Il carcere di Trani
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Cronaca

Agguato in piazza Paradiso, i due cugini scelgono il silenzio davanti al Gip

I due omonimi Vito Magarelli, di 34 e 48 anni, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura. Sono stati interrogati ieri mattina i due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 34 e 48 anni, colpiti martedì da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il tentato omicidio di Leonardo Squeo.

I fatti di cui i due cugini, entrambi con precedenti, sono accusati risalgono alla sera del 10 agosto scorso, quando nella centralissima piazza Paradiso, nei pressi di via Immacolata, il 44enne Squeo fu colpito all'addome da vari colpi di arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede. Il ferito riuscì a trascinarsi in via Bixio, dove poi, raggiunto da alcuni conoscenti, fu trasportato in ospedale, mentre sul luogo dell'accaduto arrivarono i Carabinieri della locale Compagnia.

Ed è proprio attraverso le serrate indagini dei militari della Sezione Operativa, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani, che si è riusciti, grazie anche alla visione delle immagini della videosorveglianza, a identificare i presunti colpevoli, conoscenti della vittima, con cui quella sera ci sarebbe stata - hanno ricostruito gli inquirenti - una discussione per «futili motivi» degenerata nella violenza. I due uomini, accusati di tentato omicidio, sono finiti nel carcere di Trani.

I due cugini (il 48enne, accusato anche di porto abusivo di oggetti atti ad offendere, difeso dall'avvocato Andrea Calò, e il 34enne, colpevole pure di porto abusivo di arma, difeso dall'avvocato Michele Salvemini, nda) hanno scelto la stessa strategia: non rispondere, non fare alcuna ammissione e non replicare alle accuse.
  • Michele Salvemini
  • Andrea Calò
  • Vito Magarelli
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