Giuseppe Allegretta Molfetta
Giuseppe Allegretta Molfetta
Vita di città

Chiude i battenti l'edicola di Giuseppe Allegretta in via Leonardo Azzarita

«25 anni fa ero un ragazzo che inseguiva un sogno. Oggi la crisi impone di cambiare rotta»

25 anni di attività, tanti bei momenti ma anche tanta amarezza nel cuore: così chiude i battenti l'edicola di Giuseppe Allegretta in via Leonardo Azzarita. Oggi Molfetta dice addio a un punto di riferimento per il quartiere 167.

«La mia storia è iniziata il 17 settembre 1998 in un piccolo chiosco sul marciapiede di fronte - ricorda il titolare - era un periodo in cui si lavorava tanto, il giornale veniva acquistato ed era un ottimo modo di informarsi e intrattenersi».

Ma gli anni passano e i tempi cambiano. Pian piano, all'abitudine di sfogliare le pagine di un quotidiano si è sostituita quella di passare da un'app all'altra di uno smartphone per sentirsi connessi con il mondo 24 ore su 24.

«Oggi saluto il gabbiotto che ho rimodernato 10 anni fa quando per varie esigenze ho trasferito la mia attività sul marciapiede dove mi trovo ora - prosegue l'esercente - non attribuisco la colpa tanto a Internet, quanto alla mentalità della gente e alla crisi profonda che sta attraversando il nostro settore».
4 fotoEdicola via Leonardo Azzarita
Edicola in via Leonardo AzzaritaEdicola in via Leonardo AzzaritaGiuseppe Allegretta MolfettaEdicola in via Leonardo Azzarita
Un mondo in cui il guadagno è risicato, ma le spese da affrontare sono sempre tante.

«Dal semplice costo della benzina, passando per il commercialista, sino alla corrente, al registratore di cassa e soprattutto alle tasse, tutto ha subìto un aumento vertiginoso - spiega Allegretta - che mi ha costretto a prendere questa scelta a malincuore».

Una decisione il cui primo sentore è arrivato 4 anni fa, a causa di un problema di salute del titolare. Lo stesso che purtroppo si è ripresentato 2 mesi fa, non lasciando spazio a dubbi.

«Chi ha un'attività propria sa bene come il lavoro non si fermi mai, si arriva a essere operativi anche per 12 o 13 ore al giorno - continua Allegretta - nonostante il mio lavoro non comporti uno sforzo fisico, lo stress a cui ci si sottopone è tanto, si gestisce tutto da soli, si lavora anche quando si sta male e se si chiude l'attività per una giornata le spese restano invariate».

Una scelta triste e difficile, che però non cancella i tanti ricordi legati all'attività.

«Il momento più bello è stato sicuramente quando la dipendente del Comune che rilasciava i permessi mi disse che avrei potuto iniziare il mio lavoro - racconta Allegretta - ma le emozioni ci sono ogni giorno quando si ricevono parole di stima, quando si aiuta un cliente a recuperare un pezzo introvabile o un numero che pensava di aver perso, quando i residenti della 167 che si sono trasferiti in altre zone tornano da me riconoscendomi cortesia e disponibilità. Molti hanno pianto con me quando hanno saputo della chiusura, in questo quartiere mi hanno visto crescere».

Del resto, l'edicola è un luogo dove i clienti diventano veri e propri amici a cui dare e da cui ricevere supporto. Quando gli si chiede quali sono gli articoli più venduti, Allegretta non ci pensa due volte.

«I Tex e la Settimana Enigmistica sono i grandi intramontabili - dice sorridendo - seguiti dalle figurine e da tutti gli articoli per bambini».

L'edicola di Giuseppe Allegretta, poi, fino a qualche anno fa si trovava in punto strategico.

«Il quartiere è sicuramente in espansione, ma i cambiamenti legati alla viabilità hanno penalizzato la mia attività - osserva - da quando il semaforo all'incrocio successivo è stato rimosso, il chiosco non è più un punto di passaggio per chi si sposta in macchina».Quella della vendita dei giornali è un'attività che fa i conti con la logistica, ma anche con tanti altri fattori, per esempio il fatto che il titolare non possa scegliere la quantità di forniture da ricevere per un determinato prodotto.

«Molte norme non sono aggiornate e al passo con i tempi - ammette Allegretta - una revisione delle regole dell'intero settore, dalle agenzie di distribuzione sino alle case editrici, potrebbe agevolare il nostro lavoro».

Un lavoro che Giuseppe Allegretta stasera lascerà, abbassando quella serranda per sempre.

«Sono ancora troppo lontano dalla pensione per aspettare che le cose cambino - conclude - quando ho aperto l'attività ero un ragazzo di 22 anni che inseguiva un sogno con coraggio. A lui oggi, da uomo sposato con due figlie, voglio dire di essere fiero, ma anche di accettare la crisi che impone di cambiare rotta».
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