La rassegna "Rosso Porpora" conferma successo e apprezzamento con "Cavalleria rusticana"

Standing ovation per lo spettacolo voluto dall’Assessorato alla cultura della città di Molfetta

lunedì 29 aprile 2019 9.36
A cura di Verdiana Mastrofilippo
Una standing ovation fragorosa e spontanea ha accolto l'ultimo spettacolo della rassegna "Rosso porpora", kermesse culturale sulla violenza di genere voluta dall'Assessorato alla cultura della città di Molfetta, giunta alla sua seconda edizione dopo il successo dello scorso anno.

Ad andare in scena sabato 27 aprile presso la chiesa "San Achille", è stato il melodramma in un atto "Cavalleria rusticana" di Pietro Mascagni, su libretto di Targioni-Tozzetti e Menasci, tratto dall'omonima novella di Giovanni Verga: l'opera sontuosamente rappresentata ha visto il M° Giuseppe La Malfa alla direzione dell'Orchestra Filarmonica Pugliese e il M° Giovanni Farina invece alla direzione del composito coro di settanta elementi tra membri del molfettese Coro Alter Chorus, del coro Magnificat di Bitritto e del coro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. La "Cavalleria rusticana" si è potuta anche fregiare di un cast di interpreti d'eccezione: Maria Grazia De Luca (Santuzza), Manuela Barabino (Lola), Danilo Formaggia (Turiddu), Gianfranco Zuccarino (Alfio), Margarita Pisarenko (Mamma Lucia).
Nella chiesa gremita in ogni ordine di posto, ha preso quindi forma musicale il dramma ambientato in Sicilia. Turiddu, prima di partire per il servizio militare, giura il suo amore a Lola che dopo un anno si sposa con Alfio, il carrettiere del paese. Così Turiddu, ritornato dalla leva, corteggia Santuzza: la gelosia di quest'ultima per l'amato, ancora apparentemente infatuato di Lola, è il motore dell'azione del melodramma fino alle conseguenze più tragiche, che portano alla morte di Turiddu in un duello con Alfio. Come ogni altra opera rappresentata nel ciclo di "Rosso porpora", la storia è a tinte fosche, scarlatte, le passioni sono febbrili, l'odio anche. L'amore viene sospinto fino al limite, trascendendo nella stretta gelida ed omicida della gelosia e della smania di possesso, ma stavolta rispetto ad altri spettacoli già andati in scena, l'elemento di novità è che la vittima della violenza è l'uomo, che subisce il risultato spietato della comparsa nella relazione amorosa del "mostro dagli occhi verdi", la gelosia che, come un tarlo, mangia la serenità e la bellezza del rapporto a due, svuotandolo e conducendo alla morte. La gelosia, però, è anche quella di Turiddu che, non rassegnato al matrimonio di Lola con Alfio, caparbiamente insiste nel vederla, ferendo Santuzza e il suo non corrisposto sentimento.

La gelosia, resa perfettamente dalla mimica degli attori nonché dalle loro voci, dalle note del coro e dell'orchestra, diventa perciò a tutto titolo il sesto personaggio dell'opera, rimanendo echeggiante sullo sfondo persino al termine dello spettacolo, come monito ed anatema dell'intera rassegna che guarda proprio a tutte le relazioni infelici e sfiorite nel rendere chi si ama un semplice oggetto finalizzato esclusivamente al proprio piacere.
Commosso e sentito sul finale l'intervento dell'Assessore alla cultura Sara Allegretta che ha nuovamente elogiato la bellezza dell'iniziativa che ha portato tante rappresentazioni di pregevole valore artistico nella nostra città, auspicando per il futuro la presenza di spazi migliori per metterle in scena, in evidente allusione alla progettata costruzione del nuovo Teatro Comunale.