La stazione di Molfetta
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Cronaca

Le mani dei Casalesi sulla stazione di Molfetta. Arrestato un ingegnere di Rfi

Leonardo Loiacono è finito ai domiciliari. Avrebbe agevolato una società riconducibile alla famiglia Schiavone

C'è anche la stazione ferroviaria di Molfetta, assieme a quelle di Bari Parco Nord, Torre a Mare, Santo Spirito, Bisceglie, Trani, Barletta e Taranto, fra gli importanti appalti finiti nelle mani del clan dei Casalesi al culmine di un'indagine che ha portato a 35 misure cautelari nell'ambito di una inchiesta della Procura di Napoli.

Il tutto emerge dall'ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Giovanna Cervo, ha disposto gli arresti domiciliari, fra gli altri, per Leonardo Loiacono, 69enne di Noicattaro, funzionario di Rete Ferroviaria Italiana e direttore dei lavori che la Tec s.r.l., società riconducibile alla famiglia Schiavone (del clan dei Casalesi) ha svolto nel 2018 nelle stazioni pugliesi. Risponde di corruzione con l'aggravante di aver agevolato un'associazione mafiosa.

Secondo le attività dei Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli e dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, l'ingegnere avrebbe intascato una presunta somma di denaro «per evitare ogni intoppo, rallentamento o difficoltà nell'esecuzione», dei lavori di adeguamento e manutenzione ferroviaria, che la Tec, riconducibile agli Schiavone, stava eseguendo all'interno di varie stazioni pugliesi fra cui Molfetta.

Rete Ferroviaria Italiana, che «si ritiene parte lesa», ha fatto sapere di avere «sospeso i dipendenti coinvolti che risultano in organico». Altri quattro ex dipendenti, «raggiunti da provvedimenti restrittivi della Procura, e già in passato oggetto di indagine della stessa Procura, sono stati licenziati e non sono più in organico».
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