«Qui per rompere il silenzio, sono allarmato per Molfetta»
L'intervento di Drago all'incontro "Il tempo di reagire è ora": «Fenomeno subdolo, rischio infiltrazioni nell'economia»
Molfetta - sabato 25 settembre 2021
11.21
Partiti, sindacati e società civile. Politica e cultura. Insieme per denunciare la nuova escalation criminale a Molfetta. A partire dagli ordigni fatti esplodere in due cantieri edili della città. «Ho sentito il dovere di essere qui per portare la testimonianza d'allarme rispetto a quello che sta avvenendo», ha detto Pasquale Drago.
L'ex coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha preso la parola alla fine dell'iniziativa "Il tempo di reagire è ora", l'incontro unitario organizzato da un'ampia rete di associazioni, realtà sociali, forze sindacali e politiche del territorio dinanzi ad uno scenario preoccupante fatto di sparatorie, incendi, spaccio di droga e furti. «Per decenni - ha detto Drago, titolare, durante la sua carriera, di delicati fascicoli - ho affrontato i fenomeni della mafia pugliese a tutti livelli».
Magistrato preparato e scrupoloso, «chi mi conosce sa che non mi allarmo facilmente», ha detto ieri. «Ma in questo momento - ha continuato -, sono allarmato per Molfetta e ho il dovere di testimoniarlo. Ho sentito il dovere, non potendo più lavorare come magistrato (è in pensione dal 2019, dopo aver ricoperto, fra gli altri, dapprima l'incarico di sostituto procuratore a Trani e poi di procuratore aggiunto a Trani e Bari , nda) di venire qui per rompere il silenzio», ha detto Drago.
È un momento difficile per Molfetta. Alle prese con una criminalità che è tornata a mostrare i muscoli. «Sono passati 30 anni dagli anni '90 - ha affermato - e la storia si ripete», seppur «in maniera diversa e anche più pericolosa». In quegli anni, per Drago, c'erano «un gruppo di famiglie dedite allo spaccio di droga, che fecero un errore: quello di fare un attentato al sindaco, Gianni Carnicella, un eroe che s'è sacrificato per la città, e di attirare tutte le attenzioni, anche nazionali».
Secondo Drago, presentato da Marta Palombella dopo gli interventi di Sergio Amato (Libera), Lorenzo de Palma (Azione Cattolica), Giuseppe Altamura (Cgil) e Cosimo Sallustio (Sinistra Italiana), «quell'errore non lo faranno più. Gli attentati (gli ordigni fatti esplodere in via don Grittani e viale della Libertà, nda) non sono indicativi dello spaccio di droga, siamo passati all'aggressione economica. Hanno imparato che non si fanno eventi clamorosi, altrimenti qui arriva l'Esercito».
Quello che emerge è un quadro preoccupante, dal quale spicca poi la recrudescenza criminale che continua ad infiammare Molfetta in questi ultimi giorni, con gli incendi ai depositi edili avvenuti fra strada Fondo Favale e contrada San Lorenzo: «Il fenomeno è molto più subdolo, stanno cercando di infiltrarsi nell'economia molfettese», ha aggiunto Drago ai tanti molfettesi intervenuti: «Non ci sarà - ha sottolineato - alcun un gesto clamoroso che faccia intervenire le forze da fuori».
Quindi, quale situazione criminale vive oggi Molfetta? Drago ha parlato dei Capriati «che già dagli anni '30 hanno avuto interessi sulla città» e degli Strisciuglio «che si sono infiltrati a Molfetta attraverso il traffico di droga, ma ora sto vedendo le estorsioni. Si tratta di un'organizzazione del San Paolo, molto più aggressiva e pericolosa, che sta soppiantando gli stessi Capriati. Ecco, questo è il rischio in cui, ora, è esposta Molfetta, quello di diventare una succursale del San Paolo».
Infine, un appello rivolto ai molfettesi: «Se non lasciamo l'indifferenza, rischiamo che la mafia prenda possesso di Molfetta. Il degrado non è soltanto politico, ma morale. Un'indifferenza dei cittadini che per anni - ha concluso - hanno pensato che si poteva andare avanti con il quieto vivere». Oggi, purtroppo, non è più così.
L'ex coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha preso la parola alla fine dell'iniziativa "Il tempo di reagire è ora", l'incontro unitario organizzato da un'ampia rete di associazioni, realtà sociali, forze sindacali e politiche del territorio dinanzi ad uno scenario preoccupante fatto di sparatorie, incendi, spaccio di droga e furti. «Per decenni - ha detto Drago, titolare, durante la sua carriera, di delicati fascicoli - ho affrontato i fenomeni della mafia pugliese a tutti livelli».
Magistrato preparato e scrupoloso, «chi mi conosce sa che non mi allarmo facilmente», ha detto ieri. «Ma in questo momento - ha continuato -, sono allarmato per Molfetta e ho il dovere di testimoniarlo. Ho sentito il dovere, non potendo più lavorare come magistrato (è in pensione dal 2019, dopo aver ricoperto, fra gli altri, dapprima l'incarico di sostituto procuratore a Trani e poi di procuratore aggiunto a Trani e Bari , nda) di venire qui per rompere il silenzio», ha detto Drago.
È un momento difficile per Molfetta. Alle prese con una criminalità che è tornata a mostrare i muscoli. «Sono passati 30 anni dagli anni '90 - ha affermato - e la storia si ripete», seppur «in maniera diversa e anche più pericolosa». In quegli anni, per Drago, c'erano «un gruppo di famiglie dedite allo spaccio di droga, che fecero un errore: quello di fare un attentato al sindaco, Gianni Carnicella, un eroe che s'è sacrificato per la città, e di attirare tutte le attenzioni, anche nazionali».
Secondo Drago, presentato da Marta Palombella dopo gli interventi di Sergio Amato (Libera), Lorenzo de Palma (Azione Cattolica), Giuseppe Altamura (Cgil) e Cosimo Sallustio (Sinistra Italiana), «quell'errore non lo faranno più. Gli attentati (gli ordigni fatti esplodere in via don Grittani e viale della Libertà, nda) non sono indicativi dello spaccio di droga, siamo passati all'aggressione economica. Hanno imparato che non si fanno eventi clamorosi, altrimenti qui arriva l'Esercito».
Quello che emerge è un quadro preoccupante, dal quale spicca poi la recrudescenza criminale che continua ad infiammare Molfetta in questi ultimi giorni, con gli incendi ai depositi edili avvenuti fra strada Fondo Favale e contrada San Lorenzo: «Il fenomeno è molto più subdolo, stanno cercando di infiltrarsi nell'economia molfettese», ha aggiunto Drago ai tanti molfettesi intervenuti: «Non ci sarà - ha sottolineato - alcun un gesto clamoroso che faccia intervenire le forze da fuori».
Quindi, quale situazione criminale vive oggi Molfetta? Drago ha parlato dei Capriati «che già dagli anni '30 hanno avuto interessi sulla città» e degli Strisciuglio «che si sono infiltrati a Molfetta attraverso il traffico di droga, ma ora sto vedendo le estorsioni. Si tratta di un'organizzazione del San Paolo, molto più aggressiva e pericolosa, che sta soppiantando gli stessi Capriati. Ecco, questo è il rischio in cui, ora, è esposta Molfetta, quello di diventare una succursale del San Paolo».
Infine, un appello rivolto ai molfettesi: «Se non lasciamo l'indifferenza, rischiamo che la mafia prenda possesso di Molfetta. Il degrado non è soltanto politico, ma morale. Un'indifferenza dei cittadini che per anni - ha concluso - hanno pensato che si poteva andare avanti con il quieto vivere». Oggi, purtroppo, non è più così.