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                    Cronaca
            Furto a danno dell'avvocato Bepi Maralfa al Comune di Molfetta
Rubato materiale legato alla sua attività professionale
                Molfetta - giovedì 30 ottobre 2025
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            Nel cuore del Comune di Molfetta, un furto ha recentemente scosso la quiete degli uffici. La vittima, l'avvocato Bepi Maralfa, libero professionista impegnato da tre mesi a supporto dell'Ufficio Anticorruzione, ha denunciato il furto di un'unità esterna contenente anni di lavoro e ricordi personali, sottratta durante una breve assenza dal suo ufficio.
L'avvocato racconta l'accaduto:
"Lunedì scorso 27 ottobre, erano le ore 16, mi allontanavo per circa un'ora e mezza dalla stanza di lavoro sita presso il Comune di Molfetta, dove da tre mesi svolgo l'attività di supporto all'ufficio Anticorruzione, per recarmi a colloquio in altra stanza con il Signor Prefetto, dott. Armando Gradone (attualmente Commissario prefettizio del Comune).
Lasciavo nella mia stanza, poggiata per terra la borsa in cui custodisco il mio computer portatile e una unità esterna hard disk, nella quale c'è infinito materiale dei miei ultimi 6 anni di lavoro di libero professionista avvocato (l'unità esterna contiene, oltre ai file di lavoro comprese autopsie, foto di cadaveri, e fascicoli di centinaia di processi scansionati, ancora in corso, anche file personali, e incancellabili ricordi della mia famiglia e dei miei figli).
Ebbene ignoti delinquenti mi hanno rubato l'unità esterna, strappandomi il cuore e sottraendomi il materiale del mio lavoro che mi serve come il pane.
Avevo calibrato la delinquenza che orbita al Comune di Molfetta, dalla quale escludo categoricamente le centinaia di dipendenti e lavoratori, persone perbene, che si dannano l'anima per aiutare la Comunità e portare il pane a casa, ma non pensavo che esistesse un infame con relativo mandante che arrivasse a tanto.
Volevo allora dire a questi criminali senza scrupoli che l'unità esterna contiene dati che mi servono come l'aria per lavorare e per difendere i diritti delle persone, e che di atti comunali in quella unità non c'è nulla. Assolutamente nulla. Così come questi straccioni, che credono di piegarmi, non troveranno atti comprovanti la mia appartenenza ai servizi segreti deviati, dal momento che non appartengo ad alcuna categoria diversa da quella che fa capo alle persone oneste.
Rivolgo allora la richiesta a questi signori del male, a questi autori del furto mirato, di restituirmi domani (non dopodomani ma domani) il mio strumento di lavoro, facendomelo ritrovare sul tavolo della mia stanza comunale".
                    L'avvocato racconta l'accaduto:
"Lunedì scorso 27 ottobre, erano le ore 16, mi allontanavo per circa un'ora e mezza dalla stanza di lavoro sita presso il Comune di Molfetta, dove da tre mesi svolgo l'attività di supporto all'ufficio Anticorruzione, per recarmi a colloquio in altra stanza con il Signor Prefetto, dott. Armando Gradone (attualmente Commissario prefettizio del Comune).
Lasciavo nella mia stanza, poggiata per terra la borsa in cui custodisco il mio computer portatile e una unità esterna hard disk, nella quale c'è infinito materiale dei miei ultimi 6 anni di lavoro di libero professionista avvocato (l'unità esterna contiene, oltre ai file di lavoro comprese autopsie, foto di cadaveri, e fascicoli di centinaia di processi scansionati, ancora in corso, anche file personali, e incancellabili ricordi della mia famiglia e dei miei figli).
Ebbene ignoti delinquenti mi hanno rubato l'unità esterna, strappandomi il cuore e sottraendomi il materiale del mio lavoro che mi serve come il pane.
Avevo calibrato la delinquenza che orbita al Comune di Molfetta, dalla quale escludo categoricamente le centinaia di dipendenti e lavoratori, persone perbene, che si dannano l'anima per aiutare la Comunità e portare il pane a casa, ma non pensavo che esistesse un infame con relativo mandante che arrivasse a tanto.
Volevo allora dire a questi criminali senza scrupoli che l'unità esterna contiene dati che mi servono come l'aria per lavorare e per difendere i diritti delle persone, e che di atti comunali in quella unità non c'è nulla. Assolutamente nulla. Così come questi straccioni, che credono di piegarmi, non troveranno atti comprovanti la mia appartenenza ai servizi segreti deviati, dal momento che non appartengo ad alcuna categoria diversa da quella che fa capo alle persone oneste.
Rivolgo allora la richiesta a questi signori del male, a questi autori del furto mirato, di restituirmi domani (non dopodomani ma domani) il mio strumento di lavoro, facendomelo ritrovare sul tavolo della mia stanza comunale".
 
                    


 
                             
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                             Ricevi aggiornamenti e contenuti da Molfetta
        
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