti al DUC. Forse per la prima volta nella storia della nostra comunità, gli esercenti hanno una sola voce. In queste difficili settimane il comparto ha subito un colpo ferale in tutto il Paese. Anche a Molfetta cominciamo a vedere cartelli di "vendesi attività", mentre decine di piccoli imprenditori stanno misurando la propria resistenza in apnea, a serrande abbassate e con una parte di costi fissi di struttura sostanzialmente inalterati.
La crisi, inoltre, si presenta drammaticamente come crisi simultanea sia dell'offerta che della domanda: lo sconvolgimento del presente non trova conforto in un futuro così colmo di incognite. Non solo ci prepariamo ad una fase recessiva, ma alcuni settori, come quello della ristorazione, vedono oggettivamente compromessa la possibilità di esercitare pienamente la propria attività. Le misure sin qui adottate dal governo hanno sostanzialmente rinviato le scadenze, ma il peso dei conti da pagare è ancora sulle spalle degli esercenti a cui per due mesi - e ancora almeno fino al 18 maggio - è stato impedito di lavorare. [...]
Lo diciamo con chiarezza: il rischio per molte piccole imprese è di non riuscire ad arrivare alla fase 2. Partiamo da questo dato, per calibrare le misure da adottare. È evidente che in questa prima fase le iniziative devono essere specificatamente rivolte all'offerta, ovvero a tutti gli imprenditori colpiti che devono poter rientrare nel mercato nel modo più sereno possibile. Maggiore sarà il peso delle pendenze, minore sarà la possibilità di ripresa: l'incremento del capitale di debito è un'ultima ratio che peserà come una spada di Damocle, soprattutto sulle spalle dei player più piccoli. Le iniziative da adottare, quindi, devono essere costruite in modo assolutamente trasparente e idoneo a svolgere una funzione perequativa, che non lasci nell'ombra i più piccoli. Ci rivolgiamo all'Amministrazione Comunale, perché sappia garantire questo principio. Pare superfluo sottolineare come ogni sforzo economico, infine, debba rivolgersi esclusivamente agli esercenti che stanno realmente subendo lo scotto del lockdown.
[...] Accogliamo con grande soddisfazione l'interesse dimostrato dall'Amministrazione Comunale alle istanze del commercio e dell'artigianato locale all'interno della cinta urbana. È per questo che ci rendiamo disponibili sin da subito ad ogni confronto e iniziativa per affrontare in modo più efficace e responsabile possibile la gravità del momento. Ogni giorno di esitazione potrebbe essere letale per una piccola impresa: prima che abbassi le serrande, facciamogli comprendere concretamente che non è solo. Distinti Saluti».
«Egregio Sig. Sindaco,
facendo seguito alla richiesta espressa durante l Assemblea dei soci del DUC Molfetta, tenutasi in data 24 aprile 2020 presso la sede comunale di Lama Scotella, di fornire proposte concrete di misure eccezionali per contrastare gli effetti dell emergenza Covid-19 Le sottoponiamo una riflessione unitaria, condivisa da una vastissima platea di commercianti e artigiani. Tutte le precedenti richieste, quindi, vengano considerate superate dalla presente, che costituisce una sintesi ufficiale delle istanze rivolte al DUC e all'Amministrazione in materia di misure straordinarie per il commercio, approvata e condivisa da tutte le associazioni di categoria aderenti al DUC e da tutte le organizzazioni locali del commercio urbano aderenti al DUC. Forse per la prima volta nella storia della nostra comunità, gli esercenti hanno una sola voce. In queste difficili settimane il comparto ha subito un colpo ferale in tutto il Paese. Anche a Molfetta cominciamo a vedere cartelli di "vendesi attività", mentre decine di piccoli imprenditori stanno misurando la propria resistenza in apnea, a serrande abbassate e con una parte di costi fissi di struttura sostanzialmente inalterati.
La crisi, inoltre, si presenta drammaticamente come crisi simultanea sia dell'offerta che della domanda: lo sconvolgimento del presente non trova conforto in un futuro così colmo di incognite. Non solo ci prepariamo ad una fase recessiva, ma alcuni settori, come quello della ristorazione, vedono oggettivamente compromessa la possibilità di esercitare pienamente la propria attività. Le misure sin qui adottate dal governo hanno sostanzialmente rinviato le scadenze, ma il peso dei conti da pagare è ancora sulle spalle degli esercenti a cui per due mesi - e ancora almeno fino al 18 maggio - è stato impedito di lavorare. [...]
Lo diciamo con chiarezza: il rischio per molte piccole imprese è di non riuscire ad arrivare alla fase 2. Partiamo da questo dato, per calibrare le misure da adottare. È evidente che in questa prima fase le iniziative devono essere specificatamente rivolte all'offerta, ovvero a tutti gli imprenditori colpiti che devono poter rientrare nel mercato nel modo più sereno possibile. Maggiore sarà il peso delle pendenze, minore sarà la possibilità di ripresa: l'incremento del capitale di debito è un'ultima ratio che peserà come una spada di Damocle, soprattutto sulle spalle dei player più piccoli. Le iniziative da adottare, quindi, devono essere costruite in modo assolutamente trasparente e idoneo a svolgere una funzione perequativa, che non lasci nell'ombra i più piccoli. Ci rivolgiamo all'Amministrazione Comunale, perché sappia garantire questo principio. Pare superfluo sottolineare come ogni sforzo economico, infine, debba rivolgersi esclusivamente agli esercenti che stanno realmente subendo lo scotto del lockdown.
[...] Accogliamo con grande soddisfazione l'interesse dimostrato dall'Amministrazione Comunale alle istanze del commercio e dell'artigianato locale all'interno della cinta urbana. È per questo che ci rendiamo disponibili sin da subito ad ogni confronto e iniziativa per affrontare in modo più efficace e responsabile possibile la gravità del momento. Ogni giorno di esitazione potrebbe essere letale per una piccola impresa: prima che abbassi le serrande, facciamogli comprendere concretamente che non è solo. Distinti Saluti».