Natalicchio: «Vicinanza a chi lavora con serietà nell'ospedale di Molfetta»

L'ex sindaco: «Non si può dire che l'ospedale meritava di essere declassato»

mercoledì 10 luglio 2019 9.35
Paola Natalicchio, ex sindaco di Molfetta e attuale consigliere comunale in forza a Sinistra Italiana, interviene a proposito dello scandalo che ha sconvolto l'ospedale "Monsignor Bello".

«Mi piace ragionare sulle cose andando a fondo e analizzando i dati. E mi dispiace che nel baccano delle dichiarazioni stonate del presidente Michele Emiliano e nello shock generalizzato che ha travolto la cittá nessuno lo abbia fatto finora. Anche chi ricopre attualmente cariche ben piú rilevanti della mia. Comunque ecco i dati dell'organico del nostro ospedale. Sono pubblicati sul sito della Asl, tutti li possono cercare e verificare su Internet. A fronte di 30 indagati, i dipendenti dell'ospedale sono 382. Il personale sanitario della struttura si compone di 84 dirigenti medici ospedalieri ne sono stati indagati 2, se ho ben ricostruito le informazioni diffuse dalla stampa. Gli infermieri sono 167. É indagato, tra loro, 1 coordinatore infermieristico. Indagato anche un tecnico di radiologia. Stop. Aggiungo che gli indagati non sono solo dell' ospedale. Ci sono dipendenti del distretto e del servizio veterinario», afferma.

«Dunque, togliendo i nomi degli amministrativi e dell'ufficio tecnico, i sanitari indagati o agli arresti domiciliari dell'organico ospedaliero sono 4. Questo non sminuisce la posizione di chi é coinvolto, visto che sono scattate misure molto serie come l'arresto i l'interdizione dall'esercizio della professione».

«Non possiamo parlare di "ospedale degli assenteisti o dei fannulloni". Né fare inferenze e dire (vergognosamente) che l'ospedale era bacato e quindi meritava di essere declassato. Ribadisco la mia vicinanza a chi ogni giorno nel nostro ospedale timbra il cartellino e lavora in silenzio, al suo posto, per assicurare la sicurezza sanitaria e la salute pubblica a questo territorio. Non é giusto peró, travolgere l'onorabilitá del nostro presidio senza fare corretta informazione e andare a capire fino in fondo cosa é accaduto e dove».