
Cronaca
Impedisce al padre di vedere il figlio: condannata una 54enne di Molfetta
I fatti risalgono al 2019 e al 2020, la donna dovrà scontare 6 mesi di reclusione. Una sentenza che fa giustizia. Per tanti padri
Molfetta - mercoledì 5 novembre 2025
Gli avrebbe impedito di vedere il figlio. E ora che il ragazzo ha 15 anni è stata condannata a 6 mesi: l'ha deciso il giudice monocratico del Tribunale di Trani, Sara Pedone, a carico della mamma che, «in violazione» di una ordinanza (2017) e di una sentenza (2020) «non consentiva gli incontri padre-figlio» dal 2019 al 2020.
Così è arrivata la condanna della donna, una 54enne di Molfetta, per la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. Tutto è avvenuto quando la coppia di coniugi ha deciso di separarsi: affidato alla madre, il piccolo, «almeno due giorni a settimana», avrebbe dovuto passare del tempo col papà. Nonostante l'ordinanza, però, «l'uomo non aveva potuto trascorrere con il figlio diverse giornate, posto che l'imputata aveva limitato il suo diritto di visita con quest'ultimo».
Il 3 dicembre 2019, per esempio, «coincidente col compleanno della madre, quest'ultima gli aveva manifestato la volontà del minore di voler trascorrere con lei la giornata; l'uomo l'aveva contattata al fine di parlare col minore, il quale aveva subito smentito siffatta sua volontà». Analoghe condotte «erano state serbate dalla donna» nel weekend fra il 28 e il 29 marzo 2020 e poi in quello fra il 4 e il 5 aprile 2020, «senza che l'imputata si preoccupasse quantomeno di comunicarglielo».
Per la giudice «è plasticamente emerso l'intento dell'imputata di ostacolare sistematicamente i diritti di visita». Un «ostinato ostruzionismo dell'imputata che ha sempre ostacolato i rapporti padre-figlio, accampando scuse di varia natura poi smentite dal minore», a cui nessuno restituirà il tempo perso e l'amore del padre.
Così è arrivata la condanna della donna, una 54enne di Molfetta, per la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. Tutto è avvenuto quando la coppia di coniugi ha deciso di separarsi: affidato alla madre, il piccolo, «almeno due giorni a settimana», avrebbe dovuto passare del tempo col papà. Nonostante l'ordinanza, però, «l'uomo non aveva potuto trascorrere con il figlio diverse giornate, posto che l'imputata aveva limitato il suo diritto di visita con quest'ultimo».
Il 3 dicembre 2019, per esempio, «coincidente col compleanno della madre, quest'ultima gli aveva manifestato la volontà del minore di voler trascorrere con lei la giornata; l'uomo l'aveva contattata al fine di parlare col minore, il quale aveva subito smentito siffatta sua volontà». Analoghe condotte «erano state serbate dalla donna» nel weekend fra il 28 e il 29 marzo 2020 e poi in quello fra il 4 e il 5 aprile 2020, «senza che l'imputata si preoccupasse quantomeno di comunicarglielo».
Per la giudice «è plasticamente emerso l'intento dell'imputata di ostacolare sistematicamente i diritti di visita». Un «ostinato ostruzionismo dell'imputata che ha sempre ostacolato i rapporti padre-figlio, accampando scuse di varia natura poi smentite dal minore», a cui nessuno restituirà il tempo perso e l'amore del padre.




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