
Cronaca
Smantellato giro di prostituzione. Sequestrati due immobili a Molfetta e Santeramo
Operazione della Guardia di Finanza dopo gli arresti di due uomini di Modugno. Sequestrati anche 10 smartphone
Molfetta - giovedì 27 febbraio 2025
14.56
Avrebbero messo su un centro massaggi «a cinque stelle» che era in realtà una casa di piacere, pubblicizzandolo sul web. Due persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza che stava verificando un sospetto via vai dalla struttura di Molfetta. Un secondo immobile è stato sequestrato a Santeramo in Colle.
In carcere sono finiti i modugnesi Michele Leonetti, 41 anni, e Cosimo Martiradonna, 39 anni, per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Nella indagine coordinata dal pubblico ministero di Trani, Ubaldo Leo, sono indagate la compagna 28enne di Leonetti, accusata di collaborare nel business, e una 32enne che avrebbe avuto il compito di gestire il denaro: sono state ritenute partecipanti all'esercizio e alla direzione della casa di prostituzione.
L'indagine svolta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Molfetta è stata avviata dopo delle evidenze informative su un centro massaggi che offriva trattamenti "extra" con prezzi dai 70 ai 500 euro, pagabili anche tramite il Pos. I successivi riscontri investigativi degli investigatori, effettuati anche con l'ausilio delle banche dati in uso al corpo, hanno consentito di individuare molteplici clienti e acquisire dagli stessi informazioni utili a quantificare il giro d'affari dell'attività delittuosa. All'atto dell'accesso dei finanzieri erano presenti un cliente, due giovani ragazze, di cui una straniera e altri due uomini - Leonetti e Martiradonna - risultati essere i gestori dell'attività di meretricio. Il presunto "centro massaggi" non recava alcuna insegna all'esterno, risultava attrezzato con materassi matrimoniali poggiati a terra, separé e bagni con doccia. Gli appuntamenti venivano gestiti dalle prostitute operanti all'interno del locale mediante inserzioni e successivi contatti online.
Le informazioni acquisite hanno permesso di accertare che i clienti ricevevano sul telefono il codice per accedere all'appartamento garantendo in questo modo la segretezza delle attività svolte. All'esito dell'attività l'appartamento è stato sottoposto a sequestro con il denaro e 10 smartphone. Successivi approfondimenti hanno consentito di individuare un ulteriore immobile, attrezzato con le stesse medesime modalità, a Santeramo in Colle destinato a favorire la prostituzione.
Le attività investigative, in considerazione del ruolo di polizia economico-finanziaria attribuito alla Guardia di Finanza, continuano per ricostruire i flussi di denaro, sia attraverso i dispositivi di pagamento elettronico che in contanti e, in tal modo, recuperarli infine a tassazione in quanto ritenuti il frutto di una attività illecita.
In carcere sono finiti i modugnesi Michele Leonetti, 41 anni, e Cosimo Martiradonna, 39 anni, per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Nella indagine coordinata dal pubblico ministero di Trani, Ubaldo Leo, sono indagate la compagna 28enne di Leonetti, accusata di collaborare nel business, e una 32enne che avrebbe avuto il compito di gestire il denaro: sono state ritenute partecipanti all'esercizio e alla direzione della casa di prostituzione.
L'indagine svolta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Molfetta è stata avviata dopo delle evidenze informative su un centro massaggi che offriva trattamenti "extra" con prezzi dai 70 ai 500 euro, pagabili anche tramite il Pos. I successivi riscontri investigativi degli investigatori, effettuati anche con l'ausilio delle banche dati in uso al corpo, hanno consentito di individuare molteplici clienti e acquisire dagli stessi informazioni utili a quantificare il giro d'affari dell'attività delittuosa. All'atto dell'accesso dei finanzieri erano presenti un cliente, due giovani ragazze, di cui una straniera e altri due uomini - Leonetti e Martiradonna - risultati essere i gestori dell'attività di meretricio. Il presunto "centro massaggi" non recava alcuna insegna all'esterno, risultava attrezzato con materassi matrimoniali poggiati a terra, separé e bagni con doccia. Gli appuntamenti venivano gestiti dalle prostitute operanti all'interno del locale mediante inserzioni e successivi contatti online.
Le informazioni acquisite hanno permesso di accertare che i clienti ricevevano sul telefono il codice per accedere all'appartamento garantendo in questo modo la segretezza delle attività svolte. All'esito dell'attività l'appartamento è stato sottoposto a sequestro con il denaro e 10 smartphone. Successivi approfondimenti hanno consentito di individuare un ulteriore immobile, attrezzato con le stesse medesime modalità, a Santeramo in Colle destinato a favorire la prostituzione.
Le attività investigative, in considerazione del ruolo di polizia economico-finanziaria attribuito alla Guardia di Finanza, continuano per ricostruire i flussi di denaro, sia attraverso i dispositivi di pagamento elettronico che in contanti e, in tal modo, recuperarli infine a tassazione in quanto ritenuti il frutto di una attività illecita.