Cronaca
Omicidio di Santo Spirito: il corpo di Franco Dogna martoriato da non meno di 70 coltellate
Procede l'indagine per fare chiarezza sulla morte del 63enne, dipendente dell'azienda Exprivia di Molfetta
Molfetta - sabato 11 gennaio 2025
19.49
È stato ucciso con diverse decine di fendenti (non meno di 70) Francesco Dogna, il 63enne trovato morto mercoledì scorso nella sua abitazione di Santo Spirito, quartiere sul litorale a nord di Bari. Sono questi i risultati dell'autopsia compiuta oggi da Davide Ferorelli dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari.
L'esame autoptico è durato oltre otto ore di fila, la relazione completa sarà consegnata alla Procura della Repubblica di Bari entro il termine di 90 giorni, il tempo necessario per svolgere ulteriori accertamenti e i dovuti esami tossicologici e istologici. La salma, intanto, è stata restituita ai familiari, che non hanno nominato consulenti per l'autopsia. Sull'omicidio indagano i Carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della Procura della Repubblica del capoluogo, Carla Spagnuolo.
Sia sulle scale della palazzina in cui abitava Dogna, in via Torino, nelle vicinanze del lungomare Colombo, che per strada, fra le vicine via principessa Mafalda e via Iolanda, sono state trovate decine di tracce di sangue, già repertate, che l'assassino potrebbe aver lasciato durante la fuga. L'arma del delitto, verosimilmente un coltello, al momento non è stata recuperata. Sulle tracce di sangue trovate per strada e probabilmente lasciate dal killer ferito sarà eseguito l'esame del Dna.
All'esame degli inquirenti baresi ci sono anche le telecamere di videosorveglianza della zona, che potrebbero avere immortalato il killer sia al momento del suo arrivo nell'appartamento, al civico 14 di via Torino, sia durante la fuga a piedi. L'assenza di segni di effrazione fa pensare che Dogna abbia aperto la porta al suo assassino, e al momento del ritrovamento del corpo il 63enne era riverso nel salotto a pancia in giù in una pozza di sangue, circondato da un insolito disordine.
A trovare il corpo dell'uomo sono stati la sorella e un suo amico, preoccupati per non avere più notizie del 63enne dalla sera precedente. Alcuni testimoni hanno riferito ai militari della Compagnia di Bari San Paolo di aver sentito delle urla provenire dall'appartamento della vittima nella notte in cui il 63enne è stato ucciso. Il delitto, dunque, potrebbe essere avvenuto al culmine di una lite. Prima ci sarebbe stata una discussione. Fino a diventare evidente ai timpani dei vari residenti.
Un delitto d'impeto quello nel quale ha perso la vita l'impiegato della multinazionale Exprivia. Oltre agli accertamenti di natura tecnica, i militari stanno lavorando per estrapolare informazioni sullo smartphone della vittima. Saranno scandagliati i messaggi con la copia forense del dispositivo, andando a ritroso nel tempo.
L'esame autoptico è durato oltre otto ore di fila, la relazione completa sarà consegnata alla Procura della Repubblica di Bari entro il termine di 90 giorni, il tempo necessario per svolgere ulteriori accertamenti e i dovuti esami tossicologici e istologici. La salma, intanto, è stata restituita ai familiari, che non hanno nominato consulenti per l'autopsia. Sull'omicidio indagano i Carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della Procura della Repubblica del capoluogo, Carla Spagnuolo.
Sia sulle scale della palazzina in cui abitava Dogna, in via Torino, nelle vicinanze del lungomare Colombo, che per strada, fra le vicine via principessa Mafalda e via Iolanda, sono state trovate decine di tracce di sangue, già repertate, che l'assassino potrebbe aver lasciato durante la fuga. L'arma del delitto, verosimilmente un coltello, al momento non è stata recuperata. Sulle tracce di sangue trovate per strada e probabilmente lasciate dal killer ferito sarà eseguito l'esame del Dna.
All'esame degli inquirenti baresi ci sono anche le telecamere di videosorveglianza della zona, che potrebbero avere immortalato il killer sia al momento del suo arrivo nell'appartamento, al civico 14 di via Torino, sia durante la fuga a piedi. L'assenza di segni di effrazione fa pensare che Dogna abbia aperto la porta al suo assassino, e al momento del ritrovamento del corpo il 63enne era riverso nel salotto a pancia in giù in una pozza di sangue, circondato da un insolito disordine.
A trovare il corpo dell'uomo sono stati la sorella e un suo amico, preoccupati per non avere più notizie del 63enne dalla sera precedente. Alcuni testimoni hanno riferito ai militari della Compagnia di Bari San Paolo di aver sentito delle urla provenire dall'appartamento della vittima nella notte in cui il 63enne è stato ucciso. Il delitto, dunque, potrebbe essere avvenuto al culmine di una lite. Prima ci sarebbe stata una discussione. Fino a diventare evidente ai timpani dei vari residenti.
Un delitto d'impeto quello nel quale ha perso la vita l'impiegato della multinazionale Exprivia. Oltre agli accertamenti di natura tecnica, i militari stanno lavorando per estrapolare informazioni sullo smartphone della vittima. Saranno scandagliati i messaggi con la copia forense del dispositivo, andando a ritroso nel tempo.