don Francesco Gadaleta foto di Luce e Vita
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Chiesa locale

don Francesco Gadaleta racconta i 70 anni di sacerdozio

Lettera ai sacerdoti: «Vocazione ricevuta fin dalla chiamata alla vita»

Su un Cartoncino autobiografico distribuito ai confratelli sacerdoti, don Francesco Gadaleta (classe 1925) ha racchiuso i suoi 70 anni di sacerdozio. Rileggendo in ogni riga le meraviglie che il Signore ha compiuto attraverso di lui e il bene che ha disseminato intorno a sè, non possiamo che ringraziare Gesù Buon Pastore per il dono del sacerdozio. Ordinato da Mons. Achille Salvucci il 10 luglio del 1949, nei lunghi anni di sacerdozio ha sempre meritato ampia fiducia e considerazione da parte dei Vescovi e da parte della gente.

Dopo la celebrazione presieduta dal vescovo Domenico nella parrocchia S. Cuore di Gesù, il 28 giugno scorso, Mons. Gadaleta celebrerà la S. Messa di ringraziamento nel giorno anniversario, mercoledì 10 luglio 2019, alle ore 17,00 presso la Chiesa dell'Opera "Don Grittani" a Molfetta.

«Una vocazione ricevuta fin dalla chiamata alla vita, in una grande e bella famiglia, dove, certamente, è risuonata la voce di Cristo, tramite papà con una fede radicata nell'Eucarestia, e mamma che quotidianamente meditava la Parola di Dio, partecipava all'Eucarestia e assisteva i poveri rivelandosi così veri educatori della numerosa famiglia.
Il segno rivelatore fu la partecipazione alla vita associativa in Azione Cattolica parrocchiale, animata da due donne di A.C. con una spiritualità Cristocentrica: Marta Poli e Flora Minutillo.
Ancora ragazzo, iniziavo il mio cammino vocazionale nel Seminario Vescovile, mi adattai subito alla vita comunitaria, e crescendo maturava il mio carattere, l'equilibrio interiore, si rafforzava la mia fede nel proposito di seguire il Signore.
Per quel momento formativo devo tutta la mia gratitudine a due figure fondamentali: don Cosimo Azzollini e il mio papà Mauro; nel pieno della "seconda grande guerra", entrai nel Seminario Regionale Pio XI, per dare vita al momento più impegnativo del discernimento verso la meta. Nella Cappella maggiore del Seminario Regionale fummo consacrati sacerdoti in sette, per le mani del nostro Vescovo Mons. Achille Salvucci, il 10 luglio 1949.
La Parrocchia del S.Cuore di Gesù, San Bernardino, poi nuovamente la Parrocchia del S. Cuore di Gesù. Mi fu di grande aiuto il compianto don Franco Abbattista. Settimana biblica e settimana eucaristica, "Gruppi di impegno" nel volontariato, Azione Cattolica, catechesi, i gruppi Samaritano e Missionario… Poi la Rettoria del Purgatorio e l'Arciconfraternita della Morte e dell'Associazione della Vergine Addolorata. Sono stati per me anni di nuove esperienze umane ed ecclesiali, riscoprendo la validità di certe tradizioni per la pietà popolare e per unire una città attorno al "mistero pasquale". Ancora più arricchente è stata la chiamata ad animare la "Cappellina dell'adorazione". Situata al centro della città, a contatto immediato dei passanti, sempre ansiosi e preoccupati: la sosta nella cappellina era un forte balsamo e infondeva coraggio e pace. In questo servizio ho assaporato maggiormente l'intimità col Signore, la fecondità della Parola proclamata, la necessità di essere disponibile all'ascolto dei fratelli, e come preparazione alla Domenica, giorno dell'Eucarestia.
Questo è il tempo del canto del "Magnificat" al Dio-Amore, al Dio della Storia: la mia preghiera è troppo povera, ho bisogno della voce di tutti, dei miei Confratelli e dei fedeli, e specialmente devo chiedere perdono, innanzitutto, al Signore dei miei peccati e a quanti ho fatto soffrire. Il mio grazie alla mia sorella Chiara, con la sua costante e fattiva presenza; mi ha dato la possibilità di consacrarmi con serenità e libertà al ministero. Ricordo con riconoscenza il mio Vescovo consacrante Achille Salvucci che mi ha dato serenità e sicurezza con i suoi saggi consigli, insieme a tutti gli altri Vescovi che ho amato e di cui ho condiviso gli orientamenti pastorali.
A te, Vescovo Domenico, assicuro il mio affetto, la mia vicinanza e la preghiera. Anche se avanti negli anni, mi sento ancora uno di voi, cari miei Confratelli, seguo con interesse il vostro lavoro pastorale, rendendomi presente nei vostri eventi.
Un grazie forte e sentito a tutto il popolo cristiano che ama e segue noi sacerdoti nel ministero, specialmente per il loro esempio che ci offrono di amore a Cristo e alla Chiesa».

don Francesco Gadaleta
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