
Caos per la piscina comunale di Molfetta: parere negativo sulla procedura. Che succede ora?
Alla luce di alcune irregolarità emerse, l’amministrazione ha deciso di intervenire con urgenza
Molfetta - giovedì 2 ottobre 2025
13.28
Il Comune di Molfetta si trova al centro di una complessa vicenda amministrativa che riguarda la gestione della piscina coperta di via Longone della Spina. Un parere legale di oltre sessanta pagine, redatto dall'avvocato Giuseppe Maralfa su incarico dell'Ufficio Anticorruzione, ha infatti messo in discussione la legittimità della concessione e l'intero iter di gara, portando all'attenzione del Segretario Generale Ernesto Lozzi e del Dirigente del V Settore Mauro De Gennaro numerose criticità di natura amministrativa, procedurale e giuridica.
Il cuore del documento ruota attorno ai lavori esterni che avrebbero dovuto accompagnare l'affidamento della gestione. Il Capitolato stabiliva che l'apertura dell'impianto fosse subordinata al loro completamento, con un costo stimato compreso tra 450 e 490 mila euro. Quelle opere, però, non sono mai state realizzate e, nonostante ciò, la Giunta ha autorizzato l'apertura anticipata al pubblico. Secondo il parere, questa scelta viola in modo sostanziale le regole fissate dalla lex specialis di gara e mette in discussione la legittimità dell'affidamento.
Un altro nodo riguarda la competenza sugli atti adottati: la destinazione d'uso dell'area esterna, che è patrimonio comunale, è stata decisa dalla Giunta e non dal Consiglio Comunale, contrariamente a quanto previsto dalla legge. In aggiunta, i lavori non sono mai comparsi nei Piani Triennali delle Opere Pubbliche, circostanza che priva l'intervento di un ulteriore elemento di regolarità. Il parere sottolinea anche una marcata incoerenza tra bando, capitolato e convenzione. Nel primo i lavori esterni sono trattati quasi marginalmente, mentre negli altri due documenti diventano centrali sia sul piano tecnico sia su quello economico. Questa discrepanza mina la trasparenza della procedura e compromette l'uguaglianza di trattamento tra i concorrenti.
A ciò si aggiunge la scelta di configurare l'intera procedura come un contratto misto di concessione e appalto senza però definire in modo chiaro quale fosse l'oggetto prevalente né chiarire la separabilità delle prestazioni. Una lacuna che, alla luce del nuovo Codice degli Appalti (D.lgs. 36/2023, art. 180), rischia di invalidare l'intera operazione. Nel tempo anche il quadro economico è cambiato in modo significativo. Si è passati da un progetto da due milioni di euro a uno da 2,7 milioni con l'inserimento nei fondi PNRR, per arrivare a oltre 3,1 milioni dopo gli aggiornamenti dei prezzi post-Covid. La copertura finanziaria è stata costruita attraverso diverse fonti: fondi PNRR, contributi del Fondo Opere Indifferibili, lo svincolo di una polizza fideiussoria del gestore decaduto e infine un mutuo a tasso zero con l'Istituto del Credito Sportivo.
Le opere previste all'esterno comprendevano una piscina ludica stagionale, aree gioco e verde pubblico, spogliatoi e servizi removibili, oltre a un bar, una biglietteria e le pavimentazioni. Tutto era stato concepito in modo modulare per consentire un utilizzo differenziato tra estate e inverno. Tuttavia, non è mai esistito un progetto organico approvato e molte delle soluzioni sono state giustificate solo tramite relazioni sostitutive, prive di formale validazione.
Anche i pareri e le autorizzazioni rilasciati dagli enti competenti presentano criticità. La Soprintendenza aveva imposto prescrizioni vincolanti sulla progettazione dell'area esterna e la Capitaneria di Porto aveva espresso valutazioni in merito agli aspetti legati al demanio marittimo. Entrambe queste posizioni, però, non sono state recepite in modo coerente nella documentazione ufficiale, creando confusione tra le versioni progettuali e i livelli effettivi di autorizzazione.
Alla luce di queste numerose irregolarità, l'amministrazione ha deciso di intervenire con urgenza. Il Dirigente ad interim del V Settore ha ricevuto l'incarico di avviare una nuova procedura di gara limitata alla gestione della sola piscina coperta, garantendo nel frattempo una gestione provvisoria dell'impianto. La nuova gara dovrà concludersi entro quattro mesi dalla delibera che ne ha disposto l'avvio. Si tratta di un provvedimento dichiarato immediatamente eseguibile, motivato dalla necessità di ristabilire trasparenza, regolarità amministrativa e piena tutela della legalità nella gestione di un'infrastruttura sportiva di interesse pubblico.
Il cuore del documento ruota attorno ai lavori esterni che avrebbero dovuto accompagnare l'affidamento della gestione. Il Capitolato stabiliva che l'apertura dell'impianto fosse subordinata al loro completamento, con un costo stimato compreso tra 450 e 490 mila euro. Quelle opere, però, non sono mai state realizzate e, nonostante ciò, la Giunta ha autorizzato l'apertura anticipata al pubblico. Secondo il parere, questa scelta viola in modo sostanziale le regole fissate dalla lex specialis di gara e mette in discussione la legittimità dell'affidamento.
Un altro nodo riguarda la competenza sugli atti adottati: la destinazione d'uso dell'area esterna, che è patrimonio comunale, è stata decisa dalla Giunta e non dal Consiglio Comunale, contrariamente a quanto previsto dalla legge. In aggiunta, i lavori non sono mai comparsi nei Piani Triennali delle Opere Pubbliche, circostanza che priva l'intervento di un ulteriore elemento di regolarità. Il parere sottolinea anche una marcata incoerenza tra bando, capitolato e convenzione. Nel primo i lavori esterni sono trattati quasi marginalmente, mentre negli altri due documenti diventano centrali sia sul piano tecnico sia su quello economico. Questa discrepanza mina la trasparenza della procedura e compromette l'uguaglianza di trattamento tra i concorrenti.
A ciò si aggiunge la scelta di configurare l'intera procedura come un contratto misto di concessione e appalto senza però definire in modo chiaro quale fosse l'oggetto prevalente né chiarire la separabilità delle prestazioni. Una lacuna che, alla luce del nuovo Codice degli Appalti (D.lgs. 36/2023, art. 180), rischia di invalidare l'intera operazione. Nel tempo anche il quadro economico è cambiato in modo significativo. Si è passati da un progetto da due milioni di euro a uno da 2,7 milioni con l'inserimento nei fondi PNRR, per arrivare a oltre 3,1 milioni dopo gli aggiornamenti dei prezzi post-Covid. La copertura finanziaria è stata costruita attraverso diverse fonti: fondi PNRR, contributi del Fondo Opere Indifferibili, lo svincolo di una polizza fideiussoria del gestore decaduto e infine un mutuo a tasso zero con l'Istituto del Credito Sportivo.
Le opere previste all'esterno comprendevano una piscina ludica stagionale, aree gioco e verde pubblico, spogliatoi e servizi removibili, oltre a un bar, una biglietteria e le pavimentazioni. Tutto era stato concepito in modo modulare per consentire un utilizzo differenziato tra estate e inverno. Tuttavia, non è mai esistito un progetto organico approvato e molte delle soluzioni sono state giustificate solo tramite relazioni sostitutive, prive di formale validazione.
Anche i pareri e le autorizzazioni rilasciati dagli enti competenti presentano criticità. La Soprintendenza aveva imposto prescrizioni vincolanti sulla progettazione dell'area esterna e la Capitaneria di Porto aveva espresso valutazioni in merito agli aspetti legati al demanio marittimo. Entrambe queste posizioni, però, non sono state recepite in modo coerente nella documentazione ufficiale, creando confusione tra le versioni progettuali e i livelli effettivi di autorizzazione.
Alla luce di queste numerose irregolarità, l'amministrazione ha deciso di intervenire con urgenza. Il Dirigente ad interim del V Settore ha ricevuto l'incarico di avviare una nuova procedura di gara limitata alla gestione della sola piscina coperta, garantendo nel frattempo una gestione provvisoria dell'impianto. La nuova gara dovrà concludersi entro quattro mesi dalla delibera che ne ha disposto l'avvio. Si tratta di un provvedimento dichiarato immediatamente eseguibile, motivato dalla necessità di ristabilire trasparenza, regolarità amministrativa e piena tutela della legalità nella gestione di un'infrastruttura sportiva di interesse pubblico.