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Giuseppe Castagno, il pararigori del Borgorosso

Il numero 1, regala la finale al Borgorosso

La parabola di Giuseppe Castagno fa capire quanto bello possa essere il gioco del calcio. Un eroe con i guantoni. Il calcio sa essere magnanimo, ma sa anche essere duro e spietato. E così come ti porta in alto, all'apice del successo, così ti butta giù, alla stessa velocità, in una discesa ripida e che sembra non aver mai fine. Con la stessa velocità con cui ti issa sul trono dei migliori, senza motivi apparenti ti prende e ti butta giù, facendoti sbattere per terra. Ma stavolta é diverso perché la gloria, é tra le mani. Già, le mani.

Perchè le mani sono protagoniste di questa storia, dal momento che oggetto del contendere è un estremo difensore. Nel caso specifico, Giuseppe Castagno, detto "spiderman". Il portiere che ha regalato la finale di Coppa Puglia al Borgorosso, con le mani, con i guantoni. Bisogna essere speciali per difendere una e una sola porta, soprattutto ai calci di rigore. E Castagno speciale lo è stato per davvero.

L'uomo che difende i pali del Borgorosso, é un felino, con riflessi fulminei, a togliere palloni dal sette o a salvare conclusioni a botta sicura a pochi passi dalla porta.
C'è un'immagine della semifinale tra Borgorosso e Modugno che forse sintetizza più di ogni altra cosa il lento e inesorabile trionfo della parabola di Castagno. Tutto dipende da 11 metri. Ma "spiderman" è abituato alle imprese impossibili. Ne para due. È trionfo. Il calcio é anche questo. Il trionfo dipende anche dai guantoni e non solo dai bombe e Castagno lo dimostra più di ogni teoria.
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