Partito il processo sul porto con 41 imputati, tra cui il sen. Azzollini

I Ministeri dell'Ambiente e dell'Interno chiedono di costituirsi parte civile

mercoledì 1 marzo 2017 20.00
E' iniziato nella tarda mattinata davanti al Tribunale collegiale di Trani il processo sui presunti illeciti per la costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta.
I Ministeri dell'Ambiente e dell'Interno hanno presentato istanza di costituzione di parte civile. Analoga richiesta è giunta da Legambiente e dal Comitato molfettese per la bonifica.
Sull'ammissibilità si deciderà alla prossima udienza, fissata per il 5 Aprile: data entro cui i difensori dei 41 imputati potranno esaminare le istanze e muovere eventuali eccezioni. Sin dal'udienza preliminare risultano, invece, già costituiti parte civile la Regione ed il Comune di Molfetta.
Ma per quest'ultima l'avvocato Felice Petruzzella, legale del senatore Antonio Azzollini (uno dei 41 imputati), ha sollevato un'eccezione legata alla procura conferita al difensore dell'Ente. L'eccezione sarà valutata dal Tribunale il 5 Aprile assieme alle nuove istanze di costituzione di parte civile.

Calendarizzata anche l'udienza dell'1 Giugno per esaurire la fase delle eccezioni preliminari che hanno in serbo alcuni difensori.
A vario titolo la Procura di Trani (in udienza era presente il pubblico ministero Michele Ruggiero, uno dei titolari del fascicolo d'indagine) sono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata a delitti contro il patrimonio, la fede pubblica e la pubblica amministrazione; abuso d'ufficio (tentato e consumato), falso, truffa, omissioni d'atti d'ufficio, frode in pubbliche forniture, danneggiamento, minaccia a pubblico ufficiale, favoreggiamento, concussione, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi, violazioni della normativa ambientale, del testo unico sull'edilizia, del codice del paesaggio e della disciplina speciale per la bonifica da ordigni bellici.

Il nuovo porto di Molfetta sarebbe dovuto costare 72 milioni di euro. In realtà, l'impegno economico di Regione e Stato fu più che raddoppiato: 147 milioni con varie leggi di finanziamento dal 2001 in poi. Un'opera faraonica, non ancora ultimata, che secondo la Procura di Trani non si poteva nemmeno realizzare per la diffusa presenza di ordigni bellici sui fondali. Le indagini hanno pure ipotizzato che parte del fiume di denaro pubblico sarebbe stato utilizzata dal Comune di Molfetta per finalità estranee al porto e cioè per sistemare il proprio bilancio.