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Si ritorna a scuola il 14 settembre, ingressi scaglionati e addio classi pollaio

Il presidente Conte: «Obiettivo contrastare povertà educativa e dispersione scolastica», Azzolina: «Dall'1 luglio tour negli istituti di tutta Italia»

Dopo la chiusura a causa dell'emergenza Coronavirus, e la parentesi della Didattica a Distanza, dal 14 settembre si ritornerà a scuola. Dall'1 settembre gli istituti riapriranno per coloro che devono recuperare e che hanno avuto difficoltà, ma anche per coloro che hanno voglia di coltivare i propri talenti. Da oggi sono disponibili le linee guida, che sono state condivise con tutto il mondo scolastico, e che gli istituti dovranno seguire per garantire la sicurezza di tutti

«La scuola è al centro della politica del Governo - ha dichiarato in conferenza stampa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - e dei nostri pensieri, abbiamo già investito e continueremo ad investire in questo campo. Stanziamo oggi un ulteriore miliardo per riaprire a settembre in piena sicurezza, per avere una scuola più moderna, più sicura e più inclusiva. Dopo questa emergenza vogliamo avere la possibilità di investire per contrastare la povertà educativa e combattere la dispersione scolastica, vogliamo meno classi pollaio, vogliamo migliorare i percorsi professionalizzanti, siamo ambiziosi sulla scuola e non abbasseremo la soglia di attenzione».

La difficoltà principale è avere gli spazi per far sì che si possa mantenere il metro di distanza tra gli studenti e non solo. In merito il Governo ha provveduto ad utilizzare un software che permette di censire gli istituti e le strutture a dispozione. Grazie a tale software, al quale al momento sono stati sottoposti un 66% dei dati dagli enti locali, c'è un 15% di alunni che devono essere portati fuori dalla scuola.

«È stata un'emozione enorme rivedere le scuole aperte per gli esami di maturità, ma non è stato facile - sottolinea il ministro Azzolina - Ora dobbiamo pensare a riportare tutti in classe in sicurezza a settembre. Porteremo fuori dagli spazi che abbiamo quel 15% lavorando prima di tutto sugli istituti attualmente utilizzati, con lavori di edilizia leggera. Se tali lavori non dovessero bastare sono stati rimessi a disposizione gli istituti dismessi. Inoltre, porteremo gli studenti nei musei, negli archivi, nei cinema, nei teatri, nelle biblioteche per far loro respirare la cultura di cui hanno bisogno. Pensiamo anche alla possibilità di portare i bambini più piccoli a fare lezione al parco quando il tempo lo consente».

«Abbiamo comunque bisogno anche di più personale, docente e non docente - aggiunge - con i soldi che ci sono possiamo assumere altri 50 mila unità a tempo determinato, oltre alle assunzioni a tempo indeterminato che faremo questa estate. A luglio inoltre cresceranno gli stipendi dei docenti, ci saranno 80-100 euro in più nelle loro buste paga. Necessari comunque ambienti di apprendimento nuovi e cambiare il modo di fare didattica».

In merito alle diverse polemiche sorte in questi giorni, in seguito alla pubblicazione di diverse bozze di linee guida, il ministro aggiunge: «Flessibilità degli orari non vuol dire doppi turni, e nemmeno sdoppiare le classi. Le scuole dovranno prima di tutto essere pulite, necessario mantenere 1 metro di distanziamento e organizzare ingressi scaglionati. In merito a quest'ultima cosa, faremo formazione del personale scolastico anche con il supporto della Protezione Civile e provvederemo a comunicare con le famiglie e gli studenti. Necessario però che le classi non siano sovraffollate. Gli studenti non sono monadi isolate e vanno coltivati, se un insegnante ha davanti 30 studenti non può farcela. Il numero degli studenti per classe deve diminuire già a partire da settembre».

«Fondamentale sarà aiutare chi ha sofferto di più come i bambini della scuola dell'infanzia, della primaria e i disabili - conclude - Dall'1 luglio inizierò a girare regione per regione, scuola per scuola, per monitorare ed aiutare i dirigenti e gli uffici scolastici regionali per far partire la scuola a settembre».
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