de nicolo e natalicchio
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Politica

Natalicchio-Pd: c'eravamo tanto amati...

La goccia che fa traboccare il vaso: quel voto "solo" tecnico al bilancio di previsione

Paola Natalicchio-Partito democratico: c'eravamo tanto amati...Ma poi basta. Impossibile andare avanti.
In sintesi è questo il motivo principale della ormai, pare, certa decisione della giornalista di lasciare la fascia tricolore da sindaco. Troppi i dissapori con il Pd che ha messo il primo cittadino spalle al muro nel corso dell'ultimo Consiglio comunale e prima, secondo indiscrezioni, nelle innumerevoli riunioni di maggioranza.

Il retroscena più importante è raccontato dalla stessa Natalicchio nel corso di quello che a tutti è sembrato un discorso di addio.
Sabato 30 aprile è all'ordine del giorno una seduta della Giunta: due gli assessori del partito con alla guida Piero de Nicolo.
"Non sappiamo se votiamo domani (oggi, ndr) il bilancio di previsione. Ci asterremo", avrebbero detto i democratici nel corso della pausa di oltre un'ora che ha bloccato i lavori della massima assise cittadina.
"Perchè?", avrebbe chiesto lei, con accanto Bepi Maralfa.
"Perchè non lo avete condiviso".
Insomma, un colpo, visto che il Partito democratico è la forza politica per antonomasia di questa amministrazione. Un terremoto sotto i piedi "della ragazza che da Roma non ha mai smesso di sentire il richiamo delle radici", come si racconta lei.

Che poi fa i nomi e i cognomi: Annalisa Altomare e Roberto La Grasta. In piedi e poi via, di fatto contro l'amministrazione per cui sono stati eletti dai cittadini. Con le spalle girate verso il sindaco.
La dottoressa, sempre combattente e combattiva, forte della sua innumerevole esperienza al fianco di personaggi come Enzo de Cosmo, "che ha sempre rispettato le istituzioni". Non le manda a dire nel corso del pomeriggio: è Paola Natalicchio il problema.
"Alcuni qui presenti hanno portato la mia stessa fascia: sicuramente anche le loro serate saranno state difficili", è il velato riferimento del sindaco alla Altomare a inizio del suo discorso. "Sarà contenta adesso?", si chiede dopo sarcastica.
"Le riconosco di essere andata fino in fondo su questo argomento, come il consigliere Roberto La Grasta che era candidato nella lista civica che portava il mio cognome e che adesso difende e qui parla a nome del Partito democratico".

Lo scorso luglio la prima rottura fu placata da Debora Serracchiani, numero due del Pd. Come un temporale, riuscì a spegnere le fiamme dell'incendio che stava divampando a Molfetta in quella estate calda. Ma adesso estate non è ancora. E con queste temperature, che ora salgono e poi improvvisamente scendono, chissà che vestiti ci toccherà indossare.
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