
Molfetta Day insolito, collegamento in streaming con i molfettesi sparsi nel mondo
Piergiovanni: «siamo entrati nella storia con il primo consiglio comunale internazionale»
Molfetta - giovedì 10 settembre 2020
E' un Molfetta Day «diverso, strano, folle», come lo ha definito la presidente dell'Associazione molfettesi nel mondo, Angela Amato, che, aggiungiamo noi, nemmeno il coronavirus è riuscito a fermare, anzi in qualche modo grazie alla tecnologia ha persino accorciato le distanze.
E' proprio il caso di dire: "Lontani dagli occhi, vicini al cuore".
Dalla sua istituzione nel 2003 il Molfetta Day ha sempre avuto un iter preciso, consiglio comunale a cui hanno preso parte, insieme con i consiglieri comunali, i molfettesi di ritorno dalle proprie nazioni di adozione in occasione della festa della Madonna dei Martiri.
Ma quest'anno tutto è stato diverso, per certi versi innovativo, anzi, come ha detto il presidente del consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, in apertura di seduta: «siamo entrati nella storia con il primo consiglio comunale internazionale». Innanzitutto, non si è svolto nella classica location della sala consiliare di Palazzo Giovene, ma nella sala conferenze di Lama Scotella. Purtroppo, per il Covid-19 i molfettesi sparsi per il mondo non sono potuti venire nella loro città natia, così si è pensato di andarli a trovare nelle loro nazioni.
Ben 18 i collegamenti streaming con i molfettesi che vivono in Australia, Argentina, Venezuela, Canada e America, ognuno ha raccontato come sta vivendo questo momento, e ci si accorge che tutto il mondo è paese, che questa pandemia non ha risparmiato nessuno.
Molti di loro hanno raccontato che, come è accaduto qui a Molfetta, non verrà fatta l'annuale processione della Madonna dei Martiri, ma saranno celebrati solo i riti religiosi.
Nelle loro parole si sente il grande attaccamento alla loro Molfetta, la voglia di ritornare. Ma anche un nuovo modo di intendere le distanze, ridotte dalle tecnologie, per questo nasce la voglia di costruire un nuovo modo di fare comunità, di guardare al futuro, ai giovani. Infatti, l'invito che molti di loro fanno è quello di «accogliere i loro giovani come le nazioni in cui sono emigrati hanno accolto loro».
E' bello sentire che molti di loro hanno dimenticato l'italiano, quindi parlano in venezuelano, piuttosto che in americano, ma non hanno dimenticato il dialetto, che per molti di loro rimane la lingua madre.
Ad omaggiare i nostri concittadini all'estero sono intervenuti il presidente dell'Associazione molfettesi nel mondo, Angela Amato, l'assessore alle comunità estere, Angela Panunzio, e i consiglieri comunali: Isa de Bari, Beppe Zanna e Rosalba Secchi.
E' un consiglio comunale che lancia molti spunti di riflessione, che come dicevamo prima, guarda l'emigrazione da prospettive diverse, nel senso che si cerca di capire come ci si può aiutare vicendevolmente anche stando a chilometri di distanza, con gli oceani che ci separano. Gli uni possiamo essere ricchezza per gli altri, è quello che emerso con molta fermezza in questo "strano" Molfetta Day.
Tale concetto è stato poi ripreso dal primo cittadino di Molfetta, Tommaso Minervini, nel suo discorso conclusivo, che ha sottolineato come «la crescita personale e collettiva non è affatto disgiunta dal contesto di vita, dalla propria storia personale e familiare, per questo è importante questo appuntamento». E conclude: «occorre dare un senso alle relazioni di oggi, proiettandole al futuro».
L'augurio di tutti è stato quello di trovarsi e di potersi riabbracciare l'anno prossimo.
E' proprio il caso di dire: "Lontani dagli occhi, vicini al cuore".
Dalla sua istituzione nel 2003 il Molfetta Day ha sempre avuto un iter preciso, consiglio comunale a cui hanno preso parte, insieme con i consiglieri comunali, i molfettesi di ritorno dalle proprie nazioni di adozione in occasione della festa della Madonna dei Martiri.
Ma quest'anno tutto è stato diverso, per certi versi innovativo, anzi, come ha detto il presidente del consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, in apertura di seduta: «siamo entrati nella storia con il primo consiglio comunale internazionale». Innanzitutto, non si è svolto nella classica location della sala consiliare di Palazzo Giovene, ma nella sala conferenze di Lama Scotella. Purtroppo, per il Covid-19 i molfettesi sparsi per il mondo non sono potuti venire nella loro città natia, così si è pensato di andarli a trovare nelle loro nazioni.
Ben 18 i collegamenti streaming con i molfettesi che vivono in Australia, Argentina, Venezuela, Canada e America, ognuno ha raccontato come sta vivendo questo momento, e ci si accorge che tutto il mondo è paese, che questa pandemia non ha risparmiato nessuno.
Molti di loro hanno raccontato che, come è accaduto qui a Molfetta, non verrà fatta l'annuale processione della Madonna dei Martiri, ma saranno celebrati solo i riti religiosi.
Nelle loro parole si sente il grande attaccamento alla loro Molfetta, la voglia di ritornare. Ma anche un nuovo modo di intendere le distanze, ridotte dalle tecnologie, per questo nasce la voglia di costruire un nuovo modo di fare comunità, di guardare al futuro, ai giovani. Infatti, l'invito che molti di loro fanno è quello di «accogliere i loro giovani come le nazioni in cui sono emigrati hanno accolto loro».
E' bello sentire che molti di loro hanno dimenticato l'italiano, quindi parlano in venezuelano, piuttosto che in americano, ma non hanno dimenticato il dialetto, che per molti di loro rimane la lingua madre.
Ad omaggiare i nostri concittadini all'estero sono intervenuti il presidente dell'Associazione molfettesi nel mondo, Angela Amato, l'assessore alle comunità estere, Angela Panunzio, e i consiglieri comunali: Isa de Bari, Beppe Zanna e Rosalba Secchi.
E' un consiglio comunale che lancia molti spunti di riflessione, che come dicevamo prima, guarda l'emigrazione da prospettive diverse, nel senso che si cerca di capire come ci si può aiutare vicendevolmente anche stando a chilometri di distanza, con gli oceani che ci separano. Gli uni possiamo essere ricchezza per gli altri, è quello che emerso con molta fermezza in questo "strano" Molfetta Day.
Tale concetto è stato poi ripreso dal primo cittadino di Molfetta, Tommaso Minervini, nel suo discorso conclusivo, che ha sottolineato come «la crescita personale e collettiva non è affatto disgiunta dal contesto di vita, dalla propria storia personale e familiare, per questo è importante questo appuntamento». E conclude: «occorre dare un senso alle relazioni di oggi, proiettandole al futuro».
L'augurio di tutti è stato quello di trovarsi e di potersi riabbracciare l'anno prossimo.