Covid, parla Figliuolo: «Siamo entrati nella fase decisiva della campagna vaccinale»
Le parole del Commissario per l'emergenza Covid in Italia
sabato 3 aprile 2021
14.00
Da alcuni giorni la campagna vaccinale in Italia ha preso una direzione diversa, ancora lontana dall'obiettivo finale ma pur sempre ben più rapida di quanto visto nei primi due mesi e mezzo di somministrazioni: grazie al consistente arrivo di dosi nel secondo trimestre del 2021, le prossime settimane saranno decisive per coprire la porzione più ampia possibile di popolazione.
«Ad aprile si incrocia un consistente arrivo di vaccini con la verifica delle capacità dei vaccinatori e dei punti di vaccinazione. Se il sistema regge e mi porta ad avere 500mila vaccinazioni al giorno a fine mese, a fine settembre chiudo la campagna». Lo dice il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l'emergenza Covid, ricordando che ora «dobbiamo spingere Big Pharma a onorare gli impegni».
«Tra due settimane saremo a 300mila dosi al giorno». In un'intervista al Corriere della Sera Figliuolo racconta di aver trovato «un'Italia che vuole uscire in fretta dalla pandemia», ma «ora è chiaro che bisogna mettere al sicuro le nostre radici, cioè gli anziani, e poi i più vulnerabili». Saranno queste le settimane decisive per capire se la macchina funziona. «Non deve accadere che arrivino le dosi e non abbiamo chi le somministra» perché «tra due settimane staremo a 300mila dosi al giorno».
«Ad aprile si incrocia un consistente arrivo di vaccini con la verifica delle capacità dei vaccinatori e dei punti di vaccinazione. Se il sistema regge e mi porta ad avere 500mila vaccinazioni al giorno a fine mese, a fine settembre chiudo la campagna». Lo dice il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l'emergenza Covid, ricordando che ora «dobbiamo spingere Big Pharma a onorare gli impegni».
«Tra due settimane saremo a 300mila dosi al giorno». In un'intervista al Corriere della Sera Figliuolo racconta di aver trovato «un'Italia che vuole uscire in fretta dalla pandemia», ma «ora è chiaro che bisogna mettere al sicuro le nostre radici, cioè gli anziani, e poi i più vulnerabili». Saranno queste le settimane decisive per capire se la macchina funziona. «Non deve accadere che arrivino le dosi e non abbiamo chi le somministra» perché «tra due settimane staremo a 300mila dosi al giorno».