
Chiesa locale
Addio don Mimmo
Diocesi in lutto per la perdita di un uomo grande
Molfetta - domenica 4 ottobre 2015
16.00
Era stato lui, don Mimmo, in qualità di vice postulatore assieme, a S.E. Mons. Luigi Martella, a muovere i primi passi verso il processo di canonizzazione di don Tonino Bello. Monsignor Luigi Martella, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, e il Rev.do Mons. Domenico Amato, ci tenevano entrambi molto. Ora è sicuramente in loro compagnia.
«Io sono il buon pastore e il buon pastore dà la vita per le pecore - aveva detto, mercoledì 8 luglio 2015, don Mimmo Amato durante la preghiera di suffragio in Episcopio davanti alla salma del vescovo venuto da Depressa - e don Gino questo è stato – aveva continuato - un buon pastore che ha dato la vita per noi», disse. Ma a distanza di poco più di due mesi a lasciare la comunità diocesana di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi è anche don Mimmo, come tutti lo chiamavano a Molfetta. Stroncato da un'emorragia cerebrale, dopo aver subito un'operazione neurochirurgica.
Un sacerdote autentico, fuori dal comune, entrato nella storia. Quella con la "S" maiuscola, che registra il ricordo di don Mimmo Amato, venuto a mancare oggi. La straordinaria portata del suo ministero fa sì che egli sia stato un dono provvidenziale e una bussola sicura per la Chiesa dei nostri tempi, chiamata ad annunciare il Vangelo in un mondo segnato da una profonda crisi di Dio e, di conseguenza, dalla crisi dell'uomo.
Mons. Amato è stato una delle figure più luminose della nostra Diocesi. Nato a Molfetta il 9 dicembre del 1960, e ordinato sacerdote il 18 maggio del 1985, don Mimmo è stato professore presso la Facoltà Teologica Pugliese. Impegnato per molti anni in diocesi come educatore dei giovani e assistente nell'Azione Cattolica, è stato Assistente nazionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica, parroco alla Madonna della Pace (Molfetta), direttore del Settimanale diocesano Luce e Vita, vice postulatore della causa di canonizzazione del Servo di Dio Antonio Bello e, dal 1 gennaio 2012, nominato da S.E. Mons. Luigi Martella vicario generale. E, in seguito alla morte di Mons. Luigi Martella, avvenuta il 6 luglio 2015, nella mattina di giovedì, 9 luglio 2015, il Collegio dei Consultori, riunitosi presso la Cancelleria Vescovile, lo aveva nominato Amministratore diocesano con il compito di accompagnare la diocesi fino alla nomina del nuovo Vescovo, da parte della Santa Sede, e al suo insediamento in diocesi. E' andato via prima. Se ne andato questo pomeriggio alle 15,15. E ha scelto il giorno dedicato a San Francesco per salutare la sua vita terrena.
Chi lo ha conosciuto, racconta di un sacerdote innamorato di Cristo e dal cuore grande. È forse nella capacità di vivere e condividere quotidianamente la gioia del Signore, il segreto del ministero di don Mimmo. È raro incontrare sacerdoti che eccellano tanto nelle doti intellettuali quanto in quelle pastorali e don Mimmo Amato è stato uno di questi. Tutto tranne che freddo divulgatore di nozioni dottrinali e teologiche. Priorità assoluta per lui era stare tra la gente, essere un "pastore", che sappia contagiare la gente con il suo amore per Cristo. Sacerdote che ha indossato la talare ben consapevole di avere in mente una Chiesa che sappia accogliere tutti, che sappia guardare al futuro con speranza, una Chiesa che abbia un cuore senza confini e una Chiesa dalla porta sempre aperta. Tutto questo e molto altro è stato il Rev.do Mons. Domenico Amato, il "don" per eccellenza, un "don" con la D maiuscola.
I funerali saranno celebrati, martedì 6 ottobre, in Cattedrale, alle ore 16.30.
«Io sono il buon pastore e il buon pastore dà la vita per le pecore - aveva detto, mercoledì 8 luglio 2015, don Mimmo Amato durante la preghiera di suffragio in Episcopio davanti alla salma del vescovo venuto da Depressa - e don Gino questo è stato – aveva continuato - un buon pastore che ha dato la vita per noi», disse. Ma a distanza di poco più di due mesi a lasciare la comunità diocesana di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi è anche don Mimmo, come tutti lo chiamavano a Molfetta. Stroncato da un'emorragia cerebrale, dopo aver subito un'operazione neurochirurgica.
Un sacerdote autentico, fuori dal comune, entrato nella storia. Quella con la "S" maiuscola, che registra il ricordo di don Mimmo Amato, venuto a mancare oggi. La straordinaria portata del suo ministero fa sì che egli sia stato un dono provvidenziale e una bussola sicura per la Chiesa dei nostri tempi, chiamata ad annunciare il Vangelo in un mondo segnato da una profonda crisi di Dio e, di conseguenza, dalla crisi dell'uomo.
Mons. Amato è stato una delle figure più luminose della nostra Diocesi. Nato a Molfetta il 9 dicembre del 1960, e ordinato sacerdote il 18 maggio del 1985, don Mimmo è stato professore presso la Facoltà Teologica Pugliese. Impegnato per molti anni in diocesi come educatore dei giovani e assistente nell'Azione Cattolica, è stato Assistente nazionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica, parroco alla Madonna della Pace (Molfetta), direttore del Settimanale diocesano Luce e Vita, vice postulatore della causa di canonizzazione del Servo di Dio Antonio Bello e, dal 1 gennaio 2012, nominato da S.E. Mons. Luigi Martella vicario generale. E, in seguito alla morte di Mons. Luigi Martella, avvenuta il 6 luglio 2015, nella mattina di giovedì, 9 luglio 2015, il Collegio dei Consultori, riunitosi presso la Cancelleria Vescovile, lo aveva nominato Amministratore diocesano con il compito di accompagnare la diocesi fino alla nomina del nuovo Vescovo, da parte della Santa Sede, e al suo insediamento in diocesi. E' andato via prima. Se ne andato questo pomeriggio alle 15,15. E ha scelto il giorno dedicato a San Francesco per salutare la sua vita terrena.
Chi lo ha conosciuto, racconta di un sacerdote innamorato di Cristo e dal cuore grande. È forse nella capacità di vivere e condividere quotidianamente la gioia del Signore, il segreto del ministero di don Mimmo. È raro incontrare sacerdoti che eccellano tanto nelle doti intellettuali quanto in quelle pastorali e don Mimmo Amato è stato uno di questi. Tutto tranne che freddo divulgatore di nozioni dottrinali e teologiche. Priorità assoluta per lui era stare tra la gente, essere un "pastore", che sappia contagiare la gente con il suo amore per Cristo. Sacerdote che ha indossato la talare ben consapevole di avere in mente una Chiesa che sappia accogliere tutti, che sappia guardare al futuro con speranza, una Chiesa che abbia un cuore senza confini e una Chiesa dalla porta sempre aperta. Tutto questo e molto altro è stato il Rev.do Mons. Domenico Amato, il "don" per eccellenza, un "don" con la D maiuscola.
I funerali saranno celebrati, martedì 6 ottobre, in Cattedrale, alle ore 16.30.