
20 aprile 2018: un anno fa la visita di Papa Francesco a Molfetta nel segno di Don Tonino
Cosa resta di un evento storico e indimenticabile
Molfetta - sabato 20 aprile 2019
Il Papa a Molfetta. Papa Francesco che visita la nostra città. Prima del 20 aprile 2018 sembrava qualcosa di incredibile, una visita impossibile che invece è diventata realtà.
La ricorrenza è stata senza dubbio una tra le più importanti e sentite, non solo per la città di Molfetta ma per tutti quelli che si sono nutrirti e continuano a farlo del pensiero e della spiritualità di Don Tonino Bello. 25 anni dalla sua scomparsa, 25 anni in cui il compianto Vescovo continua a vivere nelle azioni e nelle parole di tanti, nei ricordi di chi almeno per una volta lo ha incontrato anche solo per strada ricevendo il suo sorriso incondizionato, e di chi avrebbe tanto desiderato conoscerlo di persona.
Era il 2 febbraio dello scorso anno quando Monsignor Domenico Cornacchia, visibilmente commosso ed emozionato, annunciava in modo ufficiale la visita del Santo Padre in occasione dell'anniversario della morte di Don Tonino. Quella mattina la Cattedrale era colma, in tanti avevano sentito la grandezza di quell'annuncio atteso che alla fine era arrivato. E con quell'annuncio tutto si era messo in movimento, la grande macchina burocratica e organizzativa, quella della sicurezza ma soprattutto da quell'annuncio tutta la Diocesi ha vissuto attimo dopo attimo con crescente entusiasmo.
Gli eventi in preparazione, la corsa ai pass, i fedeli che si riversavano in città, il grande palco circolare allestito sul porto, verso il luogo che 25 anni prima aveva dato l'ultimo saluto a quella bara con quel libro sfogliato da vento; l'altare allestito con un ulivo, la croce del nostro Vescovo e lo sguardo dolce della Madonna dei Martiri a vegliare su tutto. Poi quella splendida mattina di sole del 20 aprile 2018, l'azzurro del mare e il mare di folla che scrutava il cielo in avvistamento dell'elicottero papale.
Ore 11:15, l'elicottero papale si posa sul suolo di Cala Sant'Andrea, Papa Francesco con la sua inseparabile papamobile fa il suo ingresso in città tra la folla che esplode di gioia, consapevole di assistere ad un evento storico, forse unico e irripetibile per Molfetta, ma che di certo ha lasciato segni tangibili.
E non sono solo i simboli monumentali posizionati recentemente in ricordo in città. Più densi di significato sono la memoria, le sensazioni di quegli attimi, il silenzio durante la celebrazione, gli occhi pieni di lacrime di commozione, il sorriso innocente dei bambini e quello di speranza degli ammalati. C'è l'orgoglio di una città intera, di una Diocesi che ancora una volta ha saputo stringersi in nome del proprio Servo di Dio, di quell'uomo in odor di santità la cui essenza non è mai stata così forte e viva a Molfetta.
La verità è che non si è trattato di un solo, singolo giorno, ma un intenso periodo di progettazione e organizzazione, di studio e preparazione soprattutto spirituale e psicologico. La verità è che quegli stessi sentimenti si rinnovano ogni qual volta il pensiero vola indietro esattamente a un anno fa. E resta la ferma consapevolezza che nel nome di Don Tonino possono sempre accadere grandi cose.
La ricorrenza è stata senza dubbio una tra le più importanti e sentite, non solo per la città di Molfetta ma per tutti quelli che si sono nutrirti e continuano a farlo del pensiero e della spiritualità di Don Tonino Bello. 25 anni dalla sua scomparsa, 25 anni in cui il compianto Vescovo continua a vivere nelle azioni e nelle parole di tanti, nei ricordi di chi almeno per una volta lo ha incontrato anche solo per strada ricevendo il suo sorriso incondizionato, e di chi avrebbe tanto desiderato conoscerlo di persona.
Era il 2 febbraio dello scorso anno quando Monsignor Domenico Cornacchia, visibilmente commosso ed emozionato, annunciava in modo ufficiale la visita del Santo Padre in occasione dell'anniversario della morte di Don Tonino. Quella mattina la Cattedrale era colma, in tanti avevano sentito la grandezza di quell'annuncio atteso che alla fine era arrivato. E con quell'annuncio tutto si era messo in movimento, la grande macchina burocratica e organizzativa, quella della sicurezza ma soprattutto da quell'annuncio tutta la Diocesi ha vissuto attimo dopo attimo con crescente entusiasmo.
Gli eventi in preparazione, la corsa ai pass, i fedeli che si riversavano in città, il grande palco circolare allestito sul porto, verso il luogo che 25 anni prima aveva dato l'ultimo saluto a quella bara con quel libro sfogliato da vento; l'altare allestito con un ulivo, la croce del nostro Vescovo e lo sguardo dolce della Madonna dei Martiri a vegliare su tutto. Poi quella splendida mattina di sole del 20 aprile 2018, l'azzurro del mare e il mare di folla che scrutava il cielo in avvistamento dell'elicottero papale.
Ore 11:15, l'elicottero papale si posa sul suolo di Cala Sant'Andrea, Papa Francesco con la sua inseparabile papamobile fa il suo ingresso in città tra la folla che esplode di gioia, consapevole di assistere ad un evento storico, forse unico e irripetibile per Molfetta, ma che di certo ha lasciato segni tangibili.
E non sono solo i simboli monumentali posizionati recentemente in ricordo in città. Più densi di significato sono la memoria, le sensazioni di quegli attimi, il silenzio durante la celebrazione, gli occhi pieni di lacrime di commozione, il sorriso innocente dei bambini e quello di speranza degli ammalati. C'è l'orgoglio di una città intera, di una Diocesi che ancora una volta ha saputo stringersi in nome del proprio Servo di Dio, di quell'uomo in odor di santità la cui essenza non è mai stata così forte e viva a Molfetta.
La verità è che non si è trattato di un solo, singolo giorno, ma un intenso periodo di progettazione e organizzazione, di studio e preparazione soprattutto spirituale e psicologico. La verità è che quegli stessi sentimenti si rinnovano ogni qual volta il pensiero vola indietro esattamente a un anno fa. E resta la ferma consapevolezza che nel nome di Don Tonino possono sempre accadere grandi cose.