Exprivia, Rifondazione: «Solidarietà ai dipendenti a rischio licenziamento»

A sostegno dei lavoratori, il circolo di Molfetta ha indetto un presidio alle ore 14.30

giovedì 27 ottobre 2016 11.26
Exprivia Project Molfetta starebbe annunciando 60 esuberi. Uno dei più grandi call center d'Italia, Almaviva, rischia la chiusura e consecutivamente di lasciare a casa 2.500 dipendenti.

Per salvare l'azienda e nello specifico i posti di lavoro delle sedi di Napoli e Roma, sono entrati in campo governo, sindacati e committenti che si sono sono ritrovati al tavolo delle concertazioni ed hanno deciso di lasciare alcune lavorazioni al call center Almaviva.

Tra queste ve ne è una dell'Enel che in realtà sarebbe dovuta giungere all'azienda molfettese Exprivia e quindi ai 60 lavoratori in questione i quali, stando alle loro dichiarazioni da noi raccolte, si son visti venir meno la materia prima utile al mantenimento del loro contratto.

Le organizzazioni sindacali di categoria, che nel frattempo domani incontreranno i vertici della Network Contacts per tentare di assorbire il personale in esubero, chiedono l'intervento delle istituzioni per scongiurare i licenziamenti. A sostegno dei lavoratori, il circolo molfettese di Rifondazione Comunista ha indetto per stamani, alle ore 14.30, un presidio sotto la sede di Exprivia Project, in via Olivetti n. 11.

«Apprendiamo con preoccupazione, da notizie di stampa - scrive Rifondazione Comunista in una nota - della fine della commessa Enel Servizio Elettrico da parte della società molfettese Exprivia Projects.

Come sempre in questi casi lo spettro della disoccupazione si avvicina pericolosamente per tanti lavoratori, nonostante la clausola di salvaguardia recentemente introdotta nel contratto collettivo TLC dovrebbe teoricamente garantirli.

Vittime sacrificali predestinate sembrano essere i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato prima delle modifiche introdotte con il Jobs Act di Renzi. Questi lavoratori lo ricordiamo possono essere licenziati soltanto per giusta causa, invece quelli assunti con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (Jobs Act) non verrebbero mai reintegrati neanche se il giudice dichiarasse illegittimo il licenziamento.

Questi diritti non possono e non devono diventare oggetto di trattativa. Diritti, competenze e professionalità non sono merce di scambio: tutelare e difendere questi sono l'espressione piena della dignità umana, dignità di uomo, di donna; dignità di lavoratore e lavoratrice. Le leggi del mercato non possono stritolare tale Dignità.

Saremo al fianco di quanti e quante non abbasseranno la testa dinanzi allo sfruttatore di turno. Uniti siamo Tutto. Divisi siam canaglia!».