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Antonio Azzollini: «Piscina comunale intitolata a Enzo de Cosmo ma famiglia non invitata all'inaugurazione»
La polemica sul tema: «Si tratta di un atto sgradevolissimo e inaccettabile»
Molfetta - sabato 13 dicembre 2025
10.00
Si accende subito una polemica in merito alla piscina comunale di Molfetta, operativa da pochi giorni dopo quasi un decennio di attesa: Antonio Azzollini, volto storico della politica molfettese, ha così commentato una questione legata all'intitolazione del nuovo impianto:
"Appare doveroso rimarcare un fatto che non può e non deve passare sotto silenzio: apprendo con profondo sconcerto che la piscina intitolata al professor Enzo De Cosmo è stata inaugurata senza che la sua famiglia fosse nemmeno invitata".
"Si tratta di un atto sgradevolissimo e inaccettabile, che offende non solo la memoria del professore, ma anche il senso stesso delle intitolazioni pubbliche, che dovrebbero rappresentare prima di tutto atti di riconoscenza e di rispetto umano. Un'Amministrazione che decide di dedicare una struttura a una persona non può dimenticare — o, peggio, ignorare — chi ne custodisce la memoria, gli affetti, la storia".
"Questo non è un dettaglio di forma, ma una grave mancanza di sensibilità e di correttezza istituzionale, per la quale qualcuno dovrebbe assumersi apertamente la responsabilità. Il rispetto non si celebra con una targa, ma con i comportamenti".
"Appare doveroso rimarcare un fatto che non può e non deve passare sotto silenzio: apprendo con profondo sconcerto che la piscina intitolata al professor Enzo De Cosmo è stata inaugurata senza che la sua famiglia fosse nemmeno invitata".
"Si tratta di un atto sgradevolissimo e inaccettabile, che offende non solo la memoria del professore, ma anche il senso stesso delle intitolazioni pubbliche, che dovrebbero rappresentare prima di tutto atti di riconoscenza e di rispetto umano. Un'Amministrazione che decide di dedicare una struttura a una persona non può dimenticare — o, peggio, ignorare — chi ne custodisce la memoria, gli affetti, la storia".
"Questo non è un dettaglio di forma, ma una grave mancanza di sensibilità e di correttezza istituzionale, per la quale qualcuno dovrebbe assumersi apertamente la responsabilità. Il rispetto non si celebra con una targa, ma con i comportamenti".
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