Emiliano: «Molte famiglie hanno condiviso la mia ordinanza per la scuola in Puglia»
Le parole del presidente della Regione su Rai 1
Molfetta - martedì 27 aprile 2021
10.39
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è intervenuto durante la trasmissione andata in onda su Rai 1 "Oggi è un altro giorno", per fare il punto sull'emergenza sanitaria sul territorio pugliese e per parlare, in particolare della situazione sulla scuola.
"Credo che la mia ordinanza sia stata ben accetta in quanto, ad esempio, il 90% della famiglie degli studenti delle scuole superiori ha lasciato i propri figli in Dad e questo è un loro diritto costituzionale. In ogni caso siamo contenti che con il passaggio in zona arancione ci sia stata la possibilità del ritorno tra i banchi per quanti lo desideravano da tempo" ha spiegato.
"Uscire di casa durante una pandemia - ha proseguito - è sempre un pericolo, se c'è un'alternativa dobbiamo lasciare alle famiglie la possibilità di poter chiedere questa alternativa per tutelare la propria salute". Il nodo della presenza resta profondamente divisivo. Sul tavolo ci sono i ritardi della campagna vaccinale e l'emergenza trasporti.
"Signor presidente grazie per averci dato la possibilità di scegliere se mandare i nostri figli a scuola": inizia così una lettera-manifesto, pubblicata anche su Facebook, dalla Rete delle associazioni dei genitori che accudiscono i loro figli che soffrono di patologie rare e invalidanti. Le associazioni dei genitori hanno voluto così ringraziare il governatore per aver emanato l'ordinanza che consente alle famiglie di scegliere la Did al posto delle lezioni in presenza.
"In un campagna vaccinale che va a rilento - scrivono - anche per le categorie fragili, per i malati rari e per i nostri anziani, tutti viviamo con il terrore di portare il virus a casa". "La scelta di non mandare i figli a scuola - si legge ancora - non è fatta a cuor leggero ma siamo consapevoli che ciò significa tagliare le gambe al virus per entrare nelle nostre case".
"E i nostri figli sono fortemente motivati nella didattica a distanza, nel seguire le lezioni e fare i compiti. Allo stesso modo osserviamo il grande impegno degli insegnanti". "Sappia - concludono - che associazioni e pazienti di altre regioni ci invidiano di questa opportunità e responsabilità che ci dà".
"Credo che la mia ordinanza sia stata ben accetta in quanto, ad esempio, il 90% della famiglie degli studenti delle scuole superiori ha lasciato i propri figli in Dad e questo è un loro diritto costituzionale. In ogni caso siamo contenti che con il passaggio in zona arancione ci sia stata la possibilità del ritorno tra i banchi per quanti lo desideravano da tempo" ha spiegato.
"Uscire di casa durante una pandemia - ha proseguito - è sempre un pericolo, se c'è un'alternativa dobbiamo lasciare alle famiglie la possibilità di poter chiedere questa alternativa per tutelare la propria salute". Il nodo della presenza resta profondamente divisivo. Sul tavolo ci sono i ritardi della campagna vaccinale e l'emergenza trasporti.
"Signor presidente grazie per averci dato la possibilità di scegliere se mandare i nostri figli a scuola": inizia così una lettera-manifesto, pubblicata anche su Facebook, dalla Rete delle associazioni dei genitori che accudiscono i loro figli che soffrono di patologie rare e invalidanti. Le associazioni dei genitori hanno voluto così ringraziare il governatore per aver emanato l'ordinanza che consente alle famiglie di scegliere la Did al posto delle lezioni in presenza.
"In un campagna vaccinale che va a rilento - scrivono - anche per le categorie fragili, per i malati rari e per i nostri anziani, tutti viviamo con il terrore di portare il virus a casa". "La scelta di non mandare i figli a scuola - si legge ancora - non è fatta a cuor leggero ma siamo consapevoli che ciò significa tagliare le gambe al virus per entrare nelle nostre case".
"E i nostri figli sono fortemente motivati nella didattica a distanza, nel seguire le lezioni e fare i compiti. Allo stesso modo osserviamo il grande impegno degli insegnanti". "Sappia - concludono - che associazioni e pazienti di altre regioni ci invidiano di questa opportunità e responsabilità che ci dà".