Baby gang in azione in stazione? Una mamma: «Sono preoccupata»

La sua riflessione: «Aspettiamo sempre che debba succedere qualcosa di grave per intervenire?»

sabato 6 febbraio 2021
A cura di Nicola Miccione
C'è serenità attorno alla stazione ferroviaria di Molfetta dopo i casi avvenuti a gennaio, anche se resta la preoccupazione per la probabile presenza di una baby gang, che a dire il vero non è una novità. Episodi simili (aggressioni a coetanei e episodi di vandalismo) si verificavano già anni fa e ancora oggi si ripetono.

L'allarme lanciato da una mamma riguarda un episodio avvenuto il 17 gennaio scorso e segnalato ai Carabinieri: «Quella sera, dopo le ore 19.00, ho visto rientrare mio figlio, di 18 anni, spaventato. Aveva accompagnato la sua fidanzata e, mentre rientrava a casa, attraversando il sottopasso ferroviario, sulle scale che danno all'uscita del retro, è stato aggredito da un gruppo di ragazzini di 10 anni. Sono volati spintoni e parolacce, ma per fortuna mio figlio è riuscito a scappare».

Quello che invece appare peggiorato rispetto al passato, e che preoccupa, è la bassissima età media dei giovani ed il loro atteggiamento sempre più aggressivo, anche nei confronti di una persona più grande di loro. «Come mamma sono preoccupata - continua la donna nella sua riflessione - mio figlio percorre due volte al giorno quella strada, così come altri ragazzini, fidanzatini, anziane, ragazze. Aspettiamo sempre che debba succedere qualcosa di grave per intervenire?».

In realtà, nelle ultime settimane, fra piazza Moro e la stazione ferroviaria si notano soprattutto pattuglie della Sezione Radiomobile della Compagnia di Molfetta e della Polizia Locale, mentre la Polizia Ferroviaria, fra Molfetta e Bisceglie, ha già identificato oltre 50 giovanissimi: tutti sotto i 14 anni. Intanto, attraverso i filmati di videosorveglianza presenti, procedono le indagini a caccia degli autori degli episodi, probabilmente ragazzini, non potendo escludersi qualche sorpresa.

Ok, bene i controlli, ma «c'è tutta una questione sociale che andrebbe approfondita - ha detto ancora la madre del 18enne aggredito -. I primi da denunciare a mio avviso sono i genitori che, in piena zona arancione, permettono a ragazzini di trovarsi e assembrarsi, al di là della violenza. Cosa sarebbe potuto accadere se al posto di mio figlio ci fosse stata una donna, un anziano o un diversamente abile?». Ce lo chiediamo anche noi, ogni qual volta avviene un episodio simile.

«Quello che è accaduto a mio figlio - conclude la donna che ha provveduto a segnalare l'episodio ai Carabinieri - deve servire per informare tutti, non deve essere una denuncia fine a se stessa, ma un qualcosa che crei collaborazione tra i cittadini e li informi di quanto accade in città. Questo pezzo di città è di tutti».