
Coronavirus, alcuni commercianti di Molfetta in protesta per la mancata chiarezza sul futuro
Insegne accese per far luce sulla difficile situazione economica
Molfetta - mercoledì 29 aprile 2020
Ristoratori e imprenditori dei locali di intrattenimento in protesta contro la mancanza di indicazioni per il futuro e per le numerose restrizioni imposte anche durante la cosiddetta fase 2 nell'emergenza Coronavirus. Anche a Molfetta alcuni commercianti hanno aderito, come nel resto d'Italia, al manifesto di protesta del Movimento Imprese Ospitalità accendendo simbolicamente per l'ultima sera le insegne delle loro attività.
In città, appena una dozzina di esercizi commerciali, principalmente situati nell'area di Corso Dante, hanno dato vita a questo silenzioso flash mob nel rispetto delle norme sanitarie del momento. L'appello allo Stato, unanime, è quello di non essere abbandonati: «Noi chiediamo principalmente una cosa: lavorare. In questo momento non ci sono proprio le condizioni per ipotizzare una ripresa per il nostro settore, visto che si è parlato di fase 2 ma noi praticamente in questa fase non siamo contemplati».
«Molte altre attività avranno modo di riavviarsi verso la normalità dal 4 maggio - proseguono i presenti - mentre per noi questo traguardo sembra ancora lontano. In più, non è stata fatta neanche chiarezza su quali regole dover far rispettare dopo la riapertura. Aspettiamo di ricevere delle risposte alle nostre domande, altrimenti sarà inevitabile per molti di noi dover effettuare licenziamenti se non addirittura chiudere. Speriamo che l'accensione di queste insegne possa aiutarci a fare luce sul nostro futuro».
A tal proposito, si è espresso anche Roberto Maggialetti, presidente del Movimento Imprese Puglia: «Noi abbiamo scelto di aderire a questa forma di protesta simbolica per cercare di farci sentire insieme agli altri commercianti d'Italia che sono nella nostra stessa condizione. Come concordato nell'ambito dell'iniziativa "Risorgiamo Italia", domani consegneremo le chiavi delle nostre attività ad Antonio Decaro, presidente dell'Anci, perché stando così le cose non ci sono per noi margini di speranze per il futuro».
In città, appena una dozzina di esercizi commerciali, principalmente situati nell'area di Corso Dante, hanno dato vita a questo silenzioso flash mob nel rispetto delle norme sanitarie del momento. L'appello allo Stato, unanime, è quello di non essere abbandonati: «Noi chiediamo principalmente una cosa: lavorare. In questo momento non ci sono proprio le condizioni per ipotizzare una ripresa per il nostro settore, visto che si è parlato di fase 2 ma noi praticamente in questa fase non siamo contemplati».
«Molte altre attività avranno modo di riavviarsi verso la normalità dal 4 maggio - proseguono i presenti - mentre per noi questo traguardo sembra ancora lontano. In più, non è stata fatta neanche chiarezza su quali regole dover far rispettare dopo la riapertura. Aspettiamo di ricevere delle risposte alle nostre domande, altrimenti sarà inevitabile per molti di noi dover effettuare licenziamenti se non addirittura chiudere. Speriamo che l'accensione di queste insegne possa aiutarci a fare luce sul nostro futuro».
A tal proposito, si è espresso anche Roberto Maggialetti, presidente del Movimento Imprese Puglia: «Noi abbiamo scelto di aderire a questa forma di protesta simbolica per cercare di farci sentire insieme agli altri commercianti d'Italia che sono nella nostra stessa condizione. Come concordato nell'ambito dell'iniziativa "Risorgiamo Italia", domani consegneremo le chiavi delle nostre attività ad Antonio Decaro, presidente dell'Anci, perché stando così le cose non ci sono per noi margini di speranze per il futuro».