
Le processioni pasquali di Molfetta patrimonio dell'Unesco?
A parlarne è Pasquale Mancini, promotore dell'iniziativa
Molfetta - venerdì 10 gennaio 2020
18.14
Le processioni pasquali molfettesi potrebbero diventare patrimonio immateriale dell'Unesco. Si tratta di un'ipotesi affascinante che avrebbe preso piede nelle ultime ore. Sarebbe un riconoscimento di grande importanza per Molfetta, soprattutto vista la lunga storia che caratterizza questa cultura capace di congiungere tradizione, religione e folklore. Abbiamo raggiunto telefonicamente Pasquale Mancini, consigliere comunale e promotore di questa iniziativa.
Mancini commenta così questa possibilità: «Penso sia giunto il momento di intervenire per cristallizzare tutto quell'insieme di emozioni, storia, fede e cultura che abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto, in modo da essere certi che venga tramandato integralmente e senza contaminazioni. L'Unesco sostiene che il patrimonio culturale di una Comunità non sia costiuito solo da monumenti e collezioni di oggetti ma anche da tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali che includono linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti, festività, conoscenze locali e artigianato tradizionale».
E cosa è, dal punto di vista laico e strettamente culturale, la nostra Settimana Santa se non un grande patrimonio identitario, da custodire al pari di quello materiale? Il consigliere comunale la pensa così: «Questa tradizione si fonda su elementi che sono parte integrante della nostra vita. Chiarisco ancora che mi riferisco solo a ciò che può competerci, mantenendo una netta e rigorosa distanza rispetto alla Liturgia. Basti pensare alla ritualità della vestizione dei Confratelli, al passaggio in eredità delle medaglie dei nonni ai nipotini, alla semplice preparazione del pizzarello o ai percorsi delle processioni cadenzati con le stesse marce funebri suonate esattamente negli stessi luoghi da un secolo, o alle cosiddette "bombe" passate a chi ci è più caro fino alla amorevole e meticolosa cura dei "sepolcri" casalinghi. Cosa sarà dell'emozione di una "bussola" e di tutte queste norme non scritte se non le difendiamo cristallizzandole? Sono contenuti frutto di amore e memoria, perciò vanno messi al riparo. È il momento di sistemare questa cosa».
Quale sarebbe l'iter da seguire per la candidatura? Ecco la spiegazione: «L'iter di candidatura prevede l'invio di una domanda che passa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per una valutazione di merito e per il successivo perfezionamento del dossier di candidatura. Noi intendiamo procedere (in tempi rapidissimi) con una proposta al Sindaco e al Consiglio comunale, corroborata ove necessario da una raccolta di firme aperta alla popolazione, ad ulteriore supporto. Se l'amministrazione riterrà di far sua questa istanza, chiederemo il via libera di Sindaco e Assessore alla Cultura e al Turismo. Occorre far presto perché la Commissione dovrebbe esprimersi entro il 30 giugno».
L'niziativa potrebbe essere collegata al nuovo Statuto delle Confraternite? «Assolutamente no. Mi hanno insegnato ad avere massimo rispetto dei ruoli e delle sfere di competenza di ognuno, così come a pretendere il contrario. Non conosco nemmeno il contenuto del nuovo statuto, perché non ho avuto modo di leggerlo. Semplicemente, Molfetta si candida a Capitale italiana della Cultura 2021: il momento per ottenere tale riconoscimento è esattamente questo».
Mancini commenta così questa possibilità: «Penso sia giunto il momento di intervenire per cristallizzare tutto quell'insieme di emozioni, storia, fede e cultura che abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto, in modo da essere certi che venga tramandato integralmente e senza contaminazioni. L'Unesco sostiene che il patrimonio culturale di una Comunità non sia costiuito solo da monumenti e collezioni di oggetti ma anche da tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali che includono linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti, festività, conoscenze locali e artigianato tradizionale».
E cosa è, dal punto di vista laico e strettamente culturale, la nostra Settimana Santa se non un grande patrimonio identitario, da custodire al pari di quello materiale? Il consigliere comunale la pensa così: «Questa tradizione si fonda su elementi che sono parte integrante della nostra vita. Chiarisco ancora che mi riferisco solo a ciò che può competerci, mantenendo una netta e rigorosa distanza rispetto alla Liturgia. Basti pensare alla ritualità della vestizione dei Confratelli, al passaggio in eredità delle medaglie dei nonni ai nipotini, alla semplice preparazione del pizzarello o ai percorsi delle processioni cadenzati con le stesse marce funebri suonate esattamente negli stessi luoghi da un secolo, o alle cosiddette "bombe" passate a chi ci è più caro fino alla amorevole e meticolosa cura dei "sepolcri" casalinghi. Cosa sarà dell'emozione di una "bussola" e di tutte queste norme non scritte se non le difendiamo cristallizzandole? Sono contenuti frutto di amore e memoria, perciò vanno messi al riparo. È il momento di sistemare questa cosa».
Quale sarebbe l'iter da seguire per la candidatura? Ecco la spiegazione: «L'iter di candidatura prevede l'invio di una domanda che passa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per una valutazione di merito e per il successivo perfezionamento del dossier di candidatura. Noi intendiamo procedere (in tempi rapidissimi) con una proposta al Sindaco e al Consiglio comunale, corroborata ove necessario da una raccolta di firme aperta alla popolazione, ad ulteriore supporto. Se l'amministrazione riterrà di far sua questa istanza, chiederemo il via libera di Sindaco e Assessore alla Cultura e al Turismo. Occorre far presto perché la Commissione dovrebbe esprimersi entro il 30 giugno».
L'niziativa potrebbe essere collegata al nuovo Statuto delle Confraternite? «Assolutamente no. Mi hanno insegnato ad avere massimo rispetto dei ruoli e delle sfere di competenza di ognuno, così come a pretendere il contrario. Non conosco nemmeno il contenuto del nuovo statuto, perché non ho avuto modo di leggerlo. Semplicemente, Molfetta si candida a Capitale italiana della Cultura 2021: il momento per ottenere tale riconoscimento è esattamente questo».